Un Anno Fa… QuickStep-AlphaVinyl, Julian Alaphilippe a colloquio con Bernard Hinault: “Devi essere masochista per andare in bici. Tour? Se deve accadere, accadrà”
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Continuano le pressioni su Julian Alaphilippe. Premiato da l’Equipe come “Campione dei Campioni” grazie alla sua straordinaria stagione, il francese è stato intervistato per l’Equipe da Bernard Hinault, ultimo transalpino a vincere la corsa francese. É bastato poco, pochissimo e la conversazione si è incanalata subito sull’argomento Tour de France. I francesi, dopo la prestazione del 2019, stravedono per lui e lo guardano come l’unico corridore che al momento potrebbe riuscire nell’impresa. Se fino a due anni fa era Romain Bardet, assieme a Thibaut Pinot che quell’anno andò molto vicino a riuscirci, il prescelto dal paese per interrompere l’egemonia straniera e riportare la bandiera nazionale sui Campi Elisi, quest’oggi questo ruolo spetta al campione del mondo.
Dopo il quinto posto del 2019 tutti credono in lui e secondo gli addetti ai lavori anche lui sotto sotto non nega di pensare all’impresa. Questa però sarebbe un grosso rischio: “Il problema è che non sei mai sicuro della tua condizione. Perché rischiare di mettere da parte una stagione per un solo obiettivo? Tutto quello che devo fare è ammalarmi o cadere dopo due giorni di gara e tutto è andato. Non puoi pianificare niente durante il Tour”.
I rischi ci sono, è innegabile, ma quantomeno il pensiero, dalle parole del classe 1992, sembra trapelare, come ha spiegato più volte: “Se deve accadere, accadrà. Sono sempre motivato di fare il Tour de France ma ho anche 30 anni. Adesso ci sono corridori di 22 anni che arrivano e salgono sul podio nella loro prima gara a tappe di tre settimane, corridori come Pogacar che vince ovunque e sempre”
Secondo il campione del mondo inoltre le persone dimenticano cosa sia un Tour de France: “Io non paragono me stesso agli altri. Sto cercando di costruire la miglior carriera che posso con i miei mezzi. Le persone dimenticano quanto sia duro vincere anche una sola tappa di un GT. Il livello generale è altissimo. Metà del gruppo si allena in quota. All’inizio di ogni frazione è una guerra. Io sto solo concentrato sul fare del mio meglio e voglio mantenere il piacere intatto perché è solamente sport. Tu vuoi fare sempre meglio ed è normale ma c’è anche la vita”.
Dopo i complimenti di Hinault a Julian Alaphilippe, e un paragone tra i due per il modo di correre sempre all’attacco, la conversazione si sposta sulla prossima rassegna iridiata di Wollongong 2022: “Al ritiro con la squadra tutti i ragazzi mi hanno detto ‘Hai visto il percorso del Mondiale, c’è una salita nel circuito finale!’ e io gli ho risposto di darmi due secondi perché ancora non ho digerito il titolo di quest’anno”.
L’atleta della Quick-Step – Alpha Vinyl chiude poi con una riflessione sul ciclismo: “C’è una grossa componente mentale, è innegabile. Ti deve piacere soffrire per vincere le gare e devi essere abile ad andare nel profondo della sofferenza per fare grandi cose. Devi essere masochista per andare in bici, è veramente uno sport difficile“.
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