Francia, l’ex pro’ e campione del mondo Luc Leblanc rivela di aver provato a suicidarsi nel 2003: “Mi sono puntato la canna del fucile alla gola”
Luc Leblanc rivela di aver passato alcuni momenti difficili. Il 56enne transalpino, professionista dal 1987 al 1998 e capace di conquistare più di venti successi in carriera, tra i quali spiccano ovviamente il titolo iridato vinto ad Agrigento nel 1994 davanti a Claudio Chiappucci e due tappe al Tour de France, ha parlato di alcuni episodi della sua vita nel corso di un’intervista rilasciata a Le Parisien in occasione della presentazione della sua autobiografia. Tra questi, anche un tentativo di suicidio alcuni anni dopo la fine della sua carriera, dopo aver perso quasi tutti i soldi guadagnati a causa di una truffa da parte di un suo socio.
“Cinque anni dopo la fine della mia carriera, ero allo stremo, in preda alla depressione – le parole di Leblanc – Avevo preso più di 20 chili e sono stato sottoposto a verifica fiscale quando sono stato vittima di un cattivo consulente finanziario. Un giorno ho preso il mio fucile e ho camminato a lungo. A un certo punto mi sono seduto vicino a un albero e mi sono puntato la canna del fucile alla gola. È durato molto tempo. La schiena contro la corteccia e il dito pronto a premere… Ho rivisto il film della mia vita. Poi ho pensato ai miei due figli e alla mia famiglia. Alla fine, ho posato il fucile e sono tornato a casa”.
Il classe 1966 ha poi rivelato un altro terribile episodio della sua vita, accaduto quando aveva 12 anni, e che ha influenzato anche la sua carriera: “La gente passava il tempo a dire che ero un piangione che si lamentava sempre. Molte persone non sapevano della tragedia della mia infanzia e non si curavano del mio modo di camminare quando ho avuto una gamba infortunata per tutta la vita”. La tragedia a cui si riferisce l’ex pro’ francese è la morte del fratello, investito da un’auto, un incidente nella quale rimase appunto ferito a una gamba lo stesso Leblanc: “L’autista ha avuto solo due mesi di ritiro della patente. E mi pongo ancora e ancora una domanda nei confronti del mio fratellino: perché lui e non io?“.
Dopo il ritiro, l’ex campione del mondo confessò anche di aver fatto uso di doping, anche se per un breve periodo di tempo e solo in alcune gare: “Ero alla Festina in quel periodo e sono andato dal nostro medico. Gli ho detto che non capivo la trasformazione di certi compagni di squadra. Mi ha spiegato che, se volevo proseguire, dovevo fare come loro. Altrimenti, la mia carriera sarebbe finita. Ho accettato di prenderne un po’ […] per ridurre la stanchezza del mio corpo. Non volevo una dose che mi avrebbe reso più forte. Tuttavia, è stato un terribile caso di coscienza. Un grande violenza psicologica“.
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