Lega Ciclismo, Gianni Bugno presidente della commissione tecnica con la sicurezza in primo piano
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Gianni Bugno si affaccia al suo nuovo incarico. Presidente della Commissione Tecnica della Lega Ciclismo Professionistico, l’ex presidente del CPA mette nuovamente la sua esperienza al servizio di un movimento ciclistico che in questo periodo più che mai è alla ricerca di un equilibrio che possa garantire spettacolo e sicurezza, nel rispetto degli atleti in primis. Un tema sempre più attuale per una serie di cause che vanno individuate, studiate e analizzate bene per essere affrontate e risolte in un ciclismo che va sempre più veloce e che ha sempre più interessi attorno.
“È stata creata la figura del ‘safer’, un incarico dedicato alla sicurezza che si occupa di raccogliere dati sugli incidenti e analizzarne le cause per individuare le aree di rischio – commenta il due volte iridato, offrendo una sua prima disamina della situazione complessiva – Ovviamente le cadute ci sono ancora, anche perché i corridori vanno sempre più forte. I materiali sono più scorrevoli e performanti, si è lavorato tanto per migliorare la sicurezza, ma la protezione assoluta non esiste. Il ciclismo è uno sport dinamico, che si svolge sulla strada, dove non abbiamo una sede dedicata. Le infrastrutture dovrebbero essere più adatte, ma servirebbe anche una manutenzione costante per evitare ostacoli come rami o detriti. E poi c’è la questione del rispetto: gli automobilisti devono avere più consapevolezza, evitando parcheggi selvaggi e soste sulle corsie ciclabili. Servono sanzioni più severe, come è stato fatto per il mancato rispetto delle strisce pedonali. Anche le ciclopedonali non sono una vera soluzione per noi ciclisti, perché la convivenza con i pedoni è difficile”.
Per il campione monzese sono molti gli aspetti su cui lavorare ed è pronto a mettersi al lavoro con “entusiasmo” per questo “incarico importante” che gli è stato affidato. “Lavoriamo per garantire condizioni più sicure ai corridori, collaborando con un team di persone competenti – aggiunge – Il nostro obiettivo è dialogare con gli organizzatori per ridurre i pericoli e limitare il numero di cadute. Se una corsa è mal organizzata, ne risentiamo tutti. Sbagliare è umano, ma bisogna sapersi correggere. È fondamentale trovare soluzioni efficaci e proporre miglioramenti. Ad esempio, le biciclette oggi sono più sicure grazie ai freni a disco, ma ci sono ancora aspetti da rivedere. Le radioline, per dire, sono da trent’anni nella stessa posizione sulla schiena, e in caso di caduta possono essere pericolose. Con la tecnologia attuale possiamo trovare alternative migliori. Lo stesso vale per gli auricolari, che possono influenzare l’equilibrio: servirebbero studi più approfonditi per migliorare anche questo aspetto”.
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