Bora-hansgrohe, Sagan pensa al ritiro a fine contratto (2021): “Per me impossibile passare 15 anni in questo mondo”

Peter Sagan non ha mai nascosto che il ciclismo su strada non è la sua specialità preferita. Il tre volte iridato viene dalla MTB e spesso ha ammesso di preferire quel mondo a quello in cui attualmente è maggiormente coinvolto. Più volte critico rispetto alla noiosità delle corse, ha ammesso di non guardare molto il ciclismo in televisione, non nascondendo dunque di voler tornare, come fatto in occasione dei Giochi Olimpici di Rio 2016, al suo primo amore. Scenario che non ha mai nascosto potrebbe anche non essere poi così lontano, con l’intenzione di non correre fino ad età avanzata su strada. Tanto che il suo contratto in essere potrebbe anche essere l’ultimo, malgrado si concluda quando avrà appena 31 anni.

Un amore mai del tutto sbocciato che in qualche modo sembra acuirsi con una mancanza di rispetto in gruppo che avverte in maniera importante. “Prima un corridore era il leader del gruppo, ma ora non è più così – lancia lo slovacco a FietsPenso che il rispetto in gruppo sia scomparso. Non è più come 15 anni fa, quando Mario Cipollini era il capo. Tutti pensano a loro stessi. Ho alcuni amici in gruppo, amici veri, con i quali mi diverto. Ma quando si guarda alla mancanza di rispetto, ogni anno peggiora. Per me è impossibile passare altri 15 anni in questo mondo”.

Tra i problemi dell’istrionico 28enne anche il suo stesso status, che a volte gli impedisce di vivere come vorrebbe. “A volte è dura per me – ammette – Tutto è cambiato per me anche a causa della ripetizione delle corse e dei viaggi. Quando sono in albergo non so neanche più se sono in Belgio, America o Francia…” Il fatto di non poter vivere “una vita normale” è dunque a volte un peso perché “i momenti di calma sono troppo rari”.

I suoi numerosi impegni, alcuni non strettamente sportivi ma legati a sponsor e partner, possono così diventare un problema. Come, ad esempio, dopo l’arrivo dell’ultimo Tour de France, quando ha dovuto presenziare ad una festa “con trecento invitati della Bora-hansgrohe fino alle due del mattino!”

A contestualizzare e circoscrivere le affermazioni del vincitore della Parigi – Roubaix ci pensa il fidato Gabriele Uboldi, molto più del suo adetto stampa: “Peter pensa solo al suo contratto al momento. Quando questo arriverà a termine (a fine 2021, ndr), deciderà se tornare alla Mountain Bike o se continuerà a correre su strada. Non stiamo chiaramente parlando di andare in pensione”.

In attesa dunque di scoprire cosa succederà fra tre anni, spazio al 2019. Due gli obiettivi principali intorno ai quali costruire la sua stagione: Tour de France e Mondiale di Yorkshire. “Sono troppo grasso per poter pensare di vincere la maglia gialla, ma voglio vincere altre maglie verdi. Per il Mondiale sono fiero delle mie tre vittorie e farò tutto per potermi riprendere la maglia iridata nello Yorkshire”.

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