Tour de France, in 4 edizioni Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard separati da appena 3 secondi (senza abbuoni)

3 secondi in 13.667,1 chilometri. È questa la differenza sulla strada tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar nelle ultime quattro edizioni del Tour de France. Dopo il successo dello sloveno in questa edizione, i due sono alla pari negli scontri diretti nei grandi giri, con due successi (e due secondi posti) ciascuno, visto che il danese non era presente al primo trionfo del rivale, nel 2020. Un equilibrio che sta facendo le fortune della Grande Boucle, e del ciclismo in generale, rilanciato nella sfida fra l’istintivo scapigliato di Komenda, e l’infaticabile ragionatore scandinavo. Due modi diversi di correre, ma di certo entrambi autori di grandi imprese e battaglie in queste quattro stagioni, condizionate da infortuni per entrambi e situazioni di corsa ogni volta diverse. Ma quel che emerge è un equilibrio che non necessariamente vale qualcosa, ma dimostra ancora una volta quanto la sfida sia serrata fra questi due grandi talenti del ciclismo moderno.

Il calcolo effettuato da ProCyclingStats al termine delle oltre 328 ore di gara complessive premia dunque il danese, per questa sottilissima differenza, che volendola analizzare in km/h risulta essere di 0.00000006379 km/h e che in termini metrici diventa incalcolabile se volessimo utilizzare le unità di misura che conosciamo noi che non ci occupiamo di molecole e atomi, se non finendo con esponenti negativi che l’occhio nudo non sarebbe in alcun modo in grado di percepire.

La differenza tra i due cresce invece notevolmente se andiamo poi a guardare gli abbuoni conquistati durante la corsa (ovviamente prevalentemente al traguardo, ma non solo, visto che in questi anni sono stati introdotti dei bonus in cima ad alcune salite, oltre ai tradizionali abbuoni ai Traguardi Volanti, che, seppur raramente, a volte hanno comunque visto i due spiluccare qualcosina). Qui la situazione si ribalta completamente con Pogacar che può contare su ben 199 secondi aggiuntivi, ovvero 3’19”, contro i 111 secondi, che equivalgono a 1’51” di Vingegaard. Un risultato che non sorprende, complice anche le caratteristiche diverse dei due, tanto fisiche quanto psicologiche. La differenza a quel punto diventa di 1’25” in favore del fresco vincitore a Nizza. Un gap decisamente più alto, che comunque, su 328h24’46” (il totale dello sloveno togliendo gli abbuoni) resta davvero molto limitato.

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