UAE Emirates, Tadej Pogačar: “Tripletta Giro-Tour-Vuelta? Dopo il Tour ci ho pensato, vedremo nei prossimi anni”

Tadej Pogačar fa sognare i suoi tanti tifosi. Il fenomeno sloveno, il giorno dopo la sua fantastica vittoria sulle strade de Il Lombardia, è stato intervistato sul palco del Festival dello Sport di Trento dal vicedirettore de La Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi, dal giornalista Ciro Scognamiglio e dall’opinionista ed ex CT della nazionale di ciclismo, Davide Cassani. In quest’occasione il 26enne della UAE Emirates, come riporta Il Corriere della Sera, ha parlato lungamente di come si è sviluppata la sua magnifica stagione, che lo ha visto completare la mitica doppietta Giro-Tour e anche di vincere la maglia iridata di campione del mondo e di conquistare due classiche monumento come Liegi-Bastogne-Liegi e la recentissima classica delle foglie morte, ma ha anche rivelato il suo modo di intendere il ciclismo, i suoi obiettivi futuri e il suo rapporto con i grandi del passato.

“Non ho un modello, non ho mai avuto un idolo, o ogni paragone con i grandi non mi piace, non ero neanche nato quando questi campioni vincevano, si correva un ciclismo diverso. Io seguo il mio percorso, creo la mia storia, vivo il momento senza guardare al passato – questo il pensiero di Pogačar, un campione amatissimo proprio per il suo modo spettacolare di affrontate ogni corsa a viso aperto – Mi è sempre piaciuto guardare il cuore delle cose, non aspettarle al traguardo. Forse è per questo che corro così. È importante avere più di un’opzione e seguire quello che dice anche l’istinto”.

Dopo aver vinto Giro delle Fiandre nel 2023, la Liegi nel 2021 e nel 2024 e il Lombardia senza interruzioni dal 2021 al 2024, per riuscire a portarsi a casa tutte e cinque le monumento gli mancano l’infernale Parigi-Roubaix e la Milano-Sanremo, dove quest’anno è arrivato terzo. “Ci sarà sempre qualcuno più veloce di me ma posso provarci attaccando in qualche modo, ci sto pensando da un po’ ma provare a vincerla sarà davvero qualcosa di impegnativo – ha detto lo sloveno, prima di rivelare di aver avuto l’idea di correre anche la Vuelta a España per provare a vincere tutti e tre i grandi giri nel corso di questa stagione – Dopo il Tour ci ho pensato, ma il mio corpo aveva bisogno di riposo. Andare alla Vuelta significava saltare i Mondiali. Quest’anno sarebbe stato impossibile. Il mio obiettivo era ottenere la maglia iridata quindi le decisioni che ho preso erano giuste. Vedremo nei prossimi anni”.

Pogačar ha poi avuto modo di parlare anche dei suoi diretti rivali per le corse a tappe e le grandi classiche, e del tipo di rapporto che ha con loro. “I miei rivali sono Roglic, che ha avuto sfortuna negli ultimi anni, ma anche van der Poel, con cui siamo avversari nella classiche. E poi Remco Evenepoel, in qualsiasi corsa devo starci molto attento. Vado sempre d’accordo con tutti, anche se non si può dire che siamo amici. Ma non siamo nemici, perché vogliamo sconfiggerci in gara – ha risposto il 26enne di Klanec, che poi ha avuto modo di dire cosa pensa dell’Italia – Mi piace allenarmi e gareggiare nel vostro Paese, amo i paesaggi, le montagne, il cibo, il caffè e le persone, peccato solo che il traffico sia a volte pericoloso per chi va in bici”.

In chiusura il sempre sorridente fenomeno in maglia iridata ha voluto trasmettere un messaggio altamente ispirazionale rivolgendosi direttamente ai tanti ragazzi presenti tra il pubblico del festival organizzato da La Gazzetta dello Sport. “Quando avevo la vostra età ho partecipato a gare dove finivo ultimo o a volte nemmeno arrivavo al traguardo. Non bisogna mai arrendersi: devi lavorare sodo, devi impegnarti. Alla fine gli sforzi ti premiano“.

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