Ineos Grenadiers, il nome di un membro dello staff collegato a un medico implicato in una vicenda-doping: “Abbiamo chiesto chiarimenti, non tolleriamo violazioni delle regole”
L’Operazione Aderlass torna, a distanza di tanti anni, a scuotere il mondo del ciclismo. In questi giorni, mentre è in corso il Tour de France 2025, un servizio dell’Irish Indipendent, testata irlandese, ha portato alla luce un supposto legame fra Mark Schmidt, il medico che fu alla base della vicenda-doping che scoppiò in particolare sulla scena sportiva di Austria e Germania, e David Rozman, attualmente membro del personale di Ineos Grenadiers. Secondo quanto scritto in Irlanda, Rozman avrebbe contattato proprio Schmidt nel 2012, durante il Tour de France di quell’anno, quando già lavorava per quello che all’epoca si chiamava Team Sky.
Nel dettaglio, l’articolo dell’Irish Indipendent parla di messaggi scambiati fra i due uomini, in cui Rozman chiedeva al dottore se “avesse ancora la sostanza usata nelle gare dalla Milram”. La Milram fu una squadra, prima di licenza italiana e poi tedesca, attiva fra il 2006 e il 2010. I messaggi risalirebbero al 2012, quando la Sky dominò il Tour de France, con Bradley Wiggins primo, davanti a Chris Froome.
In reazione alla pubblicazione, la Ineos ha diffuso una dichiarazione ufficiale: “Siamo ben consapevoli delle recenti accuse uscite sui media, relative a un componente del nostro personale e risalenti al 2012 – il testo della nota – A oggi queste accuse non sono state presentate alla squadra da una autorità competente in merito; noi abbiamo comunque presentato una richiesta all’Agenzia Internazionale per i Test (ITA) per avere tutte le informazioni che questa possa considerare rilevanti. Ribadiamo la nostra politica di tolleranza zero per qualsiasi violazione delle norme mondiali antidoping, sia nel presente che nel passato”.