Francesco Moser: “Ciclismo italiano non competitivo, servono sicurezza e impianti”

Francesco Moser dice la sua sullo stato attuale del ciclismo italiano. Fra i protagonisti ieri alla Camera dei Deputati a Roma nella cerimonia “Ciclismo, Valori e Territori” in cui è stata presentata la Coppa Italia delle Regioni, l’ex recordman dell’ora si è aggiunto ai nomi illustri del ciclismo italiano intervenendo a sua volta, dopo Gianni Bugno, Vincenzo Nibali e Beppe Saronni, per dare il suo contributo alle riflessioni sul momento e sulle possibili soluzioni da attuare per migliorare il nostro sport. Reduce da un camp in Spagna dove ha pedalato anche con El Diablo Claudio Chiappucci e Gianni Bugno, effettua lo Sceriffo propone la sua analisi del ciclismo attuale.

“In questo momento quello italiano non è competitivo, abbiamo carenza di squadre – commenta – Un vero peccato se pensiamo che prima tutti venivano in Italia. Ora il problema grosso, però, è quello della pericolosità delle strade, soprattutto per i ragazzi”. ll tema sicurezza è centrale nella sua osservazione: “Una cosa pazzesca – aggiunge , ricordando la tragedia di Sara Piffer – Un pensionato ha sorpassato in pieno centro abitato. I due fratelli Piffer erano in fila eppure la ragazza è stata investita. Molte famiglie fanno fatica a permettere ai ragazzi di andare a correre perché c’è tanta paura. Si dovrebbero avere più circuiti chiusi dove allenarsi in sicurezza. Io qualcuno l’ho inaugurato in giro per l’Italia.”

La carenza di impianti è un altro argomento importante, che risolverebbe più di un problema: “Abbiamo anche il problema dei velodromi che mancano, eppure abbiamo vinto medaglie olimpiche. Avevamo la Sei Giorni. Si potrebbe realizzare un altro velodromo nella nostra nazione, se pensiamo a quanto si è speso per la pista di bob a Cortina. Il velodromo coperto sarebbe utile per l’inverno e la mezza stagione. Di scoperti ne abbiamo diversi, ad esempio in Puglia a Monteroni. Vinsi un Mondiale nel ‘76 su una pista di legno all’aperto. Ogni anno si organizzava una riunione, ma poi è andata in rovina.”

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