TotalEnergies, il direttore generale Jean-René Bernaudeau contro i chetoni: “Sono una zona grigia del ciclismo”

Si torna a parlare di chetoni, una questione che comincia a far parte dei dibattiti ricorrenti nel mondo del ciclismo. Inseriti in integratori alimentari che negli ultimi anni hanno trovato sempre più spazio in gruppo, tanto che molte squadre di primo piano ne fanno ampiamente uso. Ovviamente si tratta di una soluzione perfettamente legale, visto che non è assolutamente una sostanza vietata né dall’Unione Ciclistica Internazionale né dall’Agenzia Mondiale Antidoping. A riaprire il dibattito in queste ultime settimane è la dichiarata collaborazione tra la Alpecin-Deceuninck e un marchio che produce prodotti nutrizionali a base di chetoni.

Ai numerosi contrari che si sono già espressi in passato, corridori come Romain Bardet (Team dsm-firmenich PostNL) e Nairo Quintana (Movistar Team), ad esempio si aggiunge in maniera molto chiara Jean-René Bernaudeau. Il team manager della TotalEnergies ha spiegato a Cyclingnews che secondo lui “i chetoni rappresentano una zona grigia nel ciclismo”. Si tratterebbe dunque di una sostanza che “non fa bene alla credibilità e l’attrattiva del nostro sport”, chiedendo dunque una posizione più chiara e netta da parte dell’UCI sull’argomento. “L’UCI non sta agendo come un organo di governo, dovrebbe seguire le raccomandazioni dell’MPCC – aggiunge – L’MPCC ha spinto l’UCI a vietare il Tramadolo. Ora è il momento giusto per risolvere la questione dei chetoni”.

“Tutti sanno che i chetoni sono utilizzati da diverse squadre, ma nessuno sa cosa siano realmente – aggiunge – È ironico. Le squadre che dicono di assumere chetoni affermano che non migliorano le loro prestazioni. Allora perché li prendono?”, si è interrogato il dirigente vandeano, la cui squadra fa parte del MPCC ormai dal 2007. L’UCI intanto sinora non ha preso una posizione netta sulla qestione, emanando solamente  un piccolo opuscolo informativo, pubblicato nel 2021, che invitava le squadre e i loro atleti a non usare questa sostanza, senza arrivare a vietarla. Lo stesso vale per l’Agenzia Mondiale Antidoping, che non vieta i chetoni.

L’UCI ha, in verità, commissionato uno studio per valutare le conseguenze e i benefici dell’assunzione di questo prodotto, ma la relazione finale, che sarebbe dovuta essere per la fine dell’anno passato, è stata rinviata.

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