Groupama-FDJ, Marc Madiot lancia l’allarme: “Dannoso per il ciclismo somigliare sempre più al calcio. Dobbiamo mantenere i nostri valori”

Marc Madiot critico nei confronti della strada che sta prendendo il ciclismo. Durante la conferenza stampa di presentazione del suo team svoltasi nei giorni scorsi, il team manager della Groupama-FDJ ha lanciato l’allarme dopo le recenti storie di fusioni e trasferimenti che si sono viste nel nostro sport. Il due volte vincitore della Parigi-Roubaix, che spesso si è contraddistinto per il suo stile antico e il suo attaccamento al ciclismo d’antan, auspica una serie di cambiamenti che possano consentire di superare la debolezza che lo contraddistingue per evitare di essere superato da altre realtà sportive. 

“Ciò che sarebbe dannoso sarebbe una somiglianza sempre maggiore con il calcio – ha commentato Madiot a Cyclism’actu, schierandosi dunque decisamente contrario a molti che invece lo vedono come un modello – E questo, anche se mi piace il calcio, dobbiamo assolutamente evitarlo. Dobbiamo mantenere i nostri valori e i nostri punti di riferimento e mi aspetto molto dall’UCI in questo senso. Non voglio che si concentrino solo sull’altezza dei calzini, voglio che si occupino della regolamentazione del nostro sport in modo che tutti possano vivere ed esistere”.

Il 64enne ha rilanciato l’idea di un tetto salariale per i corridori e una revisione di quelle che potrebbero essere le leggi fiscali relativamente sfavorevoli in Francia per entità sportive come la Groupama-FDJ, come primi passi in cui l’UCI deve intervenire: “Se vogliamo che il ciclismo progredisca e si sviluppi, è necessario stabilire una sorta di equilibrio nei livelli di competitività tra i diversi membri del nostro sport. Il ruolo dell’UCI nel ciclismo è quello di regolatore e quello che è successo nelle ultime settimane con fusioni e trasferimenti è prova di una certa fragilità nel nostro sport, che sembra solido come una roccia, ma che spesso poggia su fondamenta di sabbia”.

Pur con posizioni opposte sembra inoltre riprendere alcune posizioni simile a quelle di Richard Plugge, leader del movimento ONE Cycling: “Il ciclismo deve fare meglio. Non ha altra scelta che farlo, altrimenti verrà divorato da altri sport. Non possiamo dimenticare che c’è una lotta tra tutti i diversi sport per gli sponsor e per i fondi”.

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