Un anno fa…Liegi-Bastogne-Liegi 2018, Nibali: “Sarà una Liegi anomala perché il cambiamento di percorso la rende più dura”

Vincenzo Nibali è uno dei protagonisti attesi domani alla Liegi – Bastogne – Liegi 2018. Il siciliano ha sfiorato la vittoria della classica monumento belga nel 2012, quando si piazzò al secondo posto, e domani proverà in tutti i modi a salire sul gradino più alto del podio. Se riuscisse nell’impresa, per il portacolori della Bahrain – Merida, che ieri insieme ai compagni di squadra è andato a fare la ricognizione del percorso, si tratterebbe della quarta classica monumento vinta in carriera dopo i successi al Lombardia, corsa vinta sia nel 2015 che nel 2017, e quello ottenuto alla Milano – Sanremo lo scorso 17 marzo.

La ricognizione effettuata ieri è stata molto importante visto che gli ha permesso di scoprire Côte de Bonnevue e Côte de Mont-le-Soie. Due salite che potrebbe cambiare l’esito della corsa, così come sottolinea lo stesso Nibali alla Gazzetta dello Sport: “L’aggiunta di due salite nel percorso cambia un po’ la corsa perché quella è una fase delicata in cui si rischia di spendere più energie che poi servirebbero nel finale. È una Liegi completamente nuova per me perché cambiano anche alcuni passaggi e la Roche si prende da un punto nuovo. O almeno non mi ricordo di averlo mai fatto”.

Cambiamenti che comunque lo Squalo dello Stretto vede di buon occhio: “La corsa sembra più adatta a corridori meno esplosivi – aggiunge il siciliano – Quindi più simile alle mie caratteristiche. Però è sempre una gara di un giorno, ci sono corridori che arrivano molto preparati e che hanno questa corsa come unico obiettivo della stagione. Sarà una Liegi anomala perché il cambiamento di percorso la rende più dura. Bisognerà vedere anche come verrà interpretata. Poi c’è questo caldo tremendo, che in Belgio non s’è mai visto, ed è la prima volta che lo troviamo in stagione”

L’attenzione di Nibali si è poi spostata sui possibili avversari: “Valverde può fare qualcosina in più di Alaphilippe. Poi ci sono attaccanti che possono partire da lontano, penso a Fuglsang, Kreuziger. Loro non aspettano il finale e sanno andare in fuga”.

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