Etoile de Bessèges 2025, gli organizzatori: “Penseremo a cosa fare in futuro, ma non siamo ASO, che ha i mezzi per privatizzare la strada”
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È stata sicuramente una settimana complicata quella vissuta dagli organizzatori dell’Etoile de Bessèges 2025. La corsa a tappe transalpina si è conclusa ieri con solo una cinquantina di corridori rimasti in gara a seguito del ritiro di ben nove squadre dopo che, sia nella seconda che nella terza frazione, delle auto estranee alla carovana sono entrate sul percorso e hanno messo a rischio la sicurezza dei partecipanti. La fuga dei team, la maggior parte dei quali di categoria WorldTour, non è stata priva di polemiche e discussioni e ha sicuramente rappresentato un brutto colpo per i promotori della corsa, che nelle prossime settimane rifletteranno sul futuro della gara.
“Per il momento penseremo a cosa fare in futuro, a mente lucida, la prossima settimana – ha dichiarato a Cyclism’Actu Claudine Fangille, responsabile dell’organizzazione e figlia del creatore della corsa – È vero che venerdì mi sono detta ‘ferma tutto’, non ha senso ricominciare perché in ogni caso, se capiamo bene, le squadre ci chiedono più di quanto siamo in grado di fare… a parte quelle che sono ancora qui, e vorrei davvero ringraziarle. Le squadre francesi e le poche squadre straniere che sono ancora qui, perché è vero che è grazie a loro che siamo dove siamo oggi (ieri, ndr). Voglio davvero ringraziare tutti i corridori che sono qui oggi”.
La responsabile della corsa difende il suo operato sulla sicurezza: “Se si guarda sul web, tutti ci dicono che siamo dei dilettanti… se non fosse che abbiamo esattamente la stessa sicurezza da anni. Abbiamo lo stesso numero di gendarmi da 5 anni, non sono novellini, sono gli stessi gendarmi e motociclisti che c’erano l’anno scorso. Giovedì la polizia ha fermato l’auto due volte, e due volte è ripartita“, ha sottolineato Fangille, ribadendo quanto già detto dal vicepresidente della gara qualche giorno fa sul fatto che non tutti rispettano le regole e che diventa dunque più difficile controllare e mettere in sicurezza tutto il percorso.
Un ostacolo importante è rappresentato dal fatto che, alle piccole gare come questa, manca la possibilità di chiudere completamente le strade al traffico: “Non ho i mezzi, non sono ASO, per privatizzare la strada, non potrei farlo – ha aggiunto Fangille – Se dobbiamo continuare, continueremo con le squadre che sono qui oggi, squadre più piccole – anche se non ci sono squadre piccole – ma squadre che vogliono correre e per le quali la nostra gara è adatta”.
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