Saluti a Fränk Schleck… l’ultimo rappresentate di una dinastia

Dopo più di 13 anni tra i professionisti farà un certo effetto non vedere più il nome Schleck in mezzo al gruppo. Andy si è ritirato nel 2014, mentre ora è arrivato il turno di Fränk Schleck. Poco importa se le ultime stagioni sono state quasi totalmente avare di risultati per il lussemburghese, poiché ciò che conta è che lui, insieme al fratello minore, hanno segnato e caratterizzato il panorama ciclistico per almeno un quinquennio, risultando una delle coppie di fratelli più forte di sempre.
Nato a Lussemburgo il 15 aprile 1980, Fränk è figlio d’arte, visto che il padre Johny Schleck è stato professionista e anche fedele gregario di Eddy Merckx dal 1965 al 1974; pertanto la passione per il ciclismo non poteva che essere una logica conseguenza. Da under23 corre per la squadra slovena De Nardi-Pasta Montegrappa, con la quale mette subito in luce le sue qualità di scalatore, formando una grande coppia con il connazionale Kim Kirchen e guadagnandosi il posto da stagista con la Festina nel 2001 e con la CSC nel 2002. Bjarne Riis intravede un grande talento in lui e gli permette di passare professionista con la CSC a partire dal 2003, per un proficuo sodalizio che durerà fino al 2010. Con la squadra danese, il lussemburghese raccoglierà gran parte dei risultati più prestigiosi della sua carriera e farà inoltre da ponte per l’approdo del talentuoso fratello minore in squadra. Con lui passerà alla Leopard-Trek a partire dal 2011, correndo su alti livelli la prima stagione, ma iniziando un inarrestabile declino dal 2012 in poi, che ha portato al ritiro prima Andy e quest’anno Fränk. Cadute, infortuni e un non chiaro caso di doping hanno fortemente compromesso le sue ultime stagioni da professionista, che non hanno reso onore alla carriera di un corridore di enorme talento che, tuttavia, avrebbe forse potuto raccogliere qualcosa in più.

Le Gioie

Durante la sua carriera si è affermato pian piano come uno degli scalatori più forti dell’intero circus, anche se la sua incostanza gli ha probabilmente precluso di portare a casa risultati di maggior spessore di quelli che realmente è riuscito ad ottenere. La sua esplosività nelle brevi salite, inoltre, lo ha reso uno degli uomini di punta anche per le classiche, in particolare quelle delle Ardenne, nelle quali ha collezionato molteplici piazzamenti.
La grande chance di passare tra i grandi gli viene concessa da Bjarne Riis, che ne coglie le caratteristiche da grimpeur e lo getta nella mischia. Nel 2003, sua prima stagione con la CSC, si limita ad apprendere i trucchi del mestiere in una compagine che presentava tra gli altri Tyler Hamilton e Carlos Sastre, mostrandosi comunque competitivo nel finale di stagione nelle strade italiane, con piazzamenti nei dieci al Giro della Provincia di Lucca e alla Milano-Torino. L’anno seguente ha più libertà per provare a dire la sua e coglie diversi piazzamenti in classiche di secondo piano, ma al mondiale di Verona, chiuso al decimo posto e vinto da Oscar Freire, dimostra di poter essere pericoloso anche nelle corse di primissimo piano. Nel 2005 comincia a raccogliere risultati di un certo peso anche nelle corse a tappe, piazzandosi secondo al Giro del Mediterraneo alle spalle del compagno Jens Voigt e concludendo poi alla settimo posto una corsa dura come la Parigi-Nizza. Dopo un Giro d’Italia sotto le aspettative, Fränk Schleck si riscatta alla grande nel mese di giugno, terminando al quarto posto il Giro di Svizzera, vinto da Aitor Gonzalez e ricco di stelle in piena preparazione al Tour, e vincendo la prima corsa tra i professionisti, il campionato nazionale lussemburghese in linea, anticipando l’ex compagno Kim Kirchen e il fratello Andy, in rampa di lancio verso il grande ciclismo. Il finale di stagione non è da meno, con il corridore della CSC che viene beffato solamente da Paolo Bettini al Campionato di Zurigo e da Gilberto Simoni al Giro dell’Emilia. Al Giro di Lombardia arriva poi la definitiva conferma del salto di qualità del 25enne lussemburghese, che conclude per la prima volta sul podio una classica monumento, proprio alle spalle di Bettini e Simoni.
Il 2005 sarà solo l’antipasto di quanto riuscirà a fare la stagione seguente, che si rivelerà essere uno degli anni più prolifici in termini di risultati della sua carriera, con piazzamenti in praticamente ogni corsa al quale ha preso parte. La prima parte di 2006, dopo un incoraggiante quinto posto alla Parigi-Nizza, è incentrata sulle classiche delle Ardenne, dove stupisce tutti conquistando in solitaria l’Amstel Gold Race, dopo un attacco a sorpresa negli ultimi chilometri. Alla Freccia Vallone e alla Liegi si conferma poi corridore adatto a questi terreni, piazzandosi rispettivamente al quarto e settimo posto. A luglio partecipa per la prima volta al Tour de France e ai nastri di partenza di Strasburgo si presenta con l’ambizione di far bene, reduce da un buon sesto posto al Giro di Svizzera ma anche dalla beffa dei campionati nazionali, durante i quali gli è stato negato il bis da Kirchen. A Parigi concluderà con un soddisfacente decimo posto finale, ma il vero capolavoro lo confezionerà nella 15esima tappa con arrivo sull’Alpe d’Huez quando, grazie a una bella fuga da lontano, riuscirà a staccare negli ultimi chilometri Damiano Cunego e involarsi trionfante verso l’ambito e storico traguardo. Nel 2007 si conferma su alti livelli, senza tuttavia riuscire a piazzare la stoccata decisiva in appuntamenti di primo piano. Sulle Ardenne dimostra nuovamente di essere uno degli uomini di punta, in quanto riesce ad ottenere la top10 in tutti e tre le manifestazioni, con il terzo posto alla Liegi, alle spalle di Di Luca e Valverde, come risultato migliore. Al Giro di Svizzera, corsa con la quale ha sempre avuto un buon feeling, vince la tappa con arrivo sul Triesenberg-Maldun e indossa la maglia di leader della generale per due tappe, prima di crollare nella tappa di Crans-Montana. Al Tour non riesce a ripetere quanto fatto l’anno precedente, ma nonostante ciò è autore di un pregevole finale di stagione, con il trionfo al Giro dell’Emilia davanti a Rebellin e Horner. Stagione di sostanza anche il 2008: all’Amstel il solo Cunego gli nega il bis, mentre alla Liegi coglie il secondo terzo posto consecutivo, venendo battuto in volata da Valverde e Rebellin. Il bis arriva invece ai campionati nazionali, che ne mette in luce una condizione fisica invidiabile in vista del Tour. Alla Grande Boucle, infatti, si presenta al via con un grande colpo di pedale, sfiora la vittoria di tappa a Super Besse e Hautacam, ma può comunque consolarsi con la conquista della maglia gialla al termine della frazione di Prato Nevoso. Indossa il simbolo del primato per due frazioni, fino all’assolo irresistibile di Sastre sull’Alpe d’Huez, che mette una seria ipoteca sul Tour. Nelle ultime tappe il maggiore degli Schleck paga le fatiche delle prime due settimane e arretra fino alla comunque soddisfacente quinta posizione. I primi mesi del 2009 rappresentano poi il miglior inizio di stagione della sua carriera, con la vittoria di tappa al Giro di California a febbraio davanti a Nibali e il secondo posto in generale dietro a Luis Leon Sanchez alla Parigi-Nizza, con tre podi di tappa annessi. Il suo ottimo stato di forma viene però bruscamente interrotto da una caduta all’Amstel Gold Race, che gli preclude di fare risultato sulle Ardenne. Tempo qualche settimana e Fränk Schleck è di nuovo nel pieno della forma, vince il Giro di Lussemburgo e si presenta ai cancelli di partenza del Tour con i gradi di capitano insieme al fratello. Contador si rivela tuttavia inattaccabile, con Fränk che decide di dare spazio a Andy, in lotta per la maglia bianca e per il podio. I due fratelli provano a più riprese a mettere in difficoltà il madrileno e proprio il maggiore riesce anche a vincere la tappa di Le Grand-Bornand, battendo in volata il capitano dell’Astana e il fratello minore. A Parigi è tuttavia Contador a trionfare, con più di quattro minuti su Andy, secondo, e più di sei su Fränk, quinto, poi quarto con la squalifica di Armstrong.
Tutt’altro inizio nel 2010, visto che il lussemburghese per sei mesi fa fatica a trovare il colpo di pedale e anche sulle Ardenne non brilla. A giugno comincia a carburare, vince una tappa nella corsa di casa, si laurea per la terza volta campione nazionale in linea e finalmente riesce a portarsi a casa il tanto amato Giro di Svizzera, grazie alla vittoria a Schwarzenburg e una buona crono finale. Al Tour si vede costretto al ritiro dopo appena tre tappe, a causa di una brutta caduta nella frazione di Arenberg, lasciando al solo fratello l’onere di contrastare Contador. Il mirino si sposta quindi per la prima volta seriamente sulla Vuelta a España, durante la quale è sempre tra i migliori in salita senza però avere la forza per fare la differenza. A Madrid chiude quinto che, così come al Tour l’anno prima, diventerà quarto con la squalifica di Mosquera.
Il 2011 lo vedrà lasciare la corte di Riis dopo otto anni, per accasarsi alla Leopard-Trek in compagnia del fido fratello. Di fatto sarà anche l’ultimo anno in cui riuscirà ad esprimersi su alti livelli, salvo qualche exploit molto isolato. In quella stagione vince il Criterium International, dominando la tappa con arrivo in cima al Col de l’Ospedale, e va vicinissimo a vincere la Liegi-Bastogne-Liegi. La gioia di alzare le braccia alla Doyenne gli viene negata solamente da uno strepitoso Philippe Gilbert, bravo a resistere al forcing dei fratelli Schleck sulla Roche aux Focons e beffarli nella volata ristretta. A giugno, dopo l’ennesima top10 al Giro di Svizzera, cala il poker ai campionati nazionali e si presenta al via della Grande Boucle con la ferma intenzione di interrompere il dominio di Contador, affaticato dopo l’estenuante Giro d’Italia. Fränk e soprattutto Andy sono tra i favoritissimi per la vittoria finale, ma entrambi dopo due settimane di corsa non si sono praticamente mai fatti vedere. Il capolavoro lo firmano però nella 18esima tappa con arrivo sul Galibier: Andy attacca sull’Izoard a 60km dal traguardo scavando un solco enorme su tutti gli avversari per la classifica e aggiudicandosi la tappa, mentre Fränk fa da stopper e negli ultimi metri stacca tutti a sua volta, firmando una doppietta storica in una delle cime più prestigiose per la storia del ciclismo. Con Evans a poco più di un minuto in generale, il giorno seguente gli Schleck sono chiamati a guadagnare ulteriore terreno sull’Alpe d’Huez, per porre il maggior divario possibile in vista della crono di Grenoble. I sogni di gloria tuttavia durano poco perché Evans resiste e nella prova contro il tempo rifila più di tre minuti ad entrambi, sfilando la maglia gialla ad Andy e relegando i fratelli al secondo e terzo posto. Per Fränk sarà il miglior piazzamento in un Grande Giro ma, vista come si era messa la corsa, qualche rimpianto sicuramente se lo porterà ancora dietro. Dal 2012 inizierà il calvario per i lussemburghesi: Fränk riuscirà a togliersi qualche soddisfazione solo con il secondo posto al solito Giro di Svizzera nel 2012, il quinto successo ai campionati nazionali in linea nel 2014 e, il canto del cigno, lo splendido successo dopo una lunga fuga in cima all’Alto Ermita de Alba alla Vuelta a España 2015.

I Dolori

Cadute e infortuni sono all’ordine del giorno per i ciclisti professionisti e anche il lussemburghese ha dovuto spesso fare i conti con la sfortuna, dovendo rivedere i propri obiettivi o addirittura reinventarsi una stagione. Gli appassionati si ricorderanno sicuramente la sua incredibile caduta al Giro di Svizzera 2008 quando, in testa alla corsa e lanciato in discesa, arrivò lungo ad una curva, oltrepassò il guard-rail e finì in un bosco, facendo temere il peggio per un attimo. Alla fine però se la cavò solamente con qualche graffio.
Per lui però le cose cominciano veramente ad andare a rotoli a partire dal 2012. Gli viene imposto dalla squadra di partecipare al Giro d’Italia a causa del forfait dell’ultimo minuto di Jakub Fuglsang, ma fin da subito si capisce che la forma non è quella dei tempi migliori e dopo 11 tappe abbandona la corsa per alcuni fastidi al ginocchio in seguito ad una caduta. Al Tour si presenta come capitano unico visto il brutto infortunio occorso al fratello, ma il 17 luglio l’UCI comunica di aver trovato tracce di un agente diuretico, lo xipamide, nel campione di urine prelevato al lussemburghese in un controllo antidoping risalente al 14 luglio precedente. La RadioShack-Nissan lo esclude immediatamente dalla corsa e l’agenzia antidoping lussemburghese lo squalifica fino al 14 luglio 2013. Dal canto suo, Fränk ha sempre negato tutto: “Non trovo spiegazioni per giustificare questo test positivo. Chiederò che venga effettuato il test sul campione B. Se anche le controanalisi saranno positive, presenterò una denuncia contro ignoti per avvelenamento” – affermò pochi giorni dopo la notizia della sua positività. Costretto quindi a saltare il Tour 2013, decide di tornare alle corse solamente nel 2014 in maglia Trek. Nonostante i numerosi proclami, tuttavia non riuscirà più a tornare competitivo nei Grandi Giri, dovendosi accontentare di alcuni piazzamenti in corse di secondo piano. Nel suo ultimo anno, inoltre, si rompe la clavicola a fine aprile e questo infortunio gli scombussola i piani per il resto della stagione, che si rivelerà poi essere disastrosa.

Palmares

2005 (Team CSC, una vittoria)
Campionati lussemburghesi, Prova in linea
2006 (Team CSC, due vittorie)
Amstel Gold Race
15ª tappa Tour de France (Gap > L’Alpe d’Huez)
2007 (Team CSC, due vittorie)
3ª tappa Tour de Suisse (Nauders > Triesenberg/Malbun)
Giro dell’Emilia
2008 (Team CSC, una vittoria)
Campionati lussemburghesi, Prova in linea
2009 (Team Saxo Bank, quattro vittorie)
8ª tappa Tour of California (Rancho Bernardo > Escondido)
3ª tappa Tour de Luxembourg (Wiltz > Diekirch)
Classifica generale Tour de Luxembourg
17ª tappa Tour de France (Bourg-Saint-Maurice > Le Grand-Bornand)
2010 (Team Saxo Bank, quattro vittorie)
2ª tappa Tour de Luxembourg (Schifflange > Differdange)
3ª tappa Tour de Suisse (Sierre > Schwarzenburg)
Classifica generale Tour de Suisse
Campionati lussemburghesi, Prova in linea
2011 (Team Leopard-Trek, tre vittorie)
1ª tappa Critérium International (Porto Vecchio > Col de l’Ospedale)
Classifica generale Critérium International
Campionati lussemburghesi, Prova in linea
2014 (Trek Factory Racing, una vittoria)
Campionati lussemburghesi, Prova in linea
2015 (Trek Factory Racing, una vittoria)
16ª tappa Vuelta a España (Luarca > Ermita de Alba/Quirós)

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