Pagelle Volta a Catalunya 2025: Roglič una garanzia, Ayuso lascia qualche dubbio – Brennan salva una Visma decisamente deludente

Primož Roglič (Red Bull-Bora-hansgrohe), 10: Sconfitto da gran signore nel primo test, riesce a rifarsi subito il giorno dopo e corre sempre con grande attenzione. Commette forse qualche errore a qualche traguardo volante, specialmente il secondo dell’ultima tappa, ma con il suo assolo finale chiarisce che non sarà una questione di secondi. Una azione in grande stile come non gli si vedeva fare da molto tempo, con la classe di un corridore che ha la grande capacità di adattarsi alle situazioni e scegliere la strategia vincente in base allo scenario che gli si presenta davanti (al netto della sfortuna che troppo spesso lo perseguita).
Matthew Brennan (Visma | Lease a Bike), 9: Due successi di tappa, un secondo posto e due giorni in maglia di leader. Risultati clamorosi per un 19enne neopro’, impressionante soprattutto nella prima tappa, dove compie un’incredibile rimonta su un Del Grosso che sembrava lanciato verso la vittoria e riesce a tenersi dietro anche Groves. È nata una nuova stella?
Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG), 8,5: Il cedimento dell’ultimo giorno lascia qualche perplessità perché nell’unica tappa in cui c’è un vero confronto fatto di scatti e accelerazioni stavolta viene sovrastato. Si rovina così una settimana quasi perfetta, che lo stava portando alla conquista della seconda corsa a tappe in pochi giorni, cosa non da poco. Esce dunque sconfitto nel confronto con Roglic, che sarà poi il suo rivale anche al Giro d’Italia, perdendo forse in alcuni frangenti anche dal punto di vista psicologico, forse non supportato proprio come ci sarebbe aspettato da corridori del calibro di Marc Soler (6) e Adam Yates (5,5), non proprio utilissimi alla causa. Ma sono tutte lezioni che potranno fargli comodo.
Mikel Landa (Soudal Quick-Step), 7,5: L’esperto spagnolo sfodera un’altra prova di solidità in una corsa che alla fine propone solo arrivi non proprio ideali per lui. Perso il podio per colpa degli abbuoni, si porta comunque a casa un buon risultato e una nuova dimostrazione di potersi ancora giocare risultati prestigiosi malgrado i 35 anni.
Enric Mas (Movistar), 7,5: Non brilla, ma alla fine è comunque uno dei migliori. Anche per lui un percorso non proprio perfetto visto che le montagne vere non ci sono state, ma il terzo posto finale è un bel risultato da portarsi a casa in vista delle prossime corse, confermandosi indubbiamente tra i migliori scalatori alle spalle di coloro che dominano la scena in questi anni.
Lenny Martinez (Bahrain Victorious), 7,5: Regolarmente piazzato nelle tappe che alla fine segnano la corsa, il giovane corridore transalpino coglie una quinta posizione che non gli permette di lasciare il segno come avrebbe sperato, ma che rappresenta comunque sinora il suo migliori risultato in classifica in una corsa a tappe WorldTour. Dopo il successo di tappa alla Parigi-Nizza, trova quindi comunque il modo di ricompensare il suo team con una continuità interessante.
Ethan Vernon (Israel-Premier Tech), 7: Centra un bel successo in rimonta nella tappa che più si addiceva alle sue caratteristiche e tanto basta per valutare positivamente la sua corsa. Sufficienza anche per il compagno di squadra Corbin Strong (6), che, pur non arrivando vicino alla vittoria, riesce a ottenere alcuni buoni piazzamenti, anche se quello migliore gli viene tolto per una deviazione in volata.
Quinn Simmons (Lidl-Trek), 7: Al di là del successo nella mini sesta tappa con un colpo da finisseur nel finale, lo statunitense si mette in evidenza provando ad attaccare in diverse occasioni e, in generale, è apparso pimpante come non lo vedevamo da un po’ di tempo.
Giulio Pellizzari (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7: Non ha spazio per sé, ma quando serve al suo capitano c’è. In una corsa che alla fine non esalta di certo le sue caratteristiche, il giovane corridore azzurro è tuttavia comunque prezioso al fianco di Roglic, riuscendo a tenere alto il ritmo quando serve fino a lanciarlo poi verso la sua cavalcata solitaria nella tappa finale. Alla fine è anche il miglior italiano in classifica, 16°.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7: Al ritorno dalla frattura della clavicola il colombiano non brilla, ma è comunque fra i più solidi, chiudendo con un settimo posto finale che fa comunque ben sperare per il resto della stagione. La grinta e la determinazione sono quelle di sempre, quelle di un corridore che non ha paura di saltare pur di essere nel vivo della corsa il più a lungo possibile.
Harold Martin Lopez (XDS Astana), 6,5: Settimana positiva per il giovane ecuadoregno della Astana che trova, grazie al tredicesimo posto finale, il suo miglior piazzamento in una corsa WorldTour e conquista anche qualche punto importante per la squadra in ottica classifica UCI. Sicuramente il più costante tra le tre punte dei kazaki, con Lorenzo Fortunato (6) e Wout Poels (6) che comunque riescono a non sfigurare.
Laurens De Plus (Ineos Grenadiers), 6,5: Un buon sesto posto finale impreziosito dalla seconda posizione nella tappa conclusiva, nella quale è emerso tra i più intraprendenti, trovando anche uno spunto che non sempre gli si è visto in questi anni.
Lennert Van Eetvelt (Lotto), 6,5: Nell’ultima tappa conferma la sua verve, che forse non si era vista abbastanza sino a quel momento. In una corsa in cui l’esplosività alla fine contava ancor più del previsto ci si poteva probabilmente aspettare qualcosa in più, ma il suo piazzamento finale resta comunque prezioso alla causa del team e ne ribadisce le qualità nelle brevi corse a tappe.
Tibor Del Grosso (Alpecin-Deceuninck), 6,5: Va vicinissimo alla sua prima vittoria tra i pro’ nella frazione inaugurale, quando viene rimontato e superato a un soffio dal traguardo da Brennan, ed è poi secondo anche ad Amposta, sempre alle spalle del 19enne. Stessi piazzamenti per il compagno di squadra Kaden Groves (6), dal quale tuttavia ci si poteva attendere qualcosa in più (anche se l’australiano è stato forse condizionato dal problema al ginocchio che lo ha poi portato al ritiro), soprattutto nella prima tappa, quando, posizionato perfettamente a ruota di Brennan, non riesce ad avere la meglio sul britannico.
Pavel Bittner (Team Picnic PostNL), 6: Conferma il suo buon feeling con le corse spagnole centrando tre piazzamenti nella top-10 e due podi, trovando tuttavia sempre qualcuno che lo batte. Era probabilmente il miglior velocista al via, ma le tappe non erano sempre ideali per lui, quindi può comunque sorridere per essere riuscito a farsi trovare davanti.
Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale), 6: Trova qualche piazzamento che con un pizzico di fortuna in più e magari una squadra più attrezzata al suo fianco sarebbero potuti essere ancora migliori, ma assieme ad Andrea Vendrame (6), a sua volta capace di issarsi un paio di volte tra i big, conferma che la squadra transalpina ha la possibilità di giocarsi anche traguardi importanti.
Matthew Riccitello (Israel-Premier Tech), 5,5: Ci prova qualche volta, ma alla fine raccoglie solo una top-10 e nella generale chiude fuori dai primi dieci. In miglioramento rispetto all’UAE Tour, ma comunque ancora sotto le sue ambizioni.
Simon Yates (Visma | Lease a Bike), 5,5: La top-10 è indubbiamente troppo poco per lui, che comunque arrivava da un periodo ancor meno brillante, potendo così almeno sorridere per un miglioramento che si è chiaramente visto, riuscendo anche a farsi vedere qualche volta in testa alla corsa, anche se ancora solo a sprazzi e non proprio nel vivo dell’azione.
Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), 5,5: Conquista l’ultimo posto della top-10 in classifica generale ma lo fa senza mai davvero mettersi in mostra, rimanendo sempre nelle retrovie anche quando la strada dovrebbe sorridergli. Servirà un’altra versione dell’ecuadoregno se vorrà giocarsi, come da lui stesso confermato, il Giro d’Italia.
Sepp Kuss (Visma | Lease a Bike), 5,5: Altra prestazione lontana dai giorni migliori per lo statunitense, che non sempre riesce a compiere al meglio il suo lavoro da gregario e si vede anche poco all’attacco, a eccezione del finale della terza frazione.
Axel Laurance (Ineos Grenadiers), 5,5: Un paio di buone prestazioni alternate a due giornate da incubo in occasione dei due arrivi in salita. Tutto sommato non è tutto da buttare per il francese, che però non riesce mai a giocarsi davvero le sue chance per la vittoria di tappa nonostante il supporto dei compagni di squadra.
Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), 5,5: Ancora lontano dalla sua miglior condizione, il gallese ha comunque il merito di non far mai mancare il proprio supporto ai compagni di squadra.
Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek), 5: Ogni tanto riesce a catturare qualche inquadratura, ma è sempre dietro e non trova mai lo spunto per issarsi tra i migliori. Chiude così la corsa con una sola top-10 e un 15° posto finale che son di certo meno di quanto si era prefissato arrivando a una corsa che rappresentava un momento importante della sua stagione, non necessariamente in termini di risultati, ma quantomeno di messa a fuoco.
Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), 5: Costantemente tra i migliori lo scorso anno, per il momento il corridore australiano non trova la gamba giusta e prosegue con prestazioni ancora non all’altezza. La sfortuna ci mette lo zampino in alcune circostanze, ma il risultato sembra soprattutto figlio di una condizione che tarda ad arrivare, complici forse anche obiettivi molto lontani nel tempo.
Ethan Hayter (Soudal Quick-Step), 5: Prosegue il momento negativo del corridore britannico, che da un paio di stagioni a questa parte è poco presente nelle prime posizioni degli ordini d’arrivo. Nonostante la presenza di diverse tappe adatte alle sue caratteristiche, il suo miglior risultato è un 36° posto, decisamente troppo poco per un corridore con le sue qualità.
Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale), sv: Dopo un UAE Tour e una Parigi-Nizza un po’ sottotono, pur con qualche lampo positivo, l’austriaco conferma questi alti e bassi anche nella corsa spagnola, costretto poi ad abbandonare dopo essersi ammalato. Non va molto meglio il compagno di squadra Johannes Staune-Mittet (5,5), che, dopo essere uscito subito di classifica, riesce a mettersi in mostra solo con una fuga da lontano nella quarta frazione.
Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek), sv: La sfortuna continua a perseguitare il vincitore del Giro d’Italia 2020, che già nella prima tappa perde terreno per problemi di stomaco che lo portano poi a non prendere il via della seconda frazione.
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