Mark Cavendish pensa a un nuovo sistema economico per il ciclismo: “Non sfrutta tutto il suo potenziale commerciale, dovrebbe seguire il modello della F1”

Mark Cavendish vuole proporre un nuovo modello di business per il ciclismo. Il velocista dell’Isola di Man ha chiuso la sua carriera da professionista lo scorso anno, dopo aver centrato l’obiettivo di arrivare a quota 35 vittorie al Tour de France, superando Eddy Merckx e siglando il nuovo record all-time. Un addio che è stato però limitato alla parte agonistica, visto che il 40enne britannico vuole restare nel mondo del ciclismo, con un nuovo progetto ispirato al modello della Formula 1, sport che ritiene il punto di riferimento dal punto di vista mediatico e commerciale. Cannonball è quindi pronto a tornare protagonista, ma questa volta con una nuova avventura imprenditoriale nel settore. 

Ho sempre apprezzato il modello economico e competitivo della F1 – le parole di Cavendish a Financial Review – Alcuni corridori potrebbero guadagnare di più sfruttando meglio la loro immagine. Lo stesso vale per il ciclismo come sport nel suo complesso, che non sfrutta tutto il suo potenziale commerciale e di marketing, a differenza di altri sport, e io voglio sfruttarlo costruendo una mia struttura”. Il nativo dell’Isola di Man al momento non rivela i dettagli di questo progetto, che appare ancora in fase embrionale, ma sottolinea chiaramente come voglia continuare il proprio impegno nel ciclismo: “Amo questo sport e ne farò parte per tutta la vita”.

Per dimostrare come l’aspetto di marketing e di visibilità sia diventato ormai predominante nello sport, Cavendish cita la propria esperienza personale. Cannonball infatti ha riflettuto sul fatto che nella parte finale della sua carriera è riuscito a trovare nuovi contratti, non tanto per i risultati, ma piuttosto per l’immagine mediatica che si è costruita nel corso del tempo. Ricordiamo infatti che il velocista, dopo aver chiuso l’esperienza quadriennale con la Dimension Data, nel 2020 è restato per un anno alla Bahrain-McLaren, poi è tornato alla Quick Step, restando due stagioni e infine passato alla Astana, con cui ha potuto centrare il record di successi al Tour.

I successi sportivi sono meno importanti della scena mediatica – ha concluso il britannico, sottolineando un finale di carriera vissuto in mezzo a incertezze e dubbi, ma anche grandi traguardi e risultati – Anche se vincevo negli ultimi anni, nessuno avrebbe corso il rischio di prendermi. Sarei dovuto restare un profilo redditizio, visto che ho vinto molto, ho continuato a vincere e molte persone e sponsor ne hanno beneficiato”.

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