UCI, il presidente David Lappartient rimane convinto: “Senza radioline ci sono meno cadute in gara. E alcuni grandi corridori non le vogliono”
Il ciclismo su strada sta vivendo un periodo di grande entusiasmo, per quel che riguarda la quantità e la qualità dei campioni che lo animano. Di contro, però, le velocità sempre più alte che caratterizzano le gare sono un indice di alta pericolosità per i corridori in gara. Nell’ultimo anno e mezzo il mondo del ciclismo ha dovuto fare i conti con tre incidenti rivelatisi poi mortali, quelli che sono costati la vita a Gino Mäder (al Giro di Svizzera 2023), ad Andre Drege (al Giro d’Austria 2024) e alla giovanissima Muriel Furrer, durante la prova di categoria Junior dei Mondiali di Zurigo 2024.
Inevitabile, quindi, che il tema della sicurezza sia molto ricorrente. A parlarne è anche il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, David Lappartient, intervenuto all’assemblea dell’Associazione Internazionale Organizzatori di Corse Ciclistiche (AIOCC). Il dirigente francese negli anni è stato un convinto sostenitore dell’idea di togliere le radioline delle orecchie dei corridori in gara e non sembra voler tornare sui suoi passi, anche se, nel caso di Furrer, un apparecchio trasmittente avrebbe, forse, potuto cambiare il tragico esito della caduta: “Abbiamo notato che nelle gare fatte senza auricolari, ci sono state meno cadute – le parole di Lappartient riportate dalla Gazzetta dello Sport – Inoltre, alcuni grandi corridori ci hanno fatto sapere che non vogliono le radioline. E se al Mondiale di Zurigo ci fossero state, forse Tadej Pogačar non sarebbe partito a 100 chilometri dall’arrivo. I direttori sportivi vogliono le radio per ragioni tattiche, ma quella è una cosa diversa dalla sicurezza”.
Il concetto espresso da Lappartient sembra però cozzare decisamente con quanto espresso, giusto qualche giorno fa, da alcuni organizzatori di corse, che stanno pensando di implementare un metodo di comunicazione “avanzato”, nei confronti delle ammiraglie, e di conseguenza in direzione dei corridori, per segnalare eventuali tratti pericolosi in gara. Gli stessi organizzatori, quelli del Giro di Svizzera, del Giro d’Austria e del Giro di Germania, spingono per l’introduzione di un sistema di localizzazione GPS per tutti i corridori i gara; in questo caso, Lappartient pare sulla stessa lunghezza d’onda: “Non metteremo mai limiti alla tecnologia, se questa serve per aumentare la sicurezza dei corridori. Un atleta deve essere sempre localizzabile e ora speriamo ci possa essere una evoluzione in tal senso. Ripensando al caso di Muriel Furrer, nessuno si era accorto subito che la ragazza non fosse arrivata al traguardo”.
In chiave futura, si parla molto di un eventuale allargamento del calendario delle gare WorldTour. Sul tema, però, Lappartient rimane vago: “Non vogliamo ampliarlo troppo – le parole del presidente dell’UCI – E in ogni caso non in paesi che hanno già un numero rilevante di appuntamenti, come Italia, Francia e Belgio. Per quello che riguarda la posizione delle gare in calendario, niente è immutabile. Ma se facciamo delle modifiche, deve esserci una ragione”.
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