Giro d’Italia 2027, si apre una possibilità-Australia per la Grande Partenza – Vegni: “Dall’estero arrivano tante richieste, noi le valutiamo tutte”

Più che un Giro d’Italia, un Giro del mondo. Giusto da qualche giorno si è esaurita la Grande Partenza del Giro d’Italia 2025, avvenuta sulle strade mai toccate prima dalla Corsa Rosa dell’Albania, ma già si parla di possibili nuovi sconfinamenti futuri. Ha iniziato, per esempio, a circolare la voce-Belgio, ma nelle ultime ore uno spiffero, decisamente esotico, si è fatto un po’ più insistente. Per il Giro d’Italia 2027 si cita infatti l’Australia come sede della Grande Partenza. Da un punto di vista logistico, le cose sarebbero evidentemente molto complicate, ma i diretti interessati non scartano a priori la prospettiva.
A ventilare per primo la possibilità è stato il giornalista australiano Michael Tomalaris: “Ci sono discorsi in essere per portare le prime tre tappe del Giro 2027 in Australia – ha scritto su Instagram e ribadito poi a Sporza – So che RCS sta effettivamente valutando le opzioni per portare il Giro in Australia. Mi rendo conto che possa sembrare impossibile a molti, ma è una cosa che è seriamente in corso di considerazione. Ci sono almeno tre città australiane che hanno mostrato un certo interesse nei confronti dell’ospitare la corsa”.
La voce è arrivata anche a Mauro Vegni, direttore del Giro: “Da un punto di vista pratico e logistico, evidentemente, è una cosa difficile – le sue parole – Ma non diciamo di no a priori a nessuno. Tutto è possibile, ma bisogna studiare l’effettivo interesse e anche considerare quello che potrebbe essere il punto di vista dell’Unione Ciclistica Internazionale, anche perché ancora non sappiamo come potrà essere ristrutturato il calendario”.
Comunque, non è un “no” categorico: “Riceviamo sempre molte richieste dall’estero e le valutiamo tutte – il pensiero di Vegni – Noi siamo disponibili al dialogo con chiunque. Partendo da qui, poi bisogna vedere se effettivamente può iniziare un discorso relativo a una Grande Partenza. Uno dei punti da tenere in considerazione è che ci deve essere la possibilità di promuovere il ciclismo in zone dove questo sport non è ancora molto radicato”.
A scartare la possibilità che la Corsa Rosa voli dall’altra parte del mondo è l’australiano Luke Plapp: “È impossibile – ha ammesso il corridore del Team Jayco AlUla a Cyclingnews, interrogato sulla questione – Mi piacerebbe correre in Australia, sarebbe fantastico avere famiglia e amici lì, ma penso sia molto difficile che possa accadere. L’Australia Occidentale è l’unico posto in cui si potrebbe fisicamente organizzare la gara per poter far arrivare i corridori in Italia un giorno dopo”.
“Non credo che valga la pena che i soldi dell’Australia vadano lì, non credo che attirerà folle come quelle che si vedono in Italia – ha proseguito il 24enne, citando anche problemi logistici – Non si può finire una tappa di lunedì e portare tutti i corridori in Italia il giorno dopo e pensare che non ci sarà il jet lag o che non sarà pericoloso correre in gruppo. Penso che i corridori saranno piuttosto distrutti. Penso che logisticamente non possa funzionare. Se si cambia e si fa un doppio giorno di riposo, sicuramente si può arrivare in tempo, ma il jet-lag sarà comunque un problema“.
“Dovresti iniziare una tappa la mattina presto, mettere tutti su un volo entro le 16.00, arrivare in Italia 24 o 36 ore dopo e prepararti il giorno dopo, non è possibile. Se volessero fare un doppio giorno di riposo o qualcosa del genere, sicuramente si potrebbe fare, ma avere un jet lag così forte nel gruppo mentre si corre, non credo sia facile da realizzare”, ha concluso Plapp.
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