Arkéa-Samsic, Yvon Ledanois: “Il mio addio non c’entra con Quintana, non mi ha nemmeno chiamato”
Yvon Ledanois non nasconde il suo disappunto per il caso Tramadol di Nairo Quintana. Il dirigente francese ha lasciato l’Arkéa-Samsic e i media transalpini hanno cominciato a chiedersi se dietro il suo addio ci fosse la squalifica di Nairo Quintana dallo scorso Tour e tutto ciò che ne è conseguito. Il classe ’69 è allora intervenuto in prima persona ai microfoni di Ouest-France per fare chiarezza sulla questione, spiegando di non essere legato in alcun modo a Nairo Quintana, non nascondendo anche una certa amarezza nei confronti del colombiano per non avergli fatto nemmeno una telefonata dopo la squalifica.
“Non c’è nessun collegamento tra le due cose – ha esordito smentendo l’ipotesi che il suo addio al team fosse una conseguenza di quanto accaduto a Quintana – Avevo avvisato Emmanuel Hubert che, per motivi personali, desideravo lasciare e sono io che me ne sono andato. La questione Tramadol non c’entra, io non ero un amico di Quintana. Io ero il direttore sportivo dell’Arkéa, non di Quintana, ha fatto corse in cui non ero io il direttore sportivo. Sono affezionato a lui, ma al momento sono più affezionato a un Laurent Pichon che a un Nairo Quintana. Non l’ho costretto io a venire, non l’ho costretto io ad andare via e lui non ha costretto me a lasciare”.
Infine, il cinquantatreenne ha spiegato come si sentirebbero all’interno della formazione francese se il TAS dovesse confermare le accuse nei confronti del sudamericano: “La prima persona a essere delusa sarebbe Emmanuel Hubert, poi la squadra, i suoi compagni e gli allenatori. Aveva la fiducia di tutti, se dovesse emergere che ha torto, sarebbe un peccato. Al momento c’è un’investigazione in corso e sto attento a non dire nulla. Semplicemente, dal punto di vista umano, avrei voluto ricevere una sua telefonata, cosa che non è mai accaduta. Ma non mi aspetto mai niente dai corridori”.
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