Trek-Segafredo, Letizia Paternoster punta a Tokyo: “Sogno l’oro olimpico e sarà quello che proverò a portare a casa, vado là per vincere”

Impegnata nella preparazione per la nuova stagione, Letizia Paternoster è attesa da un’annata importante. L’atleta della Trek-Segafredo, dopo un 2020 difficile a causa di qualche problema fisico, ha recentemente ripreso ad allenarsi in seguito alla positività al Covid-19 del mese scorso per affrontare al meglio la sua quarta stagione su strada ma, soprattutto, il cammino che la porterà a competere ai Giochi Olimpici di Tokyo. La 21enne trentina, una delle punte di diamante di una nazionale su pista estremamente competitiva (come dimostrano i successi ottenuti negli ultimi anni), il prossimo luglio volerà in Giappone con l’obiettivo di conquistare una prestigiosa medaglia olimpica.

“Prima di tutto già essere alle Olimpiadi è un grande sogno realizzato, dopo di che se vado a Tokyo è per puntare al meglio – ha dichiarato Paternoster all’agenzia ANSASogno l’oro olimpico e sarà quello che proverò a portare a casa, non mi do percentuali ma ci credo tanto, vado là per vincere, punto”.

La 21enne si sta pian piano riprendendo dopo la positività al coronavirus e in questi giorni è impegnata con gli allenamenti su pista al velodromo di Montichiari, dopo essere già stata in Sicilia nelle scorse settimane: “Ho avuto un mese di febbre e ho deciso di andare in Sicilia ad allenarmi. Sto andando molto bene e va sempre meglio con l’allenamento, siamo già qualificate per le Olimpiadi ma ci aspettano due appuntamenti di Coppa del mondo ad aprile e maggio. Saranno due appuntamenti importanti ma io conto di raggiungere la piena forma al momento giusto che sarà ad agosto“.

Impegnata anche negli studi, con il corso di laurea in Scienze Politiche, la ciclista della Trek-Segafredo è molto seguita sui social e, proprio riguardo a questi ultimi, ha lanciato un messaggio ai più giovani: “È giusto usare i social, ma vanno presi i giusti esempi, non devono mai andare oltre. Direi che la cosa migliore è usarli per poter imparare e seguire dei modelli di vita che possano migliorarle e non peggiorarle. E comunque bisogna viversi la vita vera che non è di certo quella dei social”.

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