Monossido di carbonio e rebreather: Tadej Pogačar non sa cosa sia, per Jonas Vingegaard non c’è niente di sospetto

Si fa improvvisamente un gran parlare dei “rebreather” di monossido di carbonio a margine del Tour de France 2024. Dopo che una inchiesta di Escape Collective ha fatto emergere che questo strumento (il cui utilizzo è perfettamente lecito per monitorare i livelli di monossido di carbonio in allenamento, permettendo così di valutare i benefici delle proprie pedalate specialmente in altura) era utilizzato da alcune formazioni di primissimo piano, si è parlato della eventualità che possa essere utilizzato anche con altri scopi, sfruttando una eventuale lacuna del regolamento AMA e UCI.

Tra le squadre che ne fanno uso lecito ci sono UAE Team Emirates e Visma-Lease a Bike (oltre alla Israel-Premier Tech, che a sua volta ne ha confermato l’utilizzo a “soli scopi di test per misurare l’impatto degli allenamenti in altura”): entrambe hanno chiarito perfettamente la loro posizione al riguardo, respingendo qualsiasi possibile utilizzo che non sia quello previsto inizialmente, ovvero di “uno strumento diagnostico che viene usato per comprendere la fisiologia degli atleti”. Tramite il proprio personale, che sia il medico degli emiratini Adrian Rotunno o il coach dei neerlandese Mathieu Heijboer, entrambi i team hanno peraltro sottolineato la pericolosità, nonché la mancanza di eticità, di un possibile approccio e utilizzo diverso, confermando che si tratta di uno strumento esclusivamente di monitoraggio, non usato in alcun modo per migliorare le prestazioni.

Inevitabilmente, in questi giorni, a margine delle domande riguardo tattiche e prestazioni alla Grande Boucle in corso, sono arrivati a Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard anche interrogativi sulla questione rebreather e monossido di carbonio. Quest’ultimo, intervistato dal noto quotidiano danese Politiken, nel segno della trasparenza ne ha a sua volta candidamente confermato l’utilizzo in squadra in quanto “non c’è nulla di sospetto al riguardo”.

Il suo rivale sloveno, invece, ha spiegato ieri, nel corso della conferenza stampa della sedicesima tappa, come riporta cyclingnews,  di non conoscere questo strumento : “Quando ne ho sentito parlare, pensavo si parlasse degli scarichi delle auto, non so (riferendosi al monossido di carbonio, ndr). Non ne so molto, quindi non posso commentare . Non so cosa siano. Ho sempre pensato che fosse qualcosa che riguarda gli scarichi delle auto, ma – chiude laconico – forse sono semplicemente impreparato io…”

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