Sky, Moscon torna a parlare e sbotta: “Mai dato un pugno a nessuno, invece ne ho presi…” E rivela di Kung, De Marchi e Nibali

A pochi giorni dal ritorno, Gianni Moscon si fa sentire. Il corridore della Sky tornerà alle corse alla Coppa Agostoni, giusto in tempo per le convocazioni mondiali di Davide Cassani e prima di indossare di nuovo il dorsale si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Digerito il mancato sostegno del suo team, ha ripreso ad allenarsi con grande foga e concentrazione, intenzionato a riscattare sulla strada le problematiche di questa estate per lui caldissima. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il corridore trentino si lascia andare e si sfoga, esprimendosi apertamente.

“Non ci sto pensando più – spiega riguardo quanto successo al Tour de France – Non me ne frega niente, neppure di quello che dicono. Hanno continuato a buttarmi m… addosso, ma io con la testa sono tornato a quando ero dilettante. Quando c’era una salita, scattavo e andavo da solo. Ho ricominciato a pensare così, in positivo. Voglio andare alle gare senza paura. Pensando ad attaccare, a scattare sui denti ai rivali. Mi è scattato qualcosa in testa. Voglio correre in maniera più aggressiva, senza paura. Fregandomene di tutto. O la va o la spacca“.

Per questo ha ripreso ad allenarsi in maniera serrata, con grande determinazione: “Stavolta ho preso la situazione di petto invece di subirla. Mi sono allenato come mai, ho fatto 8 e poi altri 10 giorni di altura allo Stelvio. Tutti i giorni, a parte quelli di scarico, sei ore in bici. È stata la mia reazione. Il Giro del Bernina e lo Stelvio tutto dietro moto, con l’aiuto di un amico. Mai fatto prima”.

Deciso a farsi scivolare addosso quanto viene detto su di lui, Moscon non ci sta tuttavia a passare per il cattivo e carnefice di turno. “Non ho mai dato un pugno a nessuno – spiega a Ciro Scognamiglio – Invece di pugni ne ho presi. E sono stato tolto dall’ordine d’arrivo dell’ultimo Mondiale per la borraccia e il traino, ma non sempre è così. Vogliamo dirlo?” Il riferimento ad una disparità di trattamento non è generico, ma il 26enne italiano entra nel dettaglio e punta il dito chiaramente contro Stephan Kung (BMC), non solo per traino.

“Al Gp Harelbeke ero a ruota di Küng, eravamo rimasti coinvolti nella stessa caduta – rivela – Ci davamo i cambi per rientrare, stava tirando lui… arriva l’auto, e lo porta via, è rientrato così… Ma non ho fatto reclami, zero. Cosa ci avrei guadagnato? Niente. Non ci vedevo niente di troppo brutto, era caduto anche lui… fatalità, proprio Küng alla Tirreno-Adriatico in passato prima di prendere il Terminillo mi ha dato un pugno sulla schiena. Io tenevo la mia squadra davanti, lui voleva passare… L’ho preso e sono stato zitto”.

Intenzionato a ben figurare al Mondiale di Innsbruck 2018 per il quale Davide Cassani sembra intenzionato a convocarlo, anche se solo per la prova in linea, Moscon vuole ripagare la fiducia del cittì azzurro. “Cassani mi è stato molto vicino, è stato uno stimolo, un obiettivo – aggiunge – Io sono pronto a mettermi a disposizione, a fare ciò che mi verrà chiesto. Fosse per me, farei anche la crono”.

Aggiungendo che la leadership di Vincenzo Nibali “non è in discussione”, Moscon sottolinea tuttavia qualche dissapore interno ai membri della nazionale emerso recentemente, con Alessandro De Marchi, ma anche con lo Squalo dello Stretto. “De Marchi diceva che noi di Sky eravamo arroganti – precisa – Io non ero d’accordo, abbiamo discusso. Ora non ci sono problemi da parte mia. Ho letto delle perplessità di Nibali, a me non aveva detto niente. Facevo la mia gara e stop. Potevamo discuterne, sarebbe stato meglio, ma ho il massimo rispetto per lui”.

Da Ekoï è già Black Friday! Tutto il sito al 60%!
Ascolta SpazioTalk!
Ci trovi anche sulle migliori piattaforme di streaming

3 Commenti

  1. “Non me ne frega niente” – Già dal linguaggio usato direi che Cassani dovrebbe pensarci mille volte prima di inserirlo in squadra. Moscon continua a voler confermare che un conto è l’atleta e un conto l’uomo – se il primo è certamente di buon livello il secondo continua sempre più verso una china pericolosa di discredito e di supponenza. Passare per vittima dopo tre casi in cui è stato punito perfino dalla sua squadra e voler continuare a insistere significa mancanza assoluta di autocritica e di accettazione dei propri errori. Quanto poi ad essere lui a chiedere di fare anche la cronometro rappresenta il massimo di autoproclamazione – a quando “voi non sapete chi sono io?”.

    1. Ciao Augusto, i commenti purtroppo non vengono sempre approvati in tempo reale (specialmente se sono in corso delle dirette). Le opinioni (quindi anche le critiche) sono tutte lecite, l’importante è che siano (come la tua) espresse educatamente e senza offendere 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio