La nostra consueta rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France2024.
Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels): Arrivato con ambizioni di classifica, ci deve subito rinunciare il primo giorno, ma è bravo a ritrovare subito il focus e non lasciarsi abbattere troppo a lungo. Trasforma così la delusione in rabbia e oggi si va a prendere la vittoria più importante della sua giovane carriera dominando la scena in fuga, dove si fa trovare sempre pronto quando conta, fino all’accelerazione finale sull’ultima scalata del San Luca, dove conferma tutte le sue qualità.
Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike): Questa doveva essere una delle giornate più difficili per lui visto che il ritmo gara nelle gambe è quasi nullo e la condizione teoricamente ancora deficitaria. Ovviamente, per quanto brutale, il San Luca non è un grande passo alpino, ma è chiaro che ha sferrato un colpo importante, psicologico anche, nei confronti di un Tadej Pogacar che oggi probabilmente si aspettava di poterlo staccare. Il duello tra i due è appena iniziata, ma la prima stoccata sembra averla piazzata il danese.
Richard Carapaz (EF Education – EasyPost): Quando partono i due mostri sacri lui è l’unico a non arrendersi a priori, trovando il coraggio di provare qualcosa. Una determinazione che viene premiata anche dal fondamentale sostegno poi di un Remco Evenepoel a sua volta encomiabile. Per il corridore ecuadoriano un segnale importante dopo alcuni momenti non proprio esaltanti che gli permette di guardare dritto negli occhi tutti coloro che puntano quantomeno al podio.
Primoz Roglic (Reb Bull – Bora – hansgrohe): Doveva essere il terzo incomodo, ma oggi non si è visto. Se è presto per dare verdetti e c’è ancora molto margine di crescita anche per lui, da chi ha domato per tre volte in carriera il San Luca ci si poteva aspettare qualcosa in più su una salita perfetta per le sue caratteristiche. Invece, non solo non è nelle prime posizioni del gruppo come suo solito, ma quando partono i due rivali, non ci prova nemmeno. Sarà solo una giornata storta?.
Derek Gee (Israel – Premier Tech): L’exploit del Giro del Delfinato lo ha catapultato tra i grandi outsider di questo Tour de France, ma oggi paga un ritardo di un minuto da tutti i rivali diretti. Non era sicuramente la giornata più adatta a lui, che non sembra particolarmente a suo agio con le pendenze in doppia cifra, tuttavia è chiaro che ci si aspettava qualcosa in più, anche in virtù del fatto che davanti non è che son rimasti in pochissimi.
Geraint Thomas (Ineos Grenadiers): Non è qui per essere l’uomo di classifica della sua squadra e sicuramente non ce lo si aspetta a lottare per le posizioni di vertice, ma la sua presenza nelle zone medio-alte poteva essere anche tatticamente una presenza importante per la formazione britannica, che invece oggi deve fare a meno di lui nel finale. Al traguardo paga oltre 5 minuti di ritardo dai primi uomini di classifica, saltando molto presto.