Red Bull – Bora – hansgrohe, Primož Roglič si racconta: “Il Giro del 2016 è stata la svolta della mia carriera, non ho rimpianti per il Tour 2020”

Primož Roglič è senza dubbio uno dei corridori più di successo degli ultimi 10 anni. Il suo approccio al mondo del ciclismo non è stato però dei più tradizionali, dato che il corridore della Red Bull – Bora – hansgrohe si è avvicinato a questa disciplina solo nel 2011 come mezzo di riabilitazione a seguito di una brutta caduta durante una sessione di salto con gli sci (di cui Roglič è stato anche campione del mondo juniores a squadre, ndr). Dal 2013, anno del suo primo contratto con la Adria Mobil, ad oggi, però, il nativo di Trbovlje si è imposto come uno dei più grandi corridori di classifica del XXI secolo conquistando cinque grandi giri (4 Vuelta a España e 1 Giro d’Italia), una monumento (la Liegi-Bastogne-Liegi del 2020), un titolo olimpico a cronometro a Tokyo e numerosissime brevi corse a tappe World Tour.

La carriera di Roglič non è però sempre stata caratterizzata da una grossa dose di fortuna. Tutti ricorderanno l’incredibile ribaltone finale in occasione della cronoscalata a La Planche des Belles Filles del Tour de France 2020 in cui l’ex saltatore con gli sci perse la Maglia Gialla, scavalcato dal connazionale Tadej Pogačar proprio alla vigilia della passerella di Parigi, ma sono state diverse le occasioni in cui la buona sorte non ha sorriso al classe 1989, che spesso ha dovuto fare i conti con cadute ed infortuni che lo hanno privato di quelli che sarebbero potuti essere numerosi altri successi. Nonostante tutto, però, il 34enne non sente di avere rimpianti, come da lui stesso raccontato in un’intervista con Kristjan Vrecek, ex corridore sloveno.

Quando sono arrivato all’Adria Mobil non volevo neanche essere pagato, non mi sognavo neanche di gareggiare e non conoscevo nessuno nel ciclismo. Guardavo solo le corse in TV e mi ero reso conto di quanto fosse professionale il ciclismo. Era qualcosa di pazzesco, ma ero convinto che era qualcosa che ero in grado di fare”. Nonostante non avesse richiesto nessun salario Roglič iniziò a ricevere subito una paga, per quanto esigua: “Il mio primo stipendio fu di 300 euro”.

Dopo il passaggio nella formazione slovena lo step successivo fu il passaggio, nel 2016, alla LottoNL – Jumbo, squadra con cui ha poi militato fino alla scorsa stagione: “Non ho esitato nel firmare con la Jumbo perché non sapevo nulla. Se non sai cosa aspettarti e non ti interessa, semplicemente agisci. Poi superi le sfide che ti si presentano davanti”. Proprio con la squadra giallonera Roglic ha preso parte al suo primo Grande Giro, il Giro d’Italia 2016, in cui vinse anche una tappa a cronometro: “Avevo chiuso al secondo posto al prologo di Apeldoorn dietro solo a Tom Dumoulin. In quel momento ho realizzato che ero anche in grado di fare bene a cronometro e che forse avrei potuto anche fare qualcosa in più di quello. La vittoria nella cronometro della nona tappa è stato il punto di svolta della mia carriera“.

Carriera che è poi proseguita con tantissimi successi e che neanche la bruciante delusione del 2020 alla Grand Boucle ha mai fatto vacillare: “Non ho mai pensato di cambiare qualcosa dopo quel momento perché non ho delle brutte sensazioni a riguardo. Quel risultato era il migliore che potevo raggiungere, e va bene così“.

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