Tour de France, sempre più difficile organizzare arrivi allo sprint: “Nelle città sono apparse molte infrastrutture urbanistiche”
Tra poche ore verrà presentato il percorso ufficiale del Tour de France 2023. Come sempre gli appassionati di ciclismo sono curiosi di conoscere quali saranno le grandi salite in cui il prossimo anno si deciderà la lotta per la Maglia Gialla, ma ci sono anche corridori che guardano ad altri tipi di frazione. I velocisti, per esempio, sono in attesa di scoprire quante possibilità di mettersi in mostra ci saranno per loro alla prossima Grande Boucle. La storia recente parla di una corsa con tracciati spesso dai finali tecnici ed impegnativi che rendono difficile la vita per gli sprinter puri, anche nelle frazioni più semplici. Il disegnatore del percorso Thierry Gouvenou ha provato a spiegare il perché di questa situazione a Ouest-France.
“Negli ultimi anni è stato molto difficile trovare arrivi in volata – ha raccontato il transalpino – Nelle città sono apparse molte infrastrutture urbanistiche e la cosa sta peggiorando sempre di più. Ultimamente questa cosa sta diventando un problema e sono preoccupato per il futuro. I marciapiedi, i dissuasori di velocità, chicanes, rotonde, spartitraffico: tutte queste cose rendono la strada più pericolosa”.
Il tema della sicurezza, sollevato in questi giorni anche da Matteo Trentin proprio a proposito degli arrivi, quindi, è sempre all’ordine del giorno, con il paradosso che anche le piste ciclabili iniziano a rappresentare un problema: “La piste ciclabili spesso riducono l’ampiezza della strada. Da quando c’è il Covid molte più persone usano la bicicletta. Questa è una bella cosa e noi incoraggiamo l’uso della bici, naturalmente, ma dal nostro punto di vista questo ci obbliga a cambiare i piani. In altre parole dobbiamo immaginare nuovi posti in cui piazzare l’arrivo, spesso cambiando anche città”.
Il francese è poi tornato a quanto successo nel 2021 quando ci furono numerose polemiche polemiche sulla sicurezza, in particolare in occasione della terza tappa che vide molte cadute in un percorso ritenuto troppo pericoloso: “Dopo due arrivi per scattisti, volevamo una volata. Avevamo pensato a Lorient, ma era impossibile. Mi vedevo già all’interno della città tra rotonde, marciapiedi, restrizioni… Avevo pensato anche a Plouay, ma era spaventato da questo arrivo in curva, molto veloce. Allora mi sono buttato su Pontivy. Alla fine ci sono state molte cadute nell’avvicinamento e una allo sprint”.
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