Giro del Delfinato 2025, Tadej Pogacar stacca ancora tutti! Vingegaard limita i danni, Evenepoel a 2’40”

Altro show di Tadej Pogacar al Giro del Delfinato 2025. Uno scatto bruciante a 11,5 chilometri gli permette di restare solo e proseguire fino all’arrivo, portandosi a casa un terzo successo parziale che mette una netta ipoteca sul successo finale. Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike) stavolta contiene comunque i danni, con un ritardo di 14 secondi (erano il doppio prima che lo sloveno si rialzasse per festeggiare in vista dell’arrivo), mentre tutti gli altri sono nuovamente a distacchi importanti, partendo da Florian Lipowitz (Red Bull – Bora – hansgrohe), terzo a 1’21”, mentre Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) chiude quinto a 2’40”.
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Nella nuova generale, il leader della UAE team Emirates XRG ha ora un margine di 1’01” sul danese, 2’21” su Lipowitz e 4’11” sul campione del mondo a cronometro. Scivola indietro di due posizioni Matteo Jorgenson (Visma|Lease a Bike), al lavoro già sulla Croix de Fer, mentre con un bel quarto posto di giornata Tobias Johannessen (Uno-X Mobility) entra in Top5, a 5’55” dalla Maglia Gialla. Sesto invece il sempre più convincente 18enne Paul Seixas (Decathlon Ag2r La Mondiale), a 6’50”.
Il video dell’arrivo
Il racconto della tappa
Appena raggiunto il chilometro 0 parte all’attacco Victor Campenaerts (Visma | Lease a Bike), che, vista la mancanza di reazione del gruppo, approccia il Col de la Madelaine con già mezzo minuto di vantaggio. Con l’inizio della salita, però, alle spalle del belga si scatenano gli attacchi e presto si forma un drappello di venti inseguitori comprendente corridori come Romain Bardet (Team Picnic PostNL), Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step), Alex Baudin e Ben Healy (EF Education-EasyPost). Questo gruppetto riesce prima ad avvicinarsi a 10″ e poi a rientrare su Campenaerts, ma il plotone, nel quale numerosi corridori hanno già perso contatto, è subito dietro e va ad annullare questa azione.
Poco dopo riparte Valentin Paret-Peintre assieme a Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), con i due che riescono a prendere una ventina di secondi di margine sul gruppo, dal quale tuttavia fuoriescono anche Torstein Træen (Bahrain Victorious), Sergio Higuita (XDS Astana), Alexey Lutsenko (Israel-Premier Tech), Guillermo Martinez (Team Picnic PostNL), Jordan Jegat (TotalEnergies) e nuovamente Healy e Baudin. Su di loro si riportano rapidamente anche Clément Braz Afonso (Goupama-FDJ) e Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), ma la presenza dello statunitense provoca ovviamente la reazione della UAE Team Emirates XRG, che va a riprendere tutti quanti a eccezione di Paret-Peintre e Armirail.
Immediatamente, Healy rilancia l’azione assieme a Lutsenko e a Sepp Kuss (Visma | Lease a Bike), che nel giro di poco rientrano sulla coppia di testa, mentre alle loro spalle si forma un drappello inseguitore comprendente ancora Higuita, Braz Afonso, Guillermo Martinez e Jegat, oltre a Santiago Buitrago (Bahrain Victorious). Su questi cinque si riporta anche Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), e il nuovo sestetto va presto a colmare il gap con il quintetto al comando, ma dietro si è nel frattempo mosso anche Bardet, che in breve riesce ad unirsi ai battistrada.
Ultimi a rientrare sulla testa della corsa sono, in momenti diversi, Iván Romeo (Movistar), Andreas Leknessund (Uno-X Mobility) e Træen, e questi 15 attaccanti arrivano a scollinare la salita con un vantaggio di 1’05” sul gruppo, tirato da una UAE che tuttavia ha perso Tim Wellens a causa di un problema meccanico. Dopo la lunga discesa successiva e approcciate le prime rampe del Col de la Croix de Fer, però, il belga riesce a riportarsi in gruppo così come altri corridori che avevano perso contatto in precedenza, tra cui il compagno di squadra Domen Novak.
Il plotone inizia la salita con un gap di 1’15”, ma in seguito il ritardo sale a 1’30”, mentre davanti Paret-Peintre non riesce più a seguire il ritmo imposto dai compagni di fuga e si stacca, venendo presto riassorbito da un gruppo che comunque prosegue a ritmo abbastanza blando nelle prime fasi di salita. A quel punto Guillaume Martin (Groupama-FDJ) prova una sortita solitaria con una progressione che gli permette di colmare abbastanza rapidamente i quasi 120 secondi con cui si era mosso inizialmente. Mentre il francese rientra sui battistrada, dietro arriva l’atteso cambio di ritmo in gruppo grazie al forcing della Visma | Lease a Bike, che porta da subito i suoi primi frutti, facendo perdere immediatamente due gregari alla Maglia Gialla.
Persa metà del proprio vantaggio, la fuga prova a reagire con uno scatto di Ben Healy che riduce a nove uomini l’azione del mattino. Sotto i colpi della formazione neerlandese, nelle fasi finali della salita restano appena una manciata di uomini in gruppo, che inizia così a riprendere i corridori che hanno perso contatto. Tadej Pogačar (UAE Team Emirates XRG), Maxim Van Gils (Red Bull – BORA – hansgrohe), Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe), Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike), Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale) e Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), assieme a qualche reduce dell’attacco iniziale scollinano così con appena 18 secondi di ritardo da Buitrago, che in vista del GPM prova uno scatto per i punti, superando Higuita, Martinez e Bardet, ultimi rimasti con lui, mentre Kuss, Healy, Traeen, Lutsenko e Martin sono pochi secondi più dietro, venendo ripresi appena inizia la discesa.
Qui è Romain Bardet ad allungare da solo, ma dietro il gruppo la prende a sua volta a tutta, costringendolo agli straordinari per restare al comando. Distanziati i suoi compagni di avventura, il francese resta a lungo con un margine attorno ai venti secondi, prima di avere un po’ di libertà di azione quando finisce il tratto più tecnico. Dietro infatti si rialzano, con la Visma che prova a cambiare strategia, cercando di mandare nuovamente un uomo all’attacco. Da poco rientrato, Pavel Sivakov (UAE Team Emirates XRG) fa tuttavia buona guardia e risponde subito alle offensive, impostando poi un ritmo costante che scoraggia qualsiasi altra aggressività.
Bardet conclude così la discesa con un gap di 45 secondi, ma la pianura prima dell’ascesa finale non lo favorisce e, complice anche il lavoro della Decathlon Ag2r La Mondiale, oltre a quello di Sivakov, inizia l’ascesa finale con appena 35 secondi. Decisamente troppo pochi per poter pensare di andare lontano, venendo così ripreso a 13 chilometri dalla conclusione, subito prima di un nuovo scatto di Sepp Kuss. All’americano risponde Sivakov, che spara le sue ultime cartucce in favore della Maglia Gialla. Messo in rampa di lancio dal compagno, Tadej Pogacar attacca a 12 chilometri dalla conclusione, facendo subito il vuoto.
Anche stavolta infatti Remco Evenepoel lascia andare, mentre dura poco la difesa di Jonas Vingegaard, costretto ad arrendersi e salire del proprio passo. Il danese viene inizialmente anche raggiunto da Florian Lipowitz, ma il tedesco stavolta chiede troppo a sé stesso e viene respinto. Vingegaard riesce così ad avvicinarsi a Pogacar, ma è una illusione che dura poco, quando la Maglia Gialla sente il fiato sul collo spinge di nuovo con vigore sui pedali e si allontana quasi come se stesse giocando con il rivale di sempre, costretto a quel punto a impostare un ritmo regolare che non basta più.
Tra i due ballano così circa trenta secondi fino all’ultimo chilometro, che Pogacar si gusta da vincitore, permettendo così a Vingegaard, incisivo sino al traguardo, di avvicinarsi nuovamente, quel tanto che basta per vederlo festeggiare in lontananza. Distacchi decisamente più alti per tutti gli altri, con Lipowitz che chiude a più di un minuto, mentre nel finale Remco Evenepoel viene saltato da Tobias Johannesen, unico capace di seguirne il ritmo regolare dal momento dello scatto di Pogacar.
Risultato e Classifiche Tappa 7 Giro del Delfinato 2025
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