Soudal-QuickStep, William Junior Lecerf carico per il 2025: “Sono motivato a fare ancora meglio”
La prima stagione di William Junior Lecerf tra i pro della Soudal-QuickStep è stata davvero positiva. Il 22enne belga, che proviene dal vivaio del team di Patrick Lefevere, nel corso di questi 12 mesi ha avuto modo di fare molta esperienza e di scoprire tante gare durissime sia tra le corse da un giorno che tra le grandi classiche. Solo una è stata la vittoria a titolo personale, la quarta tappa del Tour du Rwanda, ma tanti sono stati i piazzamenti di rilievo, come il secondo posto nella tappa regina dell’AlUla Tour e il quarto posto nella decima frazione della Vuelta a España, vinta dal suo connazionale Wout Van Aert. Il giovane talento fiammingo ha voluto tirare le somme della sua stagione di debutto tra i pro ma ha anche tracciato la via per quello che sarà il suo 2025.
“La mia prima gara dell’anno è stata l’AlUla Tour. Secondo me è stata la mia migliore gara fino ad ora. Mi sono allenato duramente per tutto l’inverno per essere in forma per la prima gara e volevo davvero dimostrare qualcosa, ho sorpreso me stesso perché speravo di arrivare tra i primi 10 o qualcosa del genere, ma essere quasi in grado di vincere la generale è stata una bella prestazione – ha sottolineato Lecerf – Il finale dell’ultima tappa è stato su una salita brutale verso le Skyviews di Harrat Uwayrid: solo due o tre chilometri di lunghezza, ma è come se fosse un muro con una media del 15%. Ma questo è stato davvero un vantaggio per me, perché sono uno dei corridori più leggeri del gruppo. Mi trovo bene sulle salite più ripide, ma non so ancora quali siano le mie preferite. Alla Vuelta ho fatto anche delle buone prestazioni su salite più lunghe, quindi non so ancora in cosa sono più bravo, ma credo di doverlo scoprire con gli allenatori della squadra e lo staff, e lo vedremo nei prossimi due anni, credo”.
Poco dopo per lui è arrivato il momento per il debutto nelle corse a tappe di livello più alto. “La mia prima gara World Tour è stata la Volta a Catalunya. Sono arrivato 12° nella prima tappa in un arrivo in salita. È stato molto bello, ma poi ho sofferto sulle salite più lunghe e sono stato un po’ meno bravo. Era anche la mia prima gara a questo livello, quindi non potevo essere deluso: non ero l’ultimo! È stata una bella esperienza e una bella gara, che credo farò spesso in futuro, quindi è stato importante per me scoprirla quest’anno, ora so com’è e posso guardare ai prossimi anni – continua il giovane belga – Inoltre, è stato bello che per la prima volta ho aiutato la squadra a raggiungere un obiettivo e siamo arrivati secondi con Mikel [Landa, ndr], dietro a Pogacar, il che è sembrato quasi una vittoria per noi! Sono stato in grado di aiutare Mikel nelle ultime tappe, nei tratti in salita, quindi lui era felice per me e anche questo è stato importante. Mi è piaciuto aiutare gli altri corridori della squadra, perché per me è stata una delle migliori prestazioni di squadra a cui ho partecipato quest’anno“.
La sorpresa, dopo la partecipazione a una monumento come la Liegi-Bastogne-Liegi, è stata la sua convocazione per una grande corsa a tappe. “All’inizio della stagione ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto essere al via di un Grande Giro, ma la squadra non poteva darmi una garanzia. Quindi, ero davvero motivato a fare del mio meglio e a dimostrare loro che ero pronto e che ero al livello giusto – prosegue – Sono stato felice di essere stato scelto per La Vuelta, perché penso che sia quella più adatta a me. Naturalmente, all’inizio dubitavo di come sarebbe stato e di come sarebbe andata a finire, perché non ho mai corso un Grande Giro. Sono ancora giovane, quindi non sappiamo come reagisce il corpo, ma sono rimasto davvero sorpreso che sia andata così bene, meglio di quanto mi aspettassi. Ho avuto solo due o tre giorni in cui ho avuto male alle gambe e ho sofferto un po’, ma credo sia normale”.
Il 22enne di Halle ha quindi avuto modo di fare davvero molta esperienza, che gli sarà molto utile per le prossime stagioni. “La cosa più importante che ho imparato quest’anno è che il mio corpo reagisce bene ai Grandi Giri. Penso che sia importante per il futuro, perché mi sentivo ancora abbastanza bene nella seconda e terza settimana. È importante che il mio corpo non sia stanco e scarico dopo una settimana. È stato importante ottenere già qualche risultato, perché voglio continuare, puntare alla vittoria nelle gare in cui penso sia possibile e poi costruire da lì. E nelle gare più importanti, per aiutare la squadra con Remco a vincere il più possibile. Sono molto soddisfatto di questa prima stagione e ora sono ancora più motivato a fare un’altra buona stagione nel 2025, che possa essere ancora migliore di quella di quest’anno”.
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