Lega Ciclismo, Mauro Vegni tra modifiche al calendario e sicurezza: “Serve ridurre il numero di corse, i corridori non percepiscono gli sforzi che facciamo per proteggerli”

Mauro Vegni propone la sua ricetta per favorire la crescita del ciclismo, italiano e non. Da anni direttore del Giro d’Italia e di tutte le principali corse organizzate da RCS Sport, l’esperto dirigente toscano è da tempo anche consigliere della Lega del Ciclismo Professionistico (LCP), organo della Federazione Ciclistica Italiana che gestisce il movimento professionistico italiano. Proprio nei giorni scorsi, dopo la conclusione della più recente edizione del Giro d’Italia, il classe 1959 si è concesso per una lunga intervista pubblicata proprio sul sito della LCP in cui Vegni ha parlato delle sue idee per favorire la crescita del ciclismo e per aumentare anche la sensibilità su un tema estremamente sensibile come quello legato alla sicurezza dei corridori.

“Una delle sfide principali è costruire un calendario più coerente con le nostre esigenze nazionali. – esordisce Vegni – Oggi il numero di gare nel mondo è elevatissimo e questo rischia di frammentare la partecipazione e abbassare la qualità delle competizioni. Sarebbe opportuno ridurre il numero di corse a livello globale, per permettere a quelle che hanno una vera possibilità di crescere di attirare corridori all’altezza. Il World Tour è un buon strumento solo per chi ha gare importanti. Altrimenti gli oneri rischiano di essere troppi. Anche al Giro d’Italia abbiamo team che vengono controvoglia e questo non è un bene per la corsa”.

Altro elemento che può essere oggetto di miglioramenti è quello del sistema dei punti UCI, fattore sempre più importante anche a livello strategico, con molte squadre che preferiscono concentrarsi sulla caccia ai punti piuttosto che sulla vittoria: “Un altro nodo da affrontare riguarda il professionismo d’élite e il sistema dei punteggi. Oggi ci sono gare con punteggi diversi, anche all’interno dei Grandi Giri, e questo crea disparità. I punti sono determinanti per evitare retrocessioni e vanno perciò assegnati in modo più equo e trasparente. Serve una riforma che valorizzi il merito sportivo senza penalizzare chi non ha le stesse risorse organizzative o economiche”.

Per quello che riguarda la sicurezza, infine, l’idea di Vegni è quella di organizzare un seminario che possa mettere a conoscenza anche gli stessi corridori di tutte le difficoltà che derivano dall’organizzare una corsa ciclistica, soprattutto per quello che riguarda la messa in sicurezza dei percorsi: “Sono convinto che uno dei problemi importanti di questo periodo sia legato alla tutela della sicurezza dei corridori, al di là delle chiacchiere. – conclude il nativo di Cetona – Vorrei fare un seminario con i corridori italiani per far capire loro le problematiche da un altro punto di vista: quello dell’organizzatore. Tanti ex professionisti, una volta venuti a lavorare con me, si sono stupiti di quanto fatto per assicurare la loro sicurezza. Nessuno lo percepisce. Vivere le attività sulla strada significa affrontare condizioni particolari rispetto ad altri sport. Se oggi siamo riusciti ad evitare molti incidenti è perché siamo riusciti, grazie all’esperienza, a prevenirli”.

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