Vuelta a España 2025, la posizione di Michał Kwiatkowski: “D’ora in poi tutti potranno pensare che una corsa ciclistica sia un posto efficace dove protestare – Potrà solo andare peggio”
Quello che è successo durante la ventunesima e ultima tappa della Vuelta a España 2025 rimarrà sicuramente nella storia del ciclismo. Le manifestazioni pro-Palestina organizzate a Madrid, sull’onda di quanto avvenuto per buona parte delle tre settimane di corsa, hanno impedito alla corsa di arrivare alla fine, inducendo gli organizzatori alla cancellazione della tappa, oltre che della successiva cerimonia di premiazione. Dal canto loro, i corridori in gara si sono trovati al centro di una situazione molto complicata da gestire, oltre che decisamente pericolosa. Sul tema, a Vuelta finita, si è espresso Michał Kwiatkowski, uno degli atleti più esperti in gruppo.
“Se l’Unione Ciclistica Internazionale e gli altri enti responsabili non stati in grado di prendere le giuste decisioni per tempo, allora, sul lungo termine, è molto grave per il ciclismo che i manifestanti siano riusciti a ottenere quello che volevano – ha scritto il corridore della Ineos Grenadiers su X – Non si può far finta che non sia accaduto nulla di che. D’ora in avanti, tutti potranno pensare che una corsa ciclistica possa essere usata come un efficace palcoscenico per le loro proteste“.
Kwiatkowski aggiunge: “E le cose non potranno che andare peggio, perché qualcuno ha lasciato che quello che è successo alla Vuelta accadesse e ha guardato dall’altra parte – il commento del polacco – È un peccato per gli appassionati che erano venuti solo a vedere un grande evento sportivo. Dal mio punto di vista, avrei preferito sapere prima che la corsa sarebbe stata cancellata, piuttosto di essere portato a credere che sarebbe andato tutto normalmente”.
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