EF Education First, Bettiol: “Devo credere di più in me stesso. Ora punto l’Amstel Gold Race”
Due giorni dopo la clamorosa impresa al Giro delle Fiandre 2019, Alberto Bettiol fa ancora fatica a capacitarsi di quanto sia riuscito a fare. L’Italia non conquistava una Ronde van Vlaanderen dal 2007, quando Alessandro Ballan sfrecciò sul traguardo di Oudenaarde, ma 12 anni dopo ha forse trovato l’uomo da classiche del Nord che da tanti anni cercava. L’atleta di Castelfiorentino era arrivato in punta di piedi alla classica monumento fiamminga, con zero vittorie all’attivo, ma i tanti piazzamenti di inizio anno avevano lasciato intravedere una crescita importante nelle sue prestazioni.
L’ex corridore della BMC, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha ripercorso quegli ultimi 20 chilometri che lo hanno portato alla gloria: “Dopo l’ultimo passaggio sul Kwaremont ho sentito che le gambe giravano ancora, così ho provato a partire da lontano e prendere qualcuno di sorpresa – spiega Bettiol – Alla fine sono rimasti tutti sorpresi, io per primo, perché sono riuscito a fare qualcosa che è andato oltre le mie più rosee aspettative. In quei momenti non pensi a molto, ti concentri solamente nello spingere il più possibile. Sono stati i 30 minuti più lunghi della mia vita, soprattutto in quelle strade con rettilinei così lunghi e infiniti. È la ciliegina sulla torta per tutti i sacrifici che ho fatto negli anni passati. Dopo tanti scatti andati a vuoto, stavolta è andato tutto perfettamente. Era la mia giornata”.
Per arrivare a questi livelli la lotta è stata soprattutto con se stesso e con le sue convinzioni: “Ho questo difetto che impiego molto tempo per credere in me stesso, ma per fortuna in questi anni mi sono circondato di persone che mi hanno sempre stimolato e mi hanno spinto a non abbattermi mai”.
Alle sue spalle ha una squadra come la EF Education First che lo coccola e che lo ha riportato in alto dopo un 2018 da dimenticare con la BMC: “La EF si era proposta per riprendermi e io ho voluto fortemente ritornarci. È stata una scelta condivisa. Qua riesco a fare il mio lavoro al meglio, conosco le persone. L’anno scorso è stato un anno sfortunato, alla fine siamo esseri umani e tutti possono avere un’annata complicata”.
Per quanto in molti avrebbero avuto piacere nel vederlo battagliare anche alla Parigi-Roubaix di domenica, la sua testa è già al Trittico delle Ardenne: “Spero che questa sia la prima vittoria di una lunga serie. Non farò la Roubaix, ma poi sarò nelle Ardenne, a partire da mercoledì con la Freccia del Brabante. L’Amstel Gold Race è una corsa che mi piace molto e che si adatta alle mie caratteristiche. La Liegi-Bastogne-Liegi, invece, mi sembra un po’ troppo dura e, ora come ora, direi che lavoreremo per Michael Woods, che è più scalatore. Storicamente è una corsa adatta quasi agli uomini di classifica, che io non sono, però vedremo cosa succederà, non si sa mai”.
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