Colombia Oro y Paz 2018, la promessa Bernal supera i big del presente: “Non avevo niente da perdere”

Il futuro si trasforma sempre più in presente per Egan Bernal. Dopo due stagioni di grande crescita con la Androni – Sidermec, il colombiano è passato questo inverno al Team Sky, con il quale ha subito iniziato a vincere. Scudiero dichiarato di Sergio Henao, il talentino di Zipaquirá ha da subito dimostrato di potersela giocare con i migliori al mondo, finendo ieri per conquistare la Colombia Oro y Paz 2018 davanti ai corridori che rappresentano già il presente della sua nazione. La prima storica edizione della corsa era particolarmente ambita da tutti i big già acclamati, ma a spiazzarli è stato dunque l’appena 21enne Bernal. Un successo che non basta a farne ancora una grande realtà, ma che lo avvicina sempre più al futuro luminoso che chiunque segue il ciclismo vede per lui.

Sentivo di avere ottime gambe e mi sentivo fiducioso – ha commentato dopo l’arrivo – Ho corso in Australia con grande caldo e a un ritmo molto alto, il che mi ha permesso di essere ora in buona forma. Volevo attaccare, perché mi sentivo davvero molto bene, ma la squadra mi ha detto di aspettare gli ultimi tre chilometri, che erano i più duri”.

Chiuso nella doppia morsa di Sky e Education First – Drapac, Nairo Quintana (Movistar) non ha potuto seguire tutti e ha lasciato filare Bernal verso il successo finale, mentre per la vittoria di tappa la famiglia del Condor ha comunque potuto sorridore per il trionfo di Dayer Quintana, che ha dosato bene le energie dopo la lunga fuga, riuscendo nel finale a riprendere Contreras e resistere al ritorno di Bernal.

La tappa non era il nostro obiettivo – commenta dal canto suo la maglia rosa finale della corsa – Volevamo vincere la Oro y Paz, che fosse con Sergio o con me. Alla fine tutto è andato bene. Sono felice e orgoglioso del fatto che la squadra mia ha dato la possibilità di provarci da subito“.

Sicuramente il giusto incastro tattico ha favorito la vittoria di quello che sulla carta era un gregario, ma già nei giorni scorsi aveva dimostrato di averne forse persino più del suo capitano annunciato. Modesto, ribadisce comunque che l’azione era nata anche per creare un possibile scenario favorevole al proprio leader. “Ho attaccato e sono arrivato in fondo, ma se non ci fossi riuscito non avevo niente da perdere – spiega – La squadra a quel punto si sarebbe giocata meglio la carta Henao. Invece, sono riuscito a prendere un po’ di vantaggio e ho incontrato un compagno straordinario come Sebastian Henao, reduce dalla fuga”.

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