UAE Team Emirates XRG, Tadej Pogačar: “Non voglio scrivere la storia, mi voglio solo divertire in bici”

Tadej Pogačar scrive la storia del nostro sport con grande naturalezza. Ovviamente, lo sloveno sta lasciando una impronta indelebile nel ciclismo e solo il tempo potrà dirci davvero dove si collocherà nell’olimpo del ciclismo, ma al momento sono considerazioni che cerca di lasciarsi da parte. Inevitabile che nei suoi pensieri ci sia l’idea di segnare per sempre la sua epoca e il mondo del pedale, inevitabile che nel fare le sue scelte di calendario, programma e obiettivi, ci sia anche l’impatto che queste decisioni abbiano nel libro dei record delle due ruote, ma d’altro canto riesce a vivere tutto con una naturalezza che non può essere solo di facciata. La semplicità con cui affronta il tutto è figlia del suo carattere e del suo modo di essere.
“Mi viene spesso chiesto se sono consapevole di scrivere la storia o cosa significhi per me, ma come dico ogni volta, non sto cercando di scrivere la storia, mi voglio solo divertire. Voglio solo divertirmi in bicicletta. È l’unica cosa che voglio fare”, ha commentato in proposito a DirectVélo ribadendo un concetto che ha spesso espresso da quando è diventato ormai l’uomo di riferimento del nostro sport, uno dei pochissimi della storia che può essere davvero messo a confronto con Eddy Merckx e gli altri grandissimi, soprattutto dopo quanto fatto questa primavera, dimostrando una completezza che forse neanche lui sapeva di avere.
Ed è proprio quanto fatto alla Parigi – Roubaix ad avere un posto speciale nel suo cuore: “Naturalmente le vittorie sono sempre memorabili, ma devo ammettere che se c’è una cosa che spicca in questa primavera è la prima esperienza alla Roubaix. È stato qualcosa che non avrei mai immaginato di poter realizzare. Più in generale, avrò un ricordo molto bello di questa primavera, questo è sicuro. È stata perfetta e sono molto contento di come è andata”.
Pronto ora finalmente a godersi “del tempo in famiglia” e il meritato riposo, per lui la pausa sarà comunque abbastanza breve perché presto dovrà iniziare “la preparazione per le corse di questa estate”, riflette anche sul futuro più ampio e sul ruolo che le classiche avranno in futuro nel suo definire gli impegni e obiettivi stagionali, con inevitabilmente per lui anche uno sguardo di insieme per andare sempre più a costruire una carriera da leggenda.
“Non lo so, dipende dal piano generale della stagione – riflette dunque riguardo la possibilità di ripetere quanto fatto in queste settimane nei prossimi anni – Se voglio fare il Giro, è complicato immaginare di fare tutte le classiche come ho fatto quest’anno. Con la primavera che ho appena avuto, se dovessi andare al Giro, probabilmente tornerei a casa dopo una settimana… C’è sempre bisogno di avere dei momenti di recupero, periodi di relax, con la famiglia e con meno ciclismo, per non esplodere mentalmente. Non riesco a immaginare di ripetere questo schema ogni anno, mi sembra molto complicato“.
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