Tour de France 2026, David Lappartient sul biglietto ai tifosi: “Se cerchi di far pagare la gente per vedere il Tour, dovrai affrontare un’enorme resistenza”

David Lappartient non pensa sia possibile far pagare un biglietto al pubblico del Tour de France. Negli ultimi giorni, alcune dichiarazioni di Jérôme Pineau hanno aperto il dibattito sulla necessità, da parte del ciclismo, di avere dei ricavi anche dal ticketing, come avviene in altri sport. Sul tema è intervenuto anche Filippo Pozzato, che con la sua PP Sport Events organizza il Giro del Veneto e la Veneto Classic e in quest’ultima corsa da ormai 4 anni propone un biglietto da 10€ per assistere ai passaggi sulla Tisa. Non tutti però sono di questa idea, portando come ragione lo stretto rapporto che storicamente ha il ciclismo con il proprio pubblico.

In un’intervista a Ouest-France, il numero uno dell’UCI David Lappartient ha condiviso la propria opinione sull’idea di far pagare un biglietto a chi vuole vedere il Tour de France, magari proprio sulla doppia salita dell’Alpe d’Huez inserita nella ventesima tappa della prossima edizione della corsa più importante del mondo: “Se cerchi di far pagare la gente per vedere il Tour, dovrai affrontare un’enorme resistenza. Storicamente, farebbe partire un dibattito nazionale. Basta guardare cosa succede quando si prova a modificare il sistema pensionistico”. Insomma, l’idea non sembra percorribile nel mondo del ciclismo e ancora di meno in Francia.

“Ci sono molti costi aggiuntivi dovuti al modello francese – ha aggiunto Lappartient – Con lo stesso budget, si ottiene meno. Questa è una realtà che va oltre lo sport”. In Francia, infatti, i ciclisti sono considerati lavorati dipendenti. In altri Paesi, al contrario, un corridore è un lavoratore indipendente: è il caso, ad esempio, del Belgio o dei Paesi Bassi. Questa differenza ha un impatto evidente per le squadre: mediamente, le squadre francesi hanno un costo anche del 35% superiore rispetto ad altre realtà. Questo perché ha una tassazione più alta su temi come i contributi per la pensione, le ferie e altri diritti sociali. Non a caso, Marc Madiot ha di recente proposto di registrare tutte le squadre ciclistiche in Svizzera, così che valgano per tutti le stesse regole in termini di tasse. Una riforma difficile, sicuramente, ma il mondo del ciclismo inizia a riflettere sul tema.

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