Parigi 2024, tutta la determinazione di Elia Viviani: “Saranno le mie ultime Olimpiadi, pronto a sacrificare tutto per la medaglia d’oro nell’omnium”

Elia Viviani ha le idee chiare sul suo obiettivo ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Il pistard azzurro, dopo la medaglia d’oro nell’omnium alle Olimpiadi di Rio 2016 e il bronzo ai Giochi di Tokyo 2020, dove è stato anche portabandiera della nazionale italiana, traccia quella che sarà il suo focus principale sul velodromo parigino. In una lunga intervista pubblicata oggi dall’UCI il ciclista veronese racconta la sua strabiliante carriera e i sogni che spera di realizzare tra pochi giorni in quella che sarà la sua ultima gara a cinque cerchi. “Quelle di Parigi saranno le mie ultime Olimpiadi. È un cerchio che si chiude. Se non dovessi tornare con la medaglia d’oro sarei dispiaciuto, proverò a sacrificare tutto quel che posso per riuscire a spingermi oltre il limite e arrivare a Parigi forte abbastanza per giocarmi l’oro, come a Rio. Il mio obiettivo è vincere la medaglia d’oro nell’omnium”.

Il rapporto tra il 35enne della Ineos Grenadiers e l’omnium è veramente unico. Questa disciplina olimpica del ciclismo su pista prevede sei prove diverse che andranno poi a disegnare la classifica finale grazie alla somma dei punti conquistati in ciascuna prova. “L’omnium secondo me è speciale perché è un risultato che costruisci con il tuo lavoro, non è una gara in cui vai e vince subito il più forte – spiega Viviani – È l’unica gara in cui sei davvero da solo, senza supporto della squadra e con nessuno che può aiutarti. I tuoi valori sono messi a confronto con quelli degli altri, non solo i valori atletici ma anche tutto quello che succede nella tua testa”.

Alle Olimpiadi di Rio 2016 il pistard veronese ha vinto una splendida medaglia d’oro battendo di pochi punti un certo Mark Cavendish, ma è stata anche un vittoria col brivido per via di una caduta nell’ultima decisiva prova. “Ho fatto una bella prestazione, mi ricordo ogni singola cosa di quelle Olimpiadi fino al momento in cui sono caduto. Da lì ho pensato, ‘ok, ora cosa faccio. Non voglio tornare a casa a mani vuote’. Ricordo di aver guardato il tabellone ed ero ancora primo e quella è stata la mia reazione. Il mio obiettivo era vincere le Olimpiadi quando mancavano 10 giri alla fine per riuscire a godermi gli ultimi giri, ed è quello che è successo. Ho pianto dopo la linea del traguardo, quando ho realizzato che poco dopo sarei stato sul podio con la medaglia d’oro. È qualcosa di davvero molto molto speciale”.

Ai Giochi di Tokyo, quattro anni fa, Viviani ha avuto l’onore di essere il portabandiera della nazionale azzurra. “Il comitato olimpico mi aveva chiamato per dirmi che sarei stato il portabandiera della squadra italiana – racconta il 35enne – Quella è stata una grande responsabilità in un momento in cui non ero al top della mia carriera. Quella responsabilità mi ha fatto sentire che ancora una volta che le Olimpiadi per me sono la cosa più importante, ma allo stesso tempo, vincendo la medaglia di bronzo, ho capito che i Giochi sono qualcosa che significa molto per la mia carriera. Ora so quale è la mia strada per Parigi”.

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