Abu Dhabi 2028, la montagna artificiale per il Mondiale prende forma: le novità e i dati ufficiali
Il dibattito intorno al percorso di Abu Dhabi 2028 prosegue. Le dichiarazioni di Tim Merlier raccolte da Domestique hanno portato l’attenzione su quanto sta accadendo nella città degli Emirati Arabi Uniti che ospiterà i mondiali di ciclismo tra tre anni. Nell’occasione, il belga lamentava la mancanza di opportunità per i velocisti puri nelle corse iridate: l’ultima circostanza è stata probabilmente nel 2016 a Doha, in Qatar, dove Peter Sagan (Slovacchia) si impose su Mark Cavendish (Gran Bretagna) e Tom Boonen (Belgio). Da allora, in effetti, gli sprinter non hanno più avuto una vera e propria chance, dato che anche i percorsi con meno dislivello altimetrico presentavano qualche difficoltà nel finale.
Nell’intervista, Tim Merlier sottolineava che anche i mondiali di Abu Dhabi 2028, su un terreno che almeno sulla carta sembrerebbe perfetto per fare una gara adatta agli sprinter, potrebbero cambiare il volto: “C’è quella montagna artificiale, che è lì vicino al circuito… Stanno continuando a lavorarci. Io, quando vado a correre all’UAE Tour, ogni anno la vedo sempre più alta”. La montagna a cui fa riferimento è la collina artificiale di Al Wathba, che negli ultimi anni è stata introdotta nel percorso dell’UAE Tour. I dati di come sta cambiando, in effetti, lasciano meno possibilità ai velocisti.
Come sottolinea Marca, nel 2023 la collina di Al Wathba era registrata come una salita di 1,4 chilometri con una pendenza media del 6%, con qualche rampa intorno al 9%. Un punto in cui era possibile posizionare un GPM in una corsa come l’UAE Tour, ma che difficilmente può fare la differenza tra i professionisti. Per il percorso del 2026, però, lo stesso strappo è indicato con un dislivello di 92 metri e misura 2 km. Gli ultimi 500 metri sono indicati con una pendenza intorno all’11%. Non è una coincidenza, ma il frutto di un lavoro artificiale tramite sabbia prelevata da dune fossili, aggregati estratti dal deserto, strati di geotessile per impedire lo spostamento di tutto il materiale e infine asfalto. Un intervento in piena regola, con un’intenzione chiara.
Ma non finisce qui. Sempre Marca riporta che documenti interni degli Emirati Arabi Uniti farebbero pensare alla costruzione di una salita ancora più dura: 3,8 km di lunghezza, con una pendenza media del 6,5% e il tratto finale, di quasi un chilometro, all’11%, con punte al 13% negli ultimi 250 metri. Non una salita lunghissima, certo, ma tra il caldo e il vento in grado di fare molta selezione. E a quel punto sì, è facile pensare che i velocisti potrebbero venire tagliati fuori. Oltre ad Al Wathba, per di più, alcuni lavori nella zona di Hudayriyat stanno creando delle brevi rampe, che a volte si limitano al 4 o 5% ma in altri punti toccano il 10%. Non sono certo strappi durissimi, ma possono fare ulteriore selezione.
Naturalmente, è facile immaginare che al governo locale può fare comodo l’idea che Tadej Pogacar si presenti come grande favorito del mondiale. L’UCI ha dato il veto su un arrivo in salita come a Jebel Hafeet, sia per questioni logistiche sia, probabilmente, per garantire qualche chance in più ai velocisti. Ma l’impressione è che anche tra tre anni Tim Merlier e gli altri sprinter potrebbero rimanere delusi, se le indiscrezioni sul percorso dovessero essere confermate.
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