Soudal-QuickStep, Tim Merlier: “Quest’anno avrò un programma da sprinter e mi concentrerò meno sulle corse di un giorno”

Tim Merlier non vede l’ora di iniziare la sua stagione su strada. Se nel corso di questi primi giorni dell’anno ha già fatto vedere la maglia della Soudal – QuickStep, la sua nuova squadra, in alcune corse di ciclocross, il belga si sta già preparando all’esordio su strada. Il primo impegno dell’anno è previsto per il 9 febbraio, quando dovrebbe essere oramai nato suo figlio e lui correrà la Muscat Classic, per poi prendere il via al Tour of Oman (10-14/02). In questo 2023 l’ex Alpcin – Deceuninck dovrà abituarsi al nuovo treno, ma dovrà anche capire come sarà la convivenza con Fabio Jakobsen, che si è già detto pronto a coonvivere con il nuovo sprinter.

“Dopo il Tour of Oman correrò l’UAE Tour – ha raccontato il classe 1992 a Nieuwsblad – quindi automaticamente non correrò il week-end di apertura in Belgio: la Kuurne – Bruxelles – Kuurne e per Joakobsen. Dopo andrò alla Parigi – Nizza e poi Nokere Koerse, Bredene Koksijde Classic, Dwars door Vlaanderen e Gent-Wevelgem. O almeno spero di essere a Wevelgem: per ora sono nella lista delle riserve. Poi un giorno sogno di essere al via della Parigi – Roubaix”.

Scartata, quindi, per il momento l’ipotesi di correre la Milano – Sanremo e il Giro delle Fiandre: “Con la generazione di Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar ci sono poche possibilità che ci sia una volata di un grosso gruppo in via Roma. Avete visto come sono andati l’anno scorso sulla Cipressa? È sempre meno terreno per velocisti […] Quest’anno avrò un programma da sprinter e mi concentrerò meno sulle corse di un giorno. Non c’è niente di sbagliato in questo. Onestamente il Fiandre è troppo duro per me”.

Al momento l’unico GT previsto per lui dovrebbe essere la Vuelta a España, mentre è già certo che il suo ultimo uomo sarà Bert Van Lerberghe: “Ci conosciamo da molto tempo, da quando abbiamo dodici anni. Eravamo nella stessa classe alle superiori Io sono diventato ciclista e lui un po’ dopo. Sono anche il padrino di uno dei suoi figli. Ha lavorato per me per la prima volta l’anno scorso ai campionati europei. Farà anche tutte le prime corse a tappe con me e ci alleniamo insieme”.

A proposito di Jakobsen, invece, il nativo di Wortegem-Petegem ha detto: “Puoi solo avere rispetto di lui dopo quello che ha passato in seguito al suo terribile incidente al Giro di Polonia. È il velocista più difficile per me da battere: guardate cosa ha fatto l’anno scorso. Preferisco essere in squadra con lui che contro”.

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