Amstel Gold Race 2023, Tadej Pogacar sulla vicinanza della macchina dell’organizzazione: “Non mi è piaciuto”

Una piccola macchia nel successo di Tadej Pogacar alla Amstel Gold Race 2023 è l’involontario aiuto ricevuto dalla macchina dell’organizzazione quando era in testa nel finale. Il leader della UAE Team Emirates ha infatti potuto beneficiare per un breve lasso di tempo della presenza della vettura del direttore di gara davanti a sé, usufruendo così della scia di una automobile che lo ha chiaramente protetto dal vento. In quel momento alle sue spalle Ben Healy aveva attaccato Tom Pidcock e stava per la prima volta guadagnando terreno rispetto al fenomeno sloveno e questo ha creato qualche inevitabile malumore a chi stava guardando la corsa.

La vittoria di Pogacar non è chiaramente in discussione, non solo per la superiorità dimostrata in precedenza, ma anche perché quando poi la strada è tornata a salire in salire ha dimostrato di averne ancora più di tutti, allungando nuovamente il suo vantaggio. Tuttavia, questo tipo di vantaggi non possono esistere in gara, tantomeno in una corsa di alto livello come la Classica della Birra. Ed è giustamente lo stesso vincitore a commentare l’episodio, spiegando di non aver gradito l’accaduto, per il quale non ha alcuna responsabilità, ovviamente.

“Non mi è piaciuto – ha commentato ai giornalisti che lo hanno interpellato al riguardo dopo il traguardo – Ma questo succede sempre quando c’è qualcuno in testa alla gara. Le macchine avanzano e arretrano di nuovo. È così che va sempre in gara. Non posso farci molto. Posso solo pedalare il più forte possibile. La macchina era troppo vicina, ma non credo che questa situazione sia durata troppo a lungo”.

Le critiche sono ovviamente arrivate da tutte le parti, ma mai nei confronti dello sloveno. In diretta Philippe Gilbert, commentatore tecnico per Eurosport, ha parlato più volte della scorrettezza operata da Leo Van Vliet, direttore di gara, sottolineando quanto questa operazione potesse falsare un risultato altrimenti ineccepibile. Discorso simile da parte del team manager della EF Education – EasyPost, la squadra dell’irlandese che inseguiva, che ha sottolineato quanto l’episodio “sminuisce la corsa”, senza nulla togliere a Pogacar, che probabilmente avrebbe comunque vinto, magari allo sprint a quel punto.

Un dato più preciso è arrivato da Bert Blocken, noto ricercatore nel campo dell’aerodinamica e collaboratore di squadre ciclistiche che ha evidenziato come percorrere un chilometro due metri dietro una macchina porta un risparmio di energie del 65%, nonché un guadagno in tempo che può arrivare a 35 secondi…

A rispondere alle critiche arriva ovviamente lo stesso Van Vliet: “Ho sentito queste critiche – ammette alla stampa locale – Eravamo dietro Pogacar e quando Healy si è avvicinato abbiamo dovuto superarlo. Conosco il percorso ed è molto stretto in quel frangente. Quando abbiamo superato Pogacar dovevamo comunque fare attenzione perché la strada era molto stretta. Se qualcuno prende una foto e una macchina è davanti a lui, cosa posso farci io?”.

L’ex corridore neerlandese si mostra anche dubbioso su quello che possa essere il reale beneficio della scia della sua macchina: “Ho corso anche io e non riesco ad immaginarlo. E alla fine che beneficio ci avrei tratto io? Lasciamo parlare le persone, tanto non posso fare niente al riguardo”.

 

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