Pagellone 2024, L: Lampaert, Landa, Lapeira, Laporte, Lazkano, Leknessund, Lipowitz, Lonardi, Lutsenko

Siamo ormai vicini all’inizio della stagione 2025, ma prima di proiettarci verso la nuova annata ci soffermiamo ancora un po’ su quello che è stato il 2024 del ciclismo. Come nostra tradizione, vi proponiamo quindi il Pagellone della stagione conclusasi giusto poche settimane fa: è l’opportunità per ricordare quello che è successo nell’arco dei mesi di gara, con i loro protagonisti più brillanti e con gli atleti che sono invece rimasti sotto le attese. I nomi dei corridori saranno presentanti in ordine alfabetico dalla A alla Z. Inoltre, questo articolo ci permetterà anche di iniziare a pensare a cosa aspettarci dal prossimo anno, tra corridori che saranno chiamati quantomeno a mantenere il livello raggiunto e altri che invece andranno a caccia di prestazioni che possano permettere loro di lasciarsi alle spalle le eventuali amarezze del 2024.

LETTERA A

Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), 7: A quasi 29 anni, il norvegese trova finalmente dei risultati importanti, risultando tra le rivelazioni della stagione. La primavera lo vede protagonista con lunghe fughe a E3 Saxo Classic e Dwars door Vlaanderen, dove coglie rispettivamente un 12° e un 2° posto, mentre il primo successo tra i pro’ arriva alla Brussel Cycling Classic, dove anticipa i velocisti, e pochi giorni più tardi sfiora anche il bis alla Dwars door Het Hageland. Il meglio, però, lo dà al Tour de France, dove cede solo a Vauquelin nella seconda tappa e veste la Maglia a Pois per metà corsa, risultando uno dei corridori più combattivi della Grande Boucle.

Pascal Ackermann (Israel-Premier Tech), 5: Per il velocista tedesco questa è stata un’altra annata alla ricerca di se stesso. Se lo scorso anno aveva trovato una vittoria di tappa al Giro d’Italia, in questa stagione gli è mancata del tutto l’ebrezza del successo, pur trovando un pochino più di continuità. I piazzamenti in Top-5 nelle volate di Tour de France e Parigi-Nizza sono tuttavia poca cosa per uno sprinter che nell’epoca pre-Covid di aveva abituato a dominare in lungo e in largo sugli arrivi per le ruote veloci.

Roger Adrià (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Nella sua prima stagione nel WorldTour il corridore catalano è stato in grado di confermare i progressi fatti nelle stagioni precedenti e a togliersi qualche soddisfazione personale. Alla Vuelta a España ha lavorato duramente e con successo per capitan Roglic, ma nell’ultima parte di stagione è riuscito anche a mettersi in luce con grande personalità. Il successo al GP di Vallonia e gli ottimi piazzamenti a Giro dell’Emilia, Coppa Bernocchi, Super 8 Classic fanno ben sperare per il futuro, così come le ottimi prestazioni al Mondiale di Zurigo e a Il Lombardia.

Edoardo Affini (Visma | Lease a Bike), 7,5: Per il cronoman mantovano il 2024 è stato un anno da incorniciare, indubbiamente la sua miglior stagione da quando è diventato professionista nel 2019. Il capolavoro assoluto del 28enne è stato il doppio titolo europeo a cronometro (individuale e staffetta mista) di inizio settembre, bissato poi dalla sensazionale medaglia di bronzo Mondiale sulle strade di Zurigo. Il possente passista della Visma | Lease a Bike, oltre a confermarsi come uno dei migliori cronoman al mondo, ha poi mostrato tutte le sue qualità di gregario di lusso sia nelle corse a tappe che nelle grandi classiche.

Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), 7: In questa stagione siamo finalmente riusciti a vedere lampi del corridore esplosivo capace di vincere due campionati mondiali consecutivi nel 2020 e 2021. Le vittorie in stagione sono state solo tre, ma tra queste figura l’emozionante attacco in solitaria nella tappa di Fano al Giro d’Italia, che lo ha ampiamente ripagato dopo la beffa sull’arrivo della frazione di Rapolano Terme. Il nono posto alla Milano-Sanremo, il secondo alla Clasica San Sebastian e il podio al GP Montreal sono un’ottima rampa di lancio per un 2025 che avrà per lui il sapore di rinascita con la maglia della Tudor Pro Cycling.

Vincenzo Albanese (Arkéa-B&B Hotels), 7: I piazzamenti di prestigio per lui sono stati veramente parecchi, sia in brevi corse a tappe, vedi Tour des Alpes-Maritimes e Boucles de la Mayenne, che in classiche di un giorno più o meno ondulate, come ad esempio E3 Saxo Classic, GP Morbihan, Memorial Marco Pantani, Coppa Sabatini e Circuit Franco-Belge. Ciò che gli è mancata è stata solo la vittoria, sfiorata da lui in diverse occasioni in una stagione che lo ha messo in luce per dedizione, costanza e regolarità. Il prossimo anno proverà a fare ancora meglio con la maglia della EF Education-EasyPost.

Giovanni Aleotti (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Il giovane scalatore italiano è forse finalmente riuscito a mettersi in luce sia come gregario di lusso che come uomo-squadra. Per il 25enne modenese questa stagione è stata quella del consolidamento nelle corse a tappe, dove è stato fondamentale per il podio di Martinez al Giro d’Italia e per il successo di Roglič alla Vuelta a España. Il talentuoso scalatore classe 1999 ha preso le redini del team al Giro di Slovenia, dove ha dimostrato di saper capitalizzare conquistando una tappa e la classifica generale finale. Forse da lui ci si poteva aspettare qualche risultato in più, ma i presupposti sono quelli buoni.

João Almeida (UAE Team Emirates), 8: Se a livello di successi personali non ha raccolto moltissimo, conquistando due tappe (e il secondo posto finale) nel Giro di Svizzera dominato dalla UAE, il portoghese può comunque essere soddisfatto della sua annata, soprattutto per il risultato ottenuto al Tour de France. Nonostante un ruolo al servizio del leader Pogačar, infatti, il 26enne riesce comunque a restare in alta classifica fino a concludere al quarto posto (seppur lontano 10 minuti dal podio), confermando la sua gran regolarità nelle corse di tre settimane. Costanza che stava mostrando anche alla Vuelta a España, dove però il Covid lo ha costretto al ritiro già nel corso della prima settimana.

Andrey Amador (EF Education-EasyPost), sv: Il costaricense sperava in un’ultima stagione sicuramente migliore e invece dovrà chiudere la carriera dopo una annata condizionata, in male, da un incidente occorsogli in allenamento, quando è stato colpito da un veicolo a motore. Finisce così un percorso agonistico iniziato nel 2009, con due successi e con tantissimi chilometri percorsi al servizio dei vari capitani avuti.

Tobias Lund Andresen (Team dsm-firmenich PostNL), 7: Alla seconda stagione tra i pro’, il classe 2002 danese coglie le prime vittorie della sua giovane carriera. Sei i successi totali, sebbene non di primissimo piano, raccolti nel corso del 2024, cui aggiungere il secondo posto finale alla CRO Race e la top-10 sfiorata alla Classica di Amburgo. Non brillantissimo, invece, al suo primo Giro, dove è 5° a Fossano, ma avrà tempo per rifarsi.

Alex Aranburu (Movistar), 6,5: Altra stagione piuttosto solida, ma poco vincente, per il veloce e resistente corridore spagnolo, che riesce a raccogliere ben 20 top-10 e otto podi, ma solo due vittorie. Entrambe arrivano a giugno, una tappa del Giro del Belgio e il prestigioso titolo nazionale in linea, con il quale si presenta al via del Tour de France, che lo vede ottenere diversi piazzamenti nei dieci e giocarsi la vittoria nella tappa degli sterrati di Troyes (dove probabilmente sbaglia più di qualcosa nel finale dato che, nonostante fosse il più veloce del gruppetto di attaccanti, finisce per chiudere al 4° posto). Piazzamenti arrivano anche in altre corse WorldTour come Giro dei Paesi Baschi, Giro di Romandia e GP di Francoforte, oltre a un buon 14° posto alla Liegi, ma l’impressione è che gli manchi sempre qualcosa per trasformarsi in un vincente.

Thymen Arensman (Ineos Grenadiers), 5,5: Alti e bassi nella stagione del 24enne neerlandese, che possiede grandi qualità, ma non sempre riesce a metterle in mostra. La prima parte dell’annata è abbastanza buona grazie al quinto posto finale alla Volta ao Algarve, il sesto alla Tirreno-Adriatico e, soprattutto, il sesto al Giro d’Italia, dove partiva appena dietro a Geraint Thomas nelle gerarchie della squadra. Nella seconda metà dell’anno, invece, quasi non si vede, con la Vuelta a España che lo vede partire subito male e poi vittima di un colpo di calore e del Covid, mentre è sufficiente la conclusione, con un 15° posto a Il Lombardia dopo essere andato all’attacco da lontano. Il 2025 dovrà essere per lui l’anno del salto di qualità se non vorrà accontentarsi di una carriera da piazzato di lusso.

Bruno Armirail (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6: Non è uno stoccatore, ma porta a casa comunque un successo, il titolo nazionale a cronometro, abbastanza ambito in Francia. Per il resto non si risparmia mai, attaccando spesso e facendo il massimo possibile per seguire le strategie di squadra; alla fine, però, considerati anche i tantissimi chilometri di fuga inanellati al Tour de France, gli manca il risultato importante.

Igor Arrieta (UAE Team Emirates), 6,5: Non fa parte dei venti che hanno vinto, ma il suo supporto nei successi dei compagni non è mancato. Alla prima stagione nel WorldTour il giovane spagnolo si è ben comportato, non esitando a spendere tutte le sue energie per la squadra. Classe 2002, non sarà semplice per lui trovare spazio in questa corazzata, tuttavia sembra avere ancora ampi margini di crescita e la strada è iniziata bene…

Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step), 5: Stagione piuttosto deludente quella del vincitore del Giro delle Fiandre 2021, che anche quest’anno non riesce a mettersi in evidenza nelle “sue” classiche del Nord a eccezione di due fughe da lontano a Omloop Het Nieuwsblad e Parigi-Roubaix. Se nel 2023 era almeno riuscito a trovare un bel successo di tappa al Tour de France, quest’anno la Grande Boucle ha potuto vederla solo dal divano di casa, partecipando invece alla Vuelta a España che conclude senza grossi sussulti. Nel 2025 andrà a caccia del riscatto alla EF, dove prenderà il posto lasciato libero da Bettiol.

Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA), 6,5: Dopo un 2023 di buon livello, il venezuelano si è confermato anche in questo 2024, tanto da riuscire a guadagnarsi il salto nel WorldTour con la Movistar per la prossima stagione. Innumerevoli i piazzamenti ottenuti dal 28enne durante l’anno, dove è arrivato anche a sfiorare la sua prima vittoria WorldTour chiudendo secondo nella penultima tappa del Giro dei Paesi Baschi, mentre i successi totali sono stati cinque, il più prestigioso dei quali conquistato in una semi-classica movimentata come il Trofeo Matteotti.

Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 6,5: Che possieda un enorme talento non ci sono dubbi, come dimostrano i risultati ottenuti in corse importanti come Tirreno-Adriatico (2° alle spalle del solo Vingegaard dopo aver vinto la crono inaugurale davanti a Ganna), Giro dei Paesi Baschi (vincitore finale) e Giro di Romandia (5° dopo aver anche vestito la maglia di leader). I risultati raccolti nella prima parte dell’anno gli consentono dunque di mostrare nuovamente le sue grandi qualità, per una stagione che a livello di punti è la più proficua della sua carriera, ma le polemiche e le problematiche scaturite dal suo modo di correre durante il Tour de France lasciano l’amaro in bocca… Prima di tutto ai suoi compagni, che non hanno nascosto da subito il loro disappunto, ma anche nella dirigenza, fino ad arrivare ai tifosi, che sicuramente si aspettavano qualcosa in più…

LETTERA B

Andrea Bagioli (Lidl-Trek), 5: Chiuso il 2023 in rampa di lancio e approdato alla sua nuova squadra, il corridore di Sondrio quest’anno non è riuscito a trovare le giuste sensazioni, complice anche un po’ di sfortuna. Il bilancio stagionale tuttavia è abbastanza impietoso visto che per la prima volta in carriera non ha mai vinto, entrando solamente tre volte nei primi dieci di una corsa.

Davide Bais (Polti-Kometa), 6: Vincitore di tappa lo scorso anno al Giro d’Italia, fare meglio – o anche solo ripetersi – per lui era quasi impossibile. Fa comunque ampiamente il suo anche in questa stagione, provando ad attaccare dalla distanza quando possibile, specialmente nei grandi palcoscenici dove non è mai semplice, e lavorando per la squadra nelle altre occasioni.

Mattia Bais (Polti-Kometa), 6,5: Come il fratello, fa tanto lavoro sporco per il team e anche lui non esita ad attaccare quando ne ha l’occasione. Coglie tuttavia anche alcuni bei risultati personali con il terzo posto al Giro di Romagna come fiore all’occhiello di una stagione che lo vede anche sesto al Giro del Veneto, che rappresentano i suoi migliori risultati in carriera sinora.

Davide Ballerini (Astana Qazaqstan), 6,5: Inizia tardissimo la sua stagione per problemi fisici, perdendosi così le classiche di primavera a cui poteva puntare, corre un Giro d’Italia in grande crescita e nel fiale è praticamente sempre davanti. Dopo i piazzamenti alla Corsa Rosa, al Tour è poi a pieno servizio di Mark Cavendish con grande umiltà e nel resto della stagione, con due GT sulle spalle, le energie son quel che sono.

Romain Bardet (Team dsm firmenich-PostNL), 7,5: Nella stagione in cui annuncia il ritiro conquista prima qualche piazzamento importante (2° alla Liegi-Bastogne-Liegi), poi piazza il colpo da maestro conquistando la prima tappa del Tour de France con un’azione di coppia studiata alla perfezione e completa la doppietta indossando anche la Maglia Gialla. Per uno dei beniamini francesi era difficile immaginare un addio migliore alla grande corsa di casa. Il resto della stagione rimane un contorno al piatto principale riuscito perfettamente. Lascerà il gruppo dopo il prossimo Giro del Delfinato e una lunga e meritata passerella per uno dei migliori corridori transalpini degli ultimi 15 anni.

Warren Barguil (Team dsm firmenich-PostNL), 5: La grinta ce la mette, provando a superare le difficoltà fisiche, ma la sua stagione conferma un declino che sembra ormai difficile invertire. Al discreto inizio di stagione infatti non corrispondono più risultati degni di nota in un anno che sostanzialmente è il peggiore della sua carriera da professionista.

Filippo Baroncini (UAE Team Emirates), 7: Trovare spazio nella corazzata emiratina non è semplice, ma lui ci riesce e nelle poche occasioni che ha per sé non delude portandosi a casa una bella vittoria e buoni piazzamenti che ne confermano la grande duttilità. Dopo tante stagioni complicate e numerosi infortuni, che non sono mancati neanche quest’anno, l’ex iridato U23 riesce finalmente a concretizzare il suo talento. A 24 anni non è più giovanissimo, ma c’è ancora ampio margine.

Samuele Battistella (Astana Qazaqstan), 5,5: Altra stagione sotto le aspettative per l’ex campione del mondo U23 che non riesce per il terzo anno consecutivo a centrare un successo. L’età, però, è ancora dalla sua parte e la nuova avventura alla EF Education – EasyPost può essere un eccellente modo per trovare nuovi stimoli e trasformare in risultati le tante aspettative che ne hanno sempre accompagnato la carriera.

Alex Baudin (Decathlon AG2R La Mondiale), 7,5: Stagione solida per il giovane francese che mantiene per tutta la stagione un’invidiabile costanza di risultati e che si dimostra uno dei nomi più interessanti per il futuro del movimento transalpino. Al Tour du Limousin conquista anche la prima vittoria in una corsa a tappe (bissata dal 3° posto del Tour of Guangxi di fine anno), un buon viatico per la nuova avventura in EF Education – EasyPost del prossimo anno.

Phil Bauhaus (Bahrain Victorious), 6,5: Anche quest’anno, nonostante qualche buon piazzamento e un paio di vittorie, manca l’appuntamento col bersaglio grosso e rimanda di un altro anno il primo successo in un Grande Giro. Sia al Giro che al Tour, infatti, si deve accontentare di qualche podio che non può che lasciare parecchio amaro in bocca.

George Bennett (Israel-Premier Tech), 6: Il 34enne di Auckland sembra aver trovato la sua dimensione alla Israel – Premier Tech riuscendo a collezionare qualche piazzamento in corse minori e aiutando i suoi capitani in quelle più importanti. L’anno prossimo, il suo 14esimo nel gruppo, potrà rappresentare una pedina importante per la sua squadra.

Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale), 5,5: Arrivato nella formazione francese con grandi aspettative l’irlandese non riesce mai, fatte salve le sei tappe della 4 Giorni di Dunkerque, letteralmente dominata, a mettere in mostra quelle capacità che lo hanno portato in passato a vincere le più importanti volate del mondo. È lecito aspettarsi molto di più.

Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), 7: Il belga è uno dei migliori in una stagione decisamente sfortunata per la sua squadra. Partito con un ruolo di supporto a Wout Van Aert, dopo l’infortunio del belga Benoot si trasforma in capitano, portando a casa una campagna di primavera tutto sommato positiva nonostante sia mancato un vero e proprio acuto. Al Tour de France svolge un ruolo importantissimo per il rientrante Jonas Vingegaard, vedendo così azzerate le sue chance di gloria personale. La doppia top-10 in Canada a fine stagione lascia, infine, ben sperare anche per il prossimo anno.

Jenno Berckmoes (Lotto Dsnty), 7: Assieme a De Lie, Van Gils e Van Eetvelt, il 23enne è stato uno degli uomini più importanti della formazione belga, soprattutto per quantità di punti raccolti. Tantissimi, infatti, i piazzamenti da inizio a fine anno, durante il quale arrivano anche due vittorie, una tappa della Settimana Coppi e Bartali e la Muur Classic Geraardsbergen. Crescendo ancora, potrà diventare un interessante corridore da classiche.

Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 6,5: Dopo tante difficoltà si è rivisto qualche sprazzo del vero Egan Bernal. Il colombiano, che ha incentrato la sua stagione sulle brevi corse a tappe, è riuscito nuovamente a lottare con i migliori, conquistando numerosi piazzamenti in top-10 e dimostrando una grande costanza di risultati che lascia ben sperare per un nuovo assalto ai Grandi Giri. Al Tour de France, però, complice anche la durezza del percorso, non riesce a ripetersi e naviga sempre lontano dalle posizioni che contano. Termina la sua stagione proprio a metà luglio con la Grande Boucle, concentrandosi in anticipo sul 2025, che sia il prossimo l’anno in cui rivedremo in tutto e per tutto il miglior Egan?

Urko Berrade (Equipo Kern Pharma), 7: È bastato un giorno per rendere memorabile la stagione del 27enne spagnolo. La vittoria al Parque Natural del Izki in occasione dell’undicesima della Vuelta a España non può che rappresentare il coronamento di un sogno per un corridore che fino a quel momento si era sempre solo piazzato.

Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost / Astana Qazaqstan), 7: La stagione parte bene con la vittoria alla Milano-Torino e i piazzamenti conquistati a Tirreno Adriatico e Milano-Sanremo, proseguendo poi con l’exploit della vittoria ai Campionati Italiani. Nonostante il tricolore, però, trascorre il Tour de France nell’anonimato e non riesce a lottare per delle vittorie anche dopo le Olimpiadi e il cambio di casacca con l’approdo alla Astana-Qazaqstan.

Jenthe Biermans (Arkéa-B&B Hotels), 6,5: Tra i migliori della sua squadra, si conferma corridore solido e coriaceo portandosi a casa un bel successo e numerosi piazzamenti in tutta Europa, facendo valere la sua resistenza e velocità. A 29 anni sembra aver trovato una sua dimensione vivendo la miglior stagione della sua carriera per risultati e continuità.

Pello Bilbao (Bahrain Victorious), 6,5: In una stagione sicuramente non memorabile per la sua squadra lo spagnolo riesce comunque a conquistare qualche piazzamento e una vittoria. Manca l’appuntamento col Tour de France ma nel finale di stagione il secondo posto dal GP Montreal conferma le sue innegabili doti.

Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost), 5,5: Nell’anno dei Mondiali in casa colleziona una delle sue peggiori stagioni degli ultimi anni, restando a secco di vittorie ma anche lontano dai piazzamenti che contano in occasione di tutti i grandi eventi a cronometro. Il 29esimo posto di Zurigo, a pochi chilometri da casa, brucerà a lungo.

Pavel Bittner (Team dsm firmenich-PostNL), 7: Una delle più piacevoli sorprese dell’anno appena trascorso. Dopo essersi messo ampiamente in mostra nella prima parte di stagione, senza però riuscire a conquistare una vittoria, riesce nell’arco di due settimane a trovare sia il primo successo in carriera conquistando una tappa alla Vuelta a Burgos (bissandola pochi giorni dopo) sia il primo sigillo in un Grande Giro alzando le braccia al cielo a Siviglia. A 22 anni il futuro sembra sorridergli, ora starà a lui confermarsi.

Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), 6,5: Pedina importantissima nella campagna Rosa di Tadej Pogacar riesce sempre a farsi trovare pronto quando gli viene richiesto, sacrificando anche le sue ambizioni personali per il bene della squadra. Il quarto posto al Giro delle Fiandre, così come il quinto ai Mondiali a cronometro, dimostrano le sue qualità individuali. Chissà che il prossimo anno non arrivi anche per lui l’occasione di togliersi qualche soddisfazione.

Joseph Blackmore (Israel-Premier Tech), 7: Annata ricca di successi per il giovane britannico che, dopo aver iniziato la stagione nell’Academy della Israel – Premier Tech, riesce a conquistare la “promozione” tra i professionisti, non prima di aver vinto la Liegi-Bastogne-Liegi U23 e il Tour de l’Avenir. Impressionante, inoltre, la sua dimostrazione di forza al Tour du Rwanda di inizio stagione, dove si è piazzato sul podio in ben 5 tappe su 8 prima di conquistare la classifica generale. Sarà sicuramente un nome da tenere d’occhio.

Edvald Boasson Hagen (Decathlon AG2R La Mondiale), 5: Deludente la stagione di addio dell’esperto corridore norvegese. La mancanza di stimoli unita ad un fisico ormai non più prontissimo hanno trasformato quella che doveva essere una passerella in una lunga e deludente conclusione.

Niccolò Bonifazio (Corratec-Vini Fantini), 5: L’ultima stagione della carriera del corridore ligure non è entusiasmante, complice forse anche una mancanza di motivazioni complice il grande obiettivo impossibile. Partito abbastanza bene, va via via spegnendosi fino a chiudere l’anno in modo anonimo, con numerosi ritiri.

Koen Bouwman (Visma | Lease a Bike), 6,5: Lontano parente del corridore che nel 2022 vinse due tappe e la Maglia Azzurra al Giro d’Italia, l’olandese riesce comunque a togliersi la soddisfazione della vittoria conquistando tappa e classifica generale alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Dopo 10 stagioni è arrivato per lui l’addio alla Visma, chissà che l’approdo alla Jayco-AlUla non rappresenti una nuova primavera nella carriera dell’ormai 31enne.

Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), 6,5: Giunto ormai a 37 anni il nativo di Bellano non smette mai di provarci, attaccando in tutte le occasioni disponibili e riuscendo così a conquistare anche qualche piazzamento importante per la sua squadra. E per il 2025 nessuna intenzione di fermarsi.

Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team), 6,5: Il giovane tedesco si è messo in mostra con una stagione assolutamente di alto livello per un corridore di classe 2002. La vittoria del Campionato Nazionale è la vetta di un 2024 ricco di piazzamenti di primissimo piano e coronato anche dall’argento iridato nella cronosquadre mista. Sicuramente un nome da segnarsi in vista del prossimo anno.

Alberto Bruttomesso (Bahrain Victorious), 6: Stagione anonima per il giovane azzurro che ha faticato ad ambientarsi al meglio nel World Tour, complice anche una stagione non eccezionale di tutta la sua squadra. Non sono mancati però, soprattutto nel finale di stagione, alcuni lampi che hanno messo in mostra tutto il suo valore. Il tempo è dalla sua, a lui non resta che proseguire nel lavoro.

Emanuel Buchmann (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: Stagione molto travagliata per il tedesco che, dopo una prima fase di 2024 molto travagliata, viene escluso a sorpresa dal Giro d’Italia, compromettendo così i suoi rapporti con la squadra. Una brutta caduta in Svizzera lo tiene ai box per tutta l’estate prima di un rientro alle corse decisamente da dimenticare con più ritiri che piazzamenti. L’anno prossimo lo aspetta la Cofidis, una boccata d’aria fresca importantissima soprattutto per lui.

Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), 6,5: Parte molto bene conquistando anche una tappa alla Parigi-Nizza, ma viene poi trascinato anche lui nella mediocrità della stagione della Bahrain-Victorious, non riuscendo più a trovare la vittoria nonostante diversi piazzamenti. Il decimo posto al Tour rimane comunque il suo miglior piazzamento in un Grande Giro ed un buon punto di partenza per il prossimo anno.

Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), 6: Dopo quanto di buono fatto vedere lo scorso anno ci si poteva aspettare un po’ di più, soprattutto al Tour. Nel finale di stagione, però, riesce a smuovere il numero nella colonna dei successi, salvando una stagione altrimenti insufficiente.

Francesco Busatto (Intermarché-Wanty), 6,5: Al primo anno nel World Tour, nonostante alcuni problemi fisici che lo hanno colpito in primavera, proprio nel cuore del suo calendario, colleziona diversi piazzamenti che lasciano ben sperare anche per i prossimi anni.

LETTERA C

Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty), 5: Alla sua ultima stagione da professionista lo scalatore francese non è stato in grado di mettere la ciliegina ad una carriera costellata da 12 importanti vittorie. In tanti si aspettavano da lui un successo di tappa al Giro d’Italia che gli avrebbe consentito di completare la ‘tripla corona’ grazie alle frazioni conquistate anni fa al Tour e alla Vuelta, ma la sua condizione non è mai stata all’altezza dell’obiettivo. Il punto più alto del suo 2024 è stato l’ottavo posto nella prima tappa del Giro di Vallonia.

Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team), 5,5: Dopo un 2023 da urlo il giovane corridore bresciano non è stato capace di ripetersi nel corso di questa stagione, la sua seconda con la maglia della squadra svizzera. Il suo 2024 è stato consistente, ma quello che gli è mancato è stato forse un pochino di brillantezza nelle fasi cruciali delle gare, che lo scorso anno gli aveva permesso di ottenere diversi piazzamenti di prestigio. Il 23enne lombardo ha però fatto molta esperienza, che gli sarà molto utile nelle stagioni a venire.

Victor Campenaerts (Lotto Dstny), 7: Quello che una volta era un cronoman duro e puro ora è diventato uno degli attaccanti più pericolosi in circolazione, tant’è che il prossimo anno correrà con la maglia della Visma | Lease a Bike. Ciò che ha reso indimenticabile il suo 2024 è stata la stupenda vittoria da fuggitivo nella 18esima tappa del Tour de France, ma in questa stagione il belga classe 1991 ha brillato diverse volte sia a cronometro che come gregario concreto ed affidabile.

Carlos Canal (Movistar), 6: Per il giovane spagnolo questa è stata una stagione di crescita, in cui è riuscito a maturare e a consolidare quanto di buono fatto vedere lo scorso anno. Non è un caso che la Movistar gli ha offerto un rinnovo di contratto fino alla fine del 2028. Il galiziano classe 2001 non è ancora riuscito a centrare la prima vittoria da pro, ma la strada è quella giusta. Il suo apice di stagione è stato il secondo posto dietro a Vingegaard sulle strade di casa alla O Gran Camiño, ma anche alla Vuelta a España e al campionato nazionale ha corso da protagonista.

Amaury Capiot (Arkéa-B&B Hotels), 6,5: Dopo un 2023 passato in gran parte a recuperare da pesanti problemi fisici che lo avevano tenuto lontano dalle gare per diversi mesi, nel 2024 il francese è tornato a far vedere di che pasta è fatto nonostante gli infortuni alla Omloop Het Nieuwsblad e al Tour de France. La vittoria nella quarta tappa del Tour of Oman gli ha dato molto morale e nel resto della stagione ha collezionato piazzamenti degni di nota sia in brevi corsa a tappe, come Tirreno-Adriatico e a Giorni di Dunkerque, che in corse di un giorno come Le Samyn e GP de Denain.

Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), 7,5: Nella prima metà dell’anno il campione olimpico di Tokyo fatica a ingranare, nonostante i successi nella crono dei campionati nazionali, in una tappa del Tour Colombia e in una del Giro di Romandia. Anche al Tour de France, dove veste la Maglia Gialla per un giorno, esce rapidamente di classifica, ma poi si scatena nell’ultima settimana, dove va in fuga praticamente tutti i giorni, vince a Superdévoluy, conquista la Maglia a Pois e il premio di Supercombattivo. Alla Vuelta a España, invece, si ritrova come uomo di classifica, concludendo quarto, a meno di un minuto dal podio, dopo tre settimane molto solide.

Giovanni Carboni (JCL Team Ukyo), 6,5: Il corridore marchigiano è stato protagonista di una stagione importante, seppur corsa in un team minore, che gli è valsa il meritatissimo ritorno in una squadra di livello Professional a partire dal 2025. Lo scalatore 29enne ha ottenuto quest’anno diverse vittorie in gare di categoria 2.2 ma anche numerose Top-10 in corse italiane ben più rinomate. Tra tutti citiamo il quarto posto al Giro della Romagna, il sesto posto al Trofeo Matteotti ma anche il decimo posto al GP Larciano.

Simon Carr (EF Education-EasyPost), 6: Il 2024 dello scalatore britannico è stato un continuo saliscendi, partito con la promettente vittoria al Trofeo Calvià al debutto stagionale e proseguito con la bellissimo successo al Tour of the Alps dopo le fatiche all’UAE Tour. Da lì in poi è però iniziato il calvario per il 26enne che nella seconda metà di stagione non ha più trovato il giusto colpo di pedale e ha dovuto alzare bandiera bianca in più di un’occasione. Il prossimo anno sarà in cerca di rivalsa con la maglia della Cofidis.

Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), 5: Fatichiamo a vedere degli aspetti positivi nella stagione di Carthy. In tanti si aspettavano dal 30enne britannico un’altra annata ad alti livelli, ma per lui in questo 2024 ci sono state davvero poche soddisfazioni personali se non il terzo posto nell’ultima tappa della O Gran Camiño a inizio stagione. Per lo scalatore di Preston, capace nel 2020 di vincere una tappa e salire sul podio finale della Vuelta a España, quest’anno non c’è nemmeno stata la possibilità di essere selezionato per un grande giro.

Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 6: Il siciliano in questa stagione ha corso principalmente da gregario di lusso, e lo ha fatto molto bene. Il 37enne, da vero veterano di salite e corse a tappe, si è preso la responsabilità di proteggere e far crescere un giovane promettente come Antonio Tiberi accompagnandolo sulle dure montagne del Giro d’Italia. Il ragusano classe 1987 ha sacrificato le proprie ambizioni personali per tramutarsi ancora una volta in un uomo-squadra di assoluta esperienza.

Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma), 7,5: L’indimenticabile doppia vittoria di tappa sulle tostissime salite della Vuelta a España sono state la svolta della sua carriera in una stagione che era comunque partita bene a suon di piazzamenti. Lo scalatore classe 2001 si è meritato tre anni di contratto nel WorldTour con la Movistar, dove spera di potersi confermare come uno degli scalatori più promettenti del prossimo futuro.

Dario Cataldo (Lidl-Trek), 5,5: In tanti speravano che la sua ultima stagione da professionista si sarebbe potuta chiudere con qualche piazzamento in più, ma il 2024 dell’esperto corridore abruzzese è stato all’insegna del lavoro per i compagni di squadra. La sua generosità è stata sempre apprezzata di ogni squadra in cui ha militato in 18 anni di carriera e ora lo attende un futuro da direttore sportivo sull’ammiraglia della Astana Qazaqstan.

Mattia Cattaneo (Soudal-QuickStep), 6,5: Gli manca il risultato importante, anche perché le logiche di squadra spesso hanno prevalso sulle sue ambizioni personali. Si conferma però ottimo specialista delle cronometro, raccogliendo un brillante bronzo all’Europeo e chiudendo al terzo posto anche la prova conclusiva della Vuelta a España. Da vedere se il futuro, sempre fra i ranghi del Wolfpack, gli riserverà qualche libertà in più.

Rémi Cavagna (Movistar), 5: Ha provato a dare un cambio radicale alla sua carriera, lasciando la Soudal-QuickStep, dove aveva trascorso in pratica tutti i suoi anni in sella, per accasarsi in Spagna. È andata decisamente male, con il corridore e la squadra che si sono trovati su due versanti separati da un muro comunicativo invalicabile. Cambierà nuovamente squadra, sperando di ritrovare il colpo di pedale che lo aveva reso uno dei passisti più affidabili in circolazione.

Mark Cavendish (Astana Qazaqstan), 7: La sua stagione era incentrata su un unico obiettivo, decisamente rilevante dal punto di vista storico e anche mediatico. Alla fine, il successo numero 35, quello che lo ha reso il corridore più vincente in quanto a tappe al Tour de France, è arrivato e il velocista dell’Isola di Man può così chiudere la carriera felice, dopo aver compiuto la missione più importante di questi suoi ultimi anni in sella. Saluta con l’incredibile numero di 165 vittorie da professionista.

Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural-Seguros RGA), 7: Di gran lunga la miglior stagione della carriera per l’ecuadoriano, che vince la generale del Tour of Qinghai Lake e che si piazza molto bene in diverse brevi corse a tappe, fra cui O Gran Camiño e Vuelta Burgos, competizioni in cui la concorrenza era decisamente significativa. Ora passerà alla Movistar, con l’intento di trovare gli stessi spazi, e gli stessi risultati, in contesti a lui favorevoli.

Jefferson Alveiro Cepeda (EF Education-EasyPost), 6: Meno continuo rispetto al cugino, chiude la stagione vincendo una tappa e la generale del Tour de l’Ain e portando a termine, in questo caso senza acuti, sia il Giro d’Italia che la Vuelta a España.

Clément Champoussin (Arkéa-B&B Hotels), 6,5: Una prima metà di stagione abbastanza in ombra, seguita da una fase discendente decisamente più florida. Vince il Giro della Toscana, sfiora il successo nella generale della Arctic Race of Norway e, in generale, si conferma corridore portato per percorsi movimentati. Dal 2025 vestirà la maglia dell’Astana, che ha disperato bisogno di corridori “realizzatori” come può essere lui.

Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), 5: Il corridore che vinceva Monumento e lottava per i successi nei Grandi Giri ormai è lontano negli anni. Prova a mettersi in luce con qualche fuga nelle tappe a lui ancora congeniali, ma i risultati rimangono lontani dall’eccellenza.

Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) 6,5: Allo svizzero della Q36.5 è mancata solamente la vittoria in una stagione in cui ha più volte attaccato a viso aperto dimostrando grande coraggio e acume tattico a 22 anni di età. L’elvetico ha fatto vedere di essere un corridore molto completo e capace di mettersi in mostra sia in salita che negli arrivi veloci. Tanti i piazzamenti importanti che fanno ben sperare per il futuro del coriaceo corridore classe 2002.

Jan Christen (UAE Team Emirates), 7: A soli 20 anni e alla sua prima stagione completa tra i pro questo talentuosissimo atleta svizzero è stato in grado di ottenere ben tre vittorie una più sensazionale dell’altra. Il successo al Giro d’Abruzzo, ma soprattutto quelli da vero finisseur al Giro dell’Appennino e alla Prueba Villafranca, ma anche il nono posto alla durissima Clasica San Sebastian, fanno di lui uno dei giovani più interessanti in assoluto per le prossime stagioni.

Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 7: Difficile inquadrare in un voto un’annata come quella dell’abruzzese, decisamente movimentata. Costretto da un problema fisico a spostare in là l’inizio del suo programma, disputa un Delfinato più che buono e poi va al Tour de France per curare la classifica generale. L’obiettivo gli riesce a metà (a Nizza sarà undicesimo) ed è anche costretto ad abbandonare la Vuelta a metà strada. Sul finire di stagione, però, trova il colpo di coda che gli permette di muovere verso l’alto la curva della soddisfazione, salendo sul terzo gradino del podio de Il Lombardia.

Davide Cimolai (Movistar), 6,5: Molti i piazzamenti, ma nessuna vittoria, per il 35enne friulano che in questo 2024 si è messo molte volte a disposizione della squadra e dei compagni sulla carta più veloci di lui. I suoi migliori risultati sono stati il terzo posto nell’ultima tappa della Tirreno-Adriatico e il secondo posto alla Vuelta Castilla y Leon, ma anche come ultimo uomo nelle volate di gruppo si è contraddistinto per esperienza e intelligenza tattica.

Luca Colnaghi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 6: Il 2024 è stata per il velocista lecchese un’altra stagione in cui fare esperienza e tentare di lasciare il segno tra i professionisti. I piazzamenti del 25enne sono stati numerosi anche in volate di gruppo molto rapide e caotiche, ma quello che gli è mancato è stata forse la zampata vincente per riuscire ad ottenere il suo primo successo dopo le due tappe da Under23 al Giro Ciclistico d’Italia del 2020.

Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), 6: Il periodo in cui il 27enne trentino è riuscito ad esprimersi al meglio in questa stagione è stato durante il Giro d’Italia. Con un attacco dietro l’altro il portacolori della Alpecin-Deceuninck è stato in grado di portarsi a casa diversi piazzamenti tra i primi classificati, partendo dalla prima tappa, chiusa al quinto posto, fino alla penultima dove è stato uno dei protagonisti della fuga di giornata, passando per l’ottimo nono posto nella frazione di Bocca di Selva.

Simone Consonni (Lidl-Trek), 8: Per il bergamasco questa è stata una stagione da incorniciare sotto molti punti di vista. Su strada è stato fondamentale per la maglia ciclamino del suo compagno Jonathan Milan, ma è anche riuscito a ottenere ottimi piazzamenti per se stesso nelle classiche del nord e nelle corse a tappe di inizio anno. Ma il vero capolavoro lo ha fatto sulle piste del velodromo delle Olimpiadi di Parigi 2024, dove ha conquistato una fantastica medaglia d’argento nella Madison e un bronzo nell’inseguimento a squadra. A coronare la sua annata è poi arrivato l’argento nell’Omnium ai Mondiali su pista a Ballerup.

Valerio Conti (Corratec-Vini Fantini), 5,5: Al suo secondo anno in una squadra Professional il corridore laziale è arrivato quasi a guadagnarsi la sufficienza in questo pagellone. Le gare e le tappe chiuse a ridosso dei primi sono state molte, vedi Giro di Slovenia, Giro della Toscana, GP Marseillaise e Giro d’Abruzzo, ma da un corridore con la sua esperienza nel WorldTour ci si poteva aspettare qualcosina di più.

Bryan Coquard (Cofidis), 6,5: Un velocista esperto e navigato come lui sa come vincere gare importanti e anche nel corso di questa stagione non ha mancato di timbrare il cartellino. Alle 51 vittorie in carriera ha aggiunto il sigillo al Giro di Svizzera, condito da diverse Top-5 in gare WorldTour e dal terzo posto nella classifica a punti del Tour de France.

Magnus Cort (Uno-X Mobility), 7: L’esperto corridore danese è ormai una certezza e si conferma ad ottimi livelli nonostante il cambio di squadra e il passaggio dal WorldTour alla categoria Professional. Nei cinque successi dell’anno spicca quello ottenuto nella seconda tappa del Delfinato, ma anche la gran chiusura alla Veneto Classic, vinta dopo un lungo attacco da lontano, e la vittoria nella classifica finale della Arctic Race of Norway, oltre ad altri piazzamenti che ne fanno una garanzia per il suo team.

Benoît Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale), 7,5: Il 29enne francese ha avuto una prima parte di stagione folgorante, con sette vittorie in poco più di due mesi di gare, ma si è poi eclissato con l’arrivo dell’estate. Tra i piazzamenti degni di nota ci sono poi senza dubbio il sesto posto alla Strade Bianche e il quarto posto alla Freccia Vallone, che vanno a dare ulteriore spessore ad una stagione per lui davvero memorabile.

Rui Costa (EF Education-EasyPost), 5,5: Se il 2023 del veterano portoghese aveva fatto sperare in una sua rinascita, questa stagione è stata per lui parecchio sottotono. La vittoria al campionato nazionale in linea è stata l’unico squillo nel 2024 del 38enne, che lo ha visto piazzarsi tra i primi in pochissime altre gare tra cui il Giro di Svizzera.

Alessandro Covi (UAE Team Emirates), 6: La stagione del Puma di Taino è stata salvata da alcuni piazzamenti importanti come il settimo posto alla Vuelta a Murcia a inizio stagione, il sesto posto al Memorial Marco Pantani, ma soprattutto il secondo posto al Trofeo Matteotti. Per il resto il 2024 del 26enne è stato in gran parte occupato dal lavoro al servizio dei compagni di squadra.

Luca Covili (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 6,5: Prova a sfruttare al massimo la sua capacità di essere molto regolare e chiude il Giro d’Italia nella seconda pagina della classifica finale, con un 18esimo posto che è risultato di discreto spessore, sia per lui che per la squadra. Non riesce a spiccare nelle corse di un giorno, ma in quelle a tappe è una risorsa importante per la formazione Professional italiana.

Steff Cras (TotalEnergies), 7: Finisce a terra nell’ormai celeberrima caduta di gruppo del Giro dei Paesi Baschi e, per il tipo e la quantità di infortuni riportati, va vicino a dover chiudere la carriera, se non peggio. Dopo meno di tre mesi, però, è già in sella, si piazza fra i primi 10 al Giro di Slovenia e, poco più tardi, va a fare classifica nientemeno che al Tour de France, chiudendolo al 16esimo posto e dimostrando una capacità di recupero davvero notevole.

LETTERA D

Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), 6: Dopo due anni consecutivi in cui aveva lasciato il sigillo nei Grandi Giri, arriva un 2024 in cui non riesce quasi mai a dire la sua se non in un’occasione, in una tappa del Région Pays de la Loire Tour. Di sicuro, però, la fortuna non è stata dalla sua parte, dato che un infortunio interrompe praticamente subito la stagione appena iniziata, mentre un altro a inizio settembre lo costringe a mettere fine anzitempo alla sua annata. Le sue qualità non si discutono, ora starà a lui riprendersi dopo un anno nel quale le cose sono girate decisamente male.

Stefan De Bod (EF Education-EasyPost), 5,5: Poco da segnalare nel 2024 del corridore sudafricano, in calo rispetto alle precedenti stagioni. Solo ad ottobre riesce ad andare vicino a una vittoria, peraltro al Tour de Langkawi, mentre per il resto si vede solo in qualche fuga.

Jasper De Buyst (Lotto Dstny), 5: Stagione lontanissima dalle migliori della carriera che lo vede, complice anche l’età, sempre navigare nelle retrovie delle classifiche (se non addirittura nell’elenco dei non classificati). Il finale dell’anno passato aveva illuso in una sua ripresa, ma servirà un altro De Buyst nel 2025 per aiutare una Lotto in piena lotta per conquistare la licenza WorldTour.

Thomas De Gendt (Lotto Dtsny), 6: Difficile chiedere tanto di più ad un corridore col palmares del 38enne belga. Una volta annunciato l’addio, la stagione si trasforma in una lunga e meritata passerella per uno dei corridori più amati e rispettati in tutto il gruppo. Non arriva il tanto atteso acuto finale, ma per il nativo di Sint-Niklaas non si può fare altro che alzarsi e applaudire al termine di 19 anni in mezzo al gruppo. E ora… testa al gravel!

Arvid De Kleijn (Tudor Pro Cycling), 7: La vittoria di tappa alla Parigi – Nizza è già abbastanza per la sufficienza, gli altri successi e i numerosi piazzamenti raccolti dal neerlandese alzano il voto fino a un meritatissimo 7. Un problema al ginocchio ne condiziona la fase centrale della stagione lasciandolo ai box anche al Giro d’Italia dove, visto quanto di buono fatto vedere, avrebbe potuto sicuramente togliersi qualche soddisfazione.

David De La Cruz (Q36.5 Pro Cycling Team), 5,5: Stagione piuttosto anonima per l’esperto scalatore iberico che, salvo il successo al campionato nazionale a cronometro, non riesce mai a mettersi in mostra. La Q36.5 ha puntato sulla sua esperienza ma, ad oggi, la scommessa non sembra essere andata a buon fine…

Victor De La Parte (Euskaltel-Euskadi), 5: Neppure il cambio di squadra non è servito al 38enne basco, che prosegue anche in questo 2024 nella serie di stagioni senza successi iniziata ormai nel lontano 2016. Sarebbe stato ingiusto chiedergli di guidare la squadra, ma sicuramente era lecito aspettarsi qualcosa in più.

Arnaud De Lie (Lotto Dstny), 7,5: Stagione a tutto tondo per il giovane velocista belga. Vince nelle classiche, vince nelle corse a tappe e vince anche le classifiche generali, dimostrando di essere anche qualcosa in più rispetto al prototipo del velocista puro. La conquista del titolo nazionale, in cui ha anticipato, tra gli altri, corridori del calibro di Philipsen e Van Aert, è la ciliegina sulla torta di una stagione che lo ha definitivamente consacrato ad altissimi livelli. L’unica “pecca”? Manca ancora il primo sigillo in un Grande Giro, ma se proseguirà così non tarderà ad arrivare.

Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla), 6,5: Nonostante un’annata forse non ai livelli delle migliori della carriera, il Rosso di Buja riesce comunque a piazzare la sua solita zampata conquistando una tappa al Tour of the Alps al termine di una fuga da lontano. Anche se l’età avanza, il friulano si conferma un lottatore e sarà ai nastri di partenza anche l’anno prossimo per andare a caccia della grande soddisfazione che ancora gli manca: un successo al Giro d’Italia.

Davide De Pretto (Team Jayco AlUla), 7: Se per molti il salto dagli U23 al WorldTour rappresenta un ostacolo difficile da superare, per il classe 2002 la prima stagione completa tra i grandi è sembrata quasi una formalità. Messa sin da subito in mostra una grande condizione, il giovane azzurro ha mantenuto una costanza invidiabile per tutto l’anno, conquistando piazzamenti anche in corse WorldTour prima di ottenere la prima vittoria tra i pro al Giro d’Austria. I buoni piazzamenti nelle classiche italiane di fine stagione sono solo l’ulteriore conferma del valore di un ragazzo che il prossimo anno farà sicuramente parlare di sé.

Floris De Tier (Bingoal WB), 6: Annata senza grandi sussulti per il 32enne belga, che in ogni caso ha avuto la sua miglior stagione da alcuni anni a questa parte conquistando alcuni piazzamenti, pur non riuscendo mai a giocarsi veramente le sue carte per una vittoria. Risulta più un affidabile gregario che un vero e proprio cacciatore di gloria.

Tim Declercq (Lidl-Trek), 6,5: Arrivato alla Lidl-Trek con il compito ben definito di supportare i capitani nelle lunghe giornate a tirare in testa al gruppo, l’esperto corridore belga prosegue nel suo lavoro che tanto utile era stato anche alla Soudal Quick-Step.

John Degenkolb (Team dsm-firmenich PostNL), 6: Lontano dal corridore dominante visto a metà degli anni ’10, il tedesco continua, seppur senza grande successo, a tentare di accrescere il suo già impressionante palmares di 48 vittorie. Il settimo posto a Saint-Amand-Montrond al Tour de France rappresenta il punto più alto di una stagione che, probabilmente, non sarà tra le più memorabili, anche se è da segnalare la top-10 sfiorata alla Parigi-Roubaix, corsa nella quale è sempre stato in grado di esprimersi al meglio.

Isaac Del Toro (UAE Team Emirates), 7,5: Non è semplice esordire tra i professionisti con una corazzata come la formazione emiratina, ma il talentuoso messicano ci ha impiegato esattamente tre giorni di corsa prima di riuscire a conquistare il suo primo successo tra i grandi. Molti lo considerano un predestinato e i risultati di questo 2024 (3° in classifica generale al Tour Down Under, 4° alla Tirreno-Adriatico, 7° ai Paesi Baschi, oltre al dominio alla Vuelta Asturias) sembrano confermare queste previsioni. Fa il suo esordio in un Grande Giro alla Vuelta, dove lascia intravedere ancora un po’ di inesperienza naufragando nelle retrovie. Rimane tantissima curiosità per capire cosa potrà riservargli il futuro, ma se proseguirà su questa strada è probabile che ci saranno tante vittorie.

Arnaud Démare (Arkéa-B&B Hotels), 5,5: Il grande acquisto di metà 2023 della Arkéa-B&B Hotels rappresenta una delle più grandi delusioni di questo 2024. Arrivato con l’obiettivo di raccogliere vittorie e punti UCI, trascorre tutta la prima metà di stagione senza conquistare neanche un successo prima di subire una sonora batosta anche al Tour de France, dove raccoglie due settimi posti come migliori risultati (anche se nella 12a tappa aveva chiuso 2° prima di venir declassato) prima di finire fuori tempo massimo a due giorni da Nizza. Le due vittorie al Tour Poitou-Chanteres e alla Paris-Chauny sono decisamente troppo poco per risollevare una stagione per un corridore che sembra ormai lontano dalla sua migliore versione.

Matthew Dinham (Team dsm-firmenich PostNL), s.v.: Stagione sfortunatissima per l’australiano che, salvo due partenze a Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, entrambe terminate con un DNF, non riesce mai a prendere parte ad una gara a causa di una serie di problemi fisici. Il rinnovo di contratto firmato pochi mesi fa, però, gli permetterà di affrontare i prossimi anni con più fiducia.

Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team), 6: Qualche piazzamento e poco più per il corridore britannico che, salvo un buon 4° posto in classifica al Tour of Britain, spesso non riesce a mettersi in mostra specialmente nelle gare dove la concorrenza è più agguerrita. Mezzo punto in meno per non essere riuscito a centrare neanche una vittoria.

Paul Double (Team Polti-Kometa), 6,5: L’arrivo nella formazione italiana fornisce nuove energie al 28enne di Winchester, che riesce ad inanellare, specialmente nella fase centrale della stagione, tutta una serie di piazzamenti di ottimo livello. La sua costanza, già evidenziata nelle scorse annate, gli permette così di ottenere un contratto WorldTour: ad aspettarlo c’è la Jayco AlUla.

Edward Dunbar (Team Jayco AlUla), 7: Nonostante la sfortuna che lo ha visto abbandonare il Giro d’Italia dopo solo due giorni, l’irlandese non si dà per vinto e si presenta al via della Vuelta a España con un obiettivo ben preciso: vincere una tappa. Le sue tre eccezionali settimane iberiche non solo gli permettono di raggiungere questo obiettivo, ma gli consentono anche di concedere il bis con una grande vittoria a Picon Blanco ottenuta davanti a tutti i grandi nomi della classifica generale.

LETTERA E

Nils Eekhoff (Team dsm firmenich-PostNL), 5,5: Da lui, soprattutto per quel che aveva fatto vedere a livello giovanile, ci si aspetta sempre tanto. Ora però gli anni sul documento d’identità sono 26 e il neerlandese sembra dover riporre in un cassetto i sogni più grandi. Nel 2024 ha comunque messo a disposizione della squadra prestazioni solide, con qualche picco, come nel caso della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, chiusa al quarto posto. Un paio di piazzamenti discreti nel finale di stagione non contribuiscono però a fargli raggiungere la piena sufficienza. Ad ogni modo, la squadra continua a credere in lui e nelle due prossime stagioni, garantite da contratto, potrebbe ancora arrivare la completa maturazione.

Odd Christian Eiking (Uno-X Mobility), 5,5: Lui e la squadra speravano probabilmente in un matrimonio più felice e, soprattutto, redditizio. Il 29enne norvegese, però, non è riuscito a lasciare segni rilevanti, soprattutto nella seconda metà di stagione. Nei primi mesi, qualcosa di discreto si era visto, soprattutto nelle gare di un giorno, anche se, in fin dei conti, il miglior risultato rimane l’ottavo posto al GP Morbihan. Poco, soprattutto dal punto di vista della formazione giallorossa, che non lo confermerà in organico.

Kenny Elissonde (Cofidis), 5: L’esperto scalatore francese ha vissuto la stagione meno brillante della carriera. Con il passaggio alla Cofidis, la speranza era probabilmente quella di avere maggiori possibilità di perseguire risultati individuali, ma la missione non è stata compiuta. In 46 giorni di corsa, non si è registrato neppure un piazzamento fra i primi 10 di giornata e anche l’unico Grande Giro affrontato nel 2024, la Vuelta, si è chiusa nell’anonimato, con il ritiro dopo cinque tappe. 

Felix Engelhardt (Team Jayco AlUla), 5,5: Il tedesco non è riuscito a mantenere la rotta di crescita che ci si poteva aspettare, dopo l’ottima annata di debutto da professionista fatta registrare nel 2023. Una vittoria è si arrivata, in una tappa del Giro di Slovacchia, ma, date le sue caratteristiche di stoccatore adatto a percorsi mossi, il bilancio complessivo non è di quelli entusiasmanti. Va però considerato che buona parte dei suoi impegni stagionali sono stati in corse di livello WorldTour, dove, indubbiamente, non è facile eccellere e nelle quali ha fatto apprendistato. Da vedere se sarà stata tutta preziosa esperienza per il futuro.

Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep), 9: In quanto a risultati, escludendo quindi le cadute, il suo 2024 è splendido. Il belga ha vinto due titoli ai Giochi olimpici di Parigi 2024 e anche il titolo mondiale a cronometro nell’ambito della rassegna di Zurigo. La gara in linea delle Olimpiadi è stata peraltro una memorabile dimostrazione di forza e talento, che ha suscitato grandi emozioni in tutto il mondo degli appassionati di ciclismo. Ma la sua annata è stata anche molto altro, considerando in particolare il podio conquistato alla prima esperienza al Tour de France, alle sue spalle di altri due fenomeni, attualmente più continui di lui in salita, come Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard. Il risultato del Tour assume ancora più spessore se si pensa che il belga si era infortunato nella celeberrima caduta del Giro dei Paesi Baschi, dovendo quindi mutare il programma di avvicinamento alla Grande Boucle. Nell’annata del campione di Aalst, recentemente vittima di un altro grave incidente, questa volta in allenamento, ci sono anche il notevolissimo secondo posto al Lombardia (sempre alle spalle di Tadej Pogačar), il secondo posto alla Parigi-Nizza (con annessa vittoria della spettacolare ultima tappa) e le vittoria della generale della Volta ao Algarve e della Figueira Champions Classic. Un grande campione, a tutti gli effetti.

Caleb Ewan (Team Jayco AlUla), 6: Tornato a “casa” dopo la lunga esperienza alla Lotto Dstny, conclusasi in maniera abbastanza burrascosa, il velocista australiano è rimasto sulla traiettoria disegnata nell’arco delle ultime stagioni. Non è più il “proiettile” dei suoi anni migliori e fatica ad eccellere se la concorrenza dei velocisti presenti è di altissima qualità. Quando ne ha avuto la possibilità, però, qualche zampata è riuscito a piazzarla, chiudendo la sua stagione con tre vittorie. Meritorio anche il fatto di aver portato a termine il Giro d’Italia, dopo tanti ritiri.

LETTERA F

Matteo Fabbro (Polti-Kometa), 5,5: È sceso di categoria con l’idea di avere più possibilità di giocarsi le sue carte da scalatore. Qualche piazzamento discreto è maturato, anche nell’ambito di una gara molto ben frequenta come la O Gran Camiño, ma non ci sono state prestazioni da ricordare. Anche il Giro d’Italia, durante il quale ci si poteva attendere qualche momento alla ribalta, è corso via senza particolari sussulti.

Alessandro Fancellu (Q36.5 Pro Cycling Team), 6: Dopo un 2023 decisamente mogio, il corridore lombardo ha lanciato più di qualche segnale confortante, sia sul piano dei piazzamenti che su quello della voglia di combattere in gara. Frenato da un infortunio alla clavicola patito ad agosto, ha scelto poi di continuare il suo percorso di consolidamento in una squadra Continental, la JCL Ukyo, di cui vestirà i colori nel 2025.

Valentin Ferron (TotalEnergies), 5: Brusco passo indietro per il promettente francese, che nel 2023 era stato uno dei corridori più produttivi della sua squadra e che invece in questa stagione non si è praticamente mai visto, fatta eccezione per qualche raro tentativo di fuga da lontano. 

Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 6,5: È uno degli emblemi della squadra, soprattutto quando c’è da spendersi all’attacco con grinta e determinazione. Al Giro d’Italia si ritaglia un ruolo da protagonista, fra fughe e traguardi volanti, mentre nel resto della stagione raccoglie una serie di piazzamenti interessanti, sia quando c’è da buttarsi in volata (settimo alla Brussels Classic, ad esempio), sia quando c’è da tenere botta durante finali duri, come nel caso del Giro del Veneto (ottavo). Gli manca il risultato di grido, ma nella sua stagione il buono non è certo mancato.

Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates), 7: Non è facile trovare tempo e modo per spiccare in uno squadrone simile, ma il neozelandese ci riesce eccome, soprattutto nella prima parte della stagione. Nel suo conto ci sono tre successi, fra cui quello alla Muscat Classic, e diversi risultati di buon livello, sia in quanto a classifiche finali che sul piano delle gare di un giorno. Nella seconda parte di anno si vede molto meno, forse per via del fatto che a fine 2024 cambierà squadra, andando a vestire i colori della Red Bull-Bora-hansgrohe.

Anders Foldager (Team Jayco AlUla), 7: Chiude il suo primo anno da professionista in crescendo. Dimostra di gradire molto le brevi corse a tappe movimentate, raccogliendo il terzo posto finale al Giro di Danimarca e il sesto alla Cro Race. Anche nelle gare di un giorno, comunque, fa il suo, centrando qua e là risultati che hanno una certa valenza, fra cui il terzo posto alla Coppa Sabatini, per un corridore al primo impatto con il mondo dei “grandi”. Fa cose più che discrete anche nelle ultime corse dell’anno del calendario italiano. Da seguire, sicuramente.

Davide Formolo (Movistar), 5,5: Ha lasciato la UAE per una squadra in cui avrebbe avuto un doppio rilevante compito, fra sostegno a uomini di classifica e ruolo di punta per le Classiche. Il meglio della sua stagione sta però nel settimo, comunque più che rispettabile, posto alla Strade Bianche. Per il resto ha provato a ritagliarsi i suoi spazi, ma fra Tour de France e gare di un giorno dell’ultima parte di stagione, il fatturato non è stato di quelli memorabili. 

Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan), 6,5: La squadra kazaka lo spreme per tutto l’anno (83 giorni di corsa!), alla ricerca di punti UCI, e lui risponde per quel che può, chiudendo al 12esimo posto il Giro d’Italia e al 16esimo la Vuelta a España. Al Giro, in particolare, però la prima settimana aveva fatto sperare in qualcosa in più, ma la resa non entusiasmante nelle cronometro si è confermato un problema condizionante per le sue ambizioni. Non si tira comunque indietro.

Tobias Foss (Ineos Grenadiers), 5: Il suo è uno dei cambi di maglia più stuzzicanti dello scorso CicloMercato, ma alla fine il rilancio tanto atteso non si materializza. Il 2024 del norvegese ha il suo picco al Tour of the Alps, dove arriva un successo di tappa e qualche altro momento da protagonista; per il resto, però, rimane lontano dai migliori in tutte le altre occasioni e anche la cronometro, di cui è stato campione del mondo, non gli porta particolari gioie, soprattutto negli appuntamenti internazionali.

Omar Fraile (Ineos Grenadiers), 5: In una stagione di squadra complessivamente grigia, lui rimane nello stesso spettro di colori. Praticamente mai in avanscoperta, lo si vede raramente in testa al gruppo e trascorre un’annata anonima, quasi incredibile per un corridore con le sue caratteristiche e con una determinazione quasi proverbiale.

Marco Frigo (Israel-Premier Tech), 6:,5 Affronta due Grandi Giri nella stessa stagione e li porta entrambi a termine, mettendo in mostra una qualità, quella della predisposizione all’attacco da lontano, tutt’altro che scontata in un ciclismo sempre più competitivo. I tentativi sono tanti, ma i risultati, a fine giornata, non sono quelli sperati. Alla Vuelta è uno degli animatori della maxi-fuga che rischia di decidere l’intera corsa a favore di Ben O’Connor: l’australiano però si dimostra di un altro livello e il veneto deve accontentarsi del secondo posto di giornata, suo miglior risultato dell’anno.

Chris Froome (Israel-Premier Tech), 5: Insiste nei suoi propositi, ma ormai anche lui pare meno convinto di quello che si prefigge come obiettivo. La squadra lo schiera solo in brevi corse a tappe, anche importanti come nel caso di Tirreno-Adriatico e Giro del Delfinato, ma lui non riesce a fare granché, rimanendo intrappolato nelle retrovie e, dal punto di vista mentale, in un passato glorioso che, oramai, non tornerà più indietro.

Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech), 5: Un altro decano del gruppo che fatica a trovare la giusta dimensione, fra un passato sicuramente nobile e l’età che avanza. Rispetto al 2023, però, il danese riesce a farsi vedere un po’ più spesso e a raccogliere qualche piazzamento tutto sommato apprezzabile, soprattutto nella seconda metà di stagione. Poco, però, per un corridore capace, negli anni migliori, di vincere Monumento e di fare ottime cose su tutti i terreni.

LETTERA G

Davide Gabburo (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 6: Annata abbastanza anonima per il 31enne azzurro che riesce però a riprendersi nel finale di stagione conquistando il suo secondo successo in carriera nella tappa conclusiva del Tour of Istanbul.

Thomas Gachignard (TotalEnergies), 6: Prosegue la crescita del classe 2000 che, dopo aver conquistato il terzo posto ai campionati nazionali, riesce anche a togliersi la soddisfazione di esordire (e di portare a termine) il Tour de France. Le sue buone prestazioni gli garantiscono anche il rinnovo di contratto, che ora proseguirà fino al 2026.

Felix Gall (Decathlon Ag2r La Mondiale), 5,5: Tutto sommato, quella dell’austriaco non è stata una stagione poi così negativa, ma i risultati del 2023 avevano ovviamente alzato le aspettative su di lui, che non sempre è stato capace di soddisfare. Di sicuro, non ci si aspettava che potesse replicare quanto fatto al Tour dello scorso anno, ma la top-10 finale, per la quale è stato in lotta fino alle ultimissime tappe, sembrava alla sua portata. Alla Vuelta, invece, si scioglie nell’ultima settimana dopo dopo una gara trascorsa un po’ a pensare alle proprie ambizioni (era ottavo prima della debacle finale) e un po’ a supportare il compagno di squadra e Maglia Rossa Ben O’Connor.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 7,5: I risultati su strada sono stati meno numerosi e meno pesanti rispetto a quelli del 2023, ma su tutta la stagione del verbanese ha sicuramente pesato l’obiettivo olimpico in pista, che ha portato via tante energie fisiche e mentali e ha comunque prodotto una bella medaglia di bronzo con il quartetto. In ogni caso, sono arrivate tre vittorie (seconda cronometro del Giro, ennesimo titolo nazionale a crono e una tappa al Giro d’Austria) e, soprattutto, gli argenti nelle prove contro il tempo di Olimpiadi e Mondiali (dove ha conquistato anche un bronzo nella Staffetta Mista), in entrambi i casi a pochi secondi dal fenomeno Evenepoel, che lo vedono comunque confermarsi al top della disciplina.

Ivan Garcia Cortina (Movistar), 5: Che fosse un corridore poco vincente già lo si sapeva, ma in passato il 29enne riusciva comunque a portare a casa diversi piazzamenti che gli consentivano di conquistare punti e strappare la sufficienza. Quest’anno, invece, anche questi sono quasi sempre mancati e il rendimento generale è stato piuttosto negativo; da lui ci si aspetta sicuramente di più.

Carlos Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma), 5,5: Pochi giorni di corsa e pochissimi risultati per lo scalatore spagnolo che, dopo quattro stagioni con la Kern Pharma, dal prossimo anno vestirà i colori della Burgos – BH, nella speranza di fare quel salto di qualità da tempo atteso ma mai veramente arrivato.

Raul Garcia Pierna (Arkéa-B&B Hotels), 6: Pur senza grossi risultati, il 23enne spagnolo si conferma in crescita e capace di cogliere risultati non solo a cronometro, dove sembra dare il meglio di sé, ma anche in altri frangenti, come dimostrano i piazzamenti ottenuti nelle classifiche finali di Tour de la Provence, O Gran Camiño e Giro di Polonia. Ci sono comunque ancora margini di crescita.

Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan), 6: Prosegue la crescita del classe 2002 marchigiano, che si fa vedere soprattutto nella seconda metà dell’anno, ottenendo anche un paio di piazzamenti alla Vuelta a España. La speranza è che possa fare ulteriori passi in avanti con il cambio di squadra: nel 2025, infatti, correrà con la Soudal Quick-Step.

Andrea Garosio (Polti – Kometa), 5,5: Non giunge a termine neanche in questa stagione la missione del 31enne di Brescia di conquistare il primo successo in carriera. Tantissimi i giorni di corsa per l’azzurro che però non riesce a spingersi oltre al quarto posto conquistato in una tappa del Giro di Slovacchia.

David Gaudu (Groupama-FDJ), 6,5: Annata a due facce per lo scalatore transalpino, che vive una prima parte piuttosto sottotono (a eccezione della vittoria in una corsa di secondo piano come il Tour du Jura) e un Tour de France disastroso, che lo vede lontanissimo dai migliori e mai in lotta neppure per un successo parziale. Proprio dopo la Grande Boucle, però, il 28enne trova la forza di reagire ed è autore di una bella e solida Vuelta, chiusa appena fuori dalla top-5, cui seguono una vittoria nella tappa finale del Giro del Lussemburgo e un nono posto a Il Lombardia che testimoniano che le sue qualità ci sono ancora, anche se non sempre è in grado di esprimerle.

Pierre Gautherat (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6,5: Stagione positiva per il giovane transalpino che, pur mancando l’appuntamento con il primo successo, riesce in numerose occasioni a conquistare piazzamenti che ne dimostrano le indiscutibili qualità. Sarà sicuramente uno dei nomi da tenere d’occhio per la prossima stagione.

Fernando Gaviria (Movistar), 5,5: Anche la seconda annata del colombiano con la formazione iberica non è stata propriamente memorabile. Un solo successo, ottenuto sulle strade di casa al Tour Colombia, e qualche piazzamento a Giro e Tour (dove è secondo a Torino e terzo a Dijon) sono decisamente troppo poco per l’esperto velocista, che sembra ormai aver preso una china negativa.

Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan), 5,5: Dopo un buon 2023, che gli aveva permesso di tornare in prima squadra, il 25enne vive un 2024 complessivamente sottotono, dove anche a causa di qualche problema fisico non riesce a ottenere particolari risultati.

Derek Gee (Israel-Premier Tech), 7: Se l’anno scorso aveva stupito grazie alle numerosissime fughe (e i secondi posti) al Giro d’Italia, quest’anno il canadese ha sorpreso ancor più per quanto fatto al suo primo Tour de France. Il 27enne è stato infatti autore di tre settimane molto solide, al termine delle quali è riuscito a cogliere la nona piazza finale. In precedenza, aveva conquistato il suo primo vero successo tra i professionisti in una tappa del Giro del Delfinato, chiuso al terzo posto.

Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek), 5,5: Prosegue il momento difficile per il vincitore del Giro d’Italia 2020, che dopo il grave infortunio riportato lo scorso anno, proprio alla Corsa Rosa, non è ancora riuscito a tornare sui suoi livelli. Qualche altro infortunio e un po’ di sfortuna lo frenano ulteriormente in questo 2024, dove fa vedere qualche lampo solo alla Volta ao Algarve e al Giro di Romandia, ma non riesce a dare continuità alle sue prestazioni, soprattutto in salita.

Elie Gesbert (Arkéa-B&B Hotels), sv: Tanta sfortuna per il transalpino, che corre poco a causa di un problema all’arteria iliaca che lo costringe a un’operazione e a diversi mesi di stop che, inevitabilmente, influenzano in negativo la sua stagione.

Simon Geschke (Cofidis), 6: L’esperto corridore tedesco chiude la sua carriera senza particolari acuti a eccezione di un buon 14° posto finale al Giro d’Italia e di una lunga fuga ai Mondiali di Zurigo, con la quale sostanzialmente si congeda dal gruppo.

Robert Gesink (Visma | Lease a Bike), 6: La stagione dell’addio del corridore neerlandese trascorre senza grandi soddisfazioni personali ma con un’ultima grande festa a Madrid al termine del 24° e ultimo Grande Giro di uno dei corridori più esperti e rispettati del gruppo.

Biniam Girmay (Intermarché-Wanty), 8: Stagione da incorniciare per l’eritreo. Le già ottime prestazioni di inizio anno passano in secondo piano alla luce di un Tour de France che supera anche le più rosee aspettative. Tre vittorie, altri due secondi posti e la Maglia Verde portata a casa dopo una lunga e combattuta terza settimana sono il bottino per quello che si sta rapidamente trasformando nel miglior corridore africano della storia. Dopo una breve pausa estiva riesce anche a fare bene nel finale di stagione, continuando a raccogliere piazzamenti importanti sia per lui che per la sua squadra che se lo gode e lo blinda rinnovandolo fino al 2028. Peccato per una primavera leggermente sottotono, ma dopo un anno così è ingiusto anche chiedere di più.

Dorian Godon (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6,5: Anche se è mancata un po’ di costanza, il 28enne riesce comunque a cogliere due successi importanti in due tappe del Giro di Romandia, oltre ad alcuni altri piazzamenti (su tutti, la top-10 a Freccia Vallone e Bretagne Classic) che rendono la sua annata più che positiva.

Michael Gogl (Alpecin-Deceuninck), 5: Stagione totalmente da dimenticare per l’austriaco che si fa male a marzo alla Tirreno-Adriatico ed è costretto ai box fino a luglio. I problemi fisici ne condizionano quindi interamente la stagione, costringendolo ad un 2024 da cancellare.

Matevz Govekar (Bahrain Victorious), 7: Prosegue la crescita del classe 2000 sloveno, corridore resistente, dotato di un ottimo spunto veloce e capace di districarsi bene nei finali un po’ caotici, come dimostrano i successi nelle ultime tappe di Tour of Britain e Tour of Guangxi, due delle sue tre vittorie stagionali. C’è ancora tempo e modo per migliorare e inserirsi nel solco tracciato dai suoi più illustri connazionali.

Romain Gregoire (Groupama-FDJ), 7: Annata positiva per il giovane francese che conferma quanto di buono fatto vedere lo scorso anno raccogliendo, al Giro dei Paesi Bassi, anche la prima vittoria World Tour. Positiva anche la sua prima partecipazione al Tour de France dove, pur senza grandi risultati, prova sempre a mettersi in mostra.

Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), 7: Il velocista neerlandese ritrova la vittoria al Tour de France a due anni di distanza dall’ultima volta e lo fa indossando la maglia di campione nazionale conquistata pochi giorni prima. Difficile immaginare un estate migliore per il corridore della Jayco AlUla, che raccoglie anche diversi altri piazzamenti sparsi nel corso della stagione.

Felix Grossschartner (UAE Team Emirates), 6: In una stagione in cui il suo compito è quello di supportare Tadej Pogacar riesce nel suo intento disputando un buon Giro d’Italia proprio al fianco del fuoriclasse sloveno. Poche le occasioni per lui per cercare la gloria personale, che riesce a trovare conquistando il campionato nazionale a cronometro.

Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), 7: Conferma la sua affinità con la Vuelta a España conquistando nuovamente tre successi e la seconda Maglia Verde consecutiva (complice anche il ritiro di Van Aert). Più deludente il Giro d’Italia dove rimane a secco di vittorie. Ancora una volta però, è costretto a rimandare l’esordio al Tour a causa di un Philipsen quasi incontrastabile.

Thibault Guernalec (Arkéa-B&B Hotels), 5: La stagione parte male ancora prima di iniziare a causa di una frattura al braccio rimediata in inverno e prosegue nella sua interezza senza squilli degni di nota, salvo un terzo posto ai campionati nazionali a cronometro che però non può sicuramente essere abbastanza. Il rinnovo gli garantisce altri due anni con l’Arkea, ora starà a lui fare il salto di qualità.

Ruben Guerreiro (Movistar), 5: Pochi risultati e tanta sfortuna per il portoghese che, dopo un inizio di stagione non entusiasmante, rimane ai box per oltre tre mesi a causa di un’ernia. Anche al rientro, però, la condizione non sembra essere delle migliori prima che una caduta al Giro del Lussemburgo gli faccia terminare l’anno in anticipo a causa di una lieve commozione cerebrale.

LETTERA H

Carl Fredrik Hagen (Q36.5 Pro Cycling Team), 5: Esce di scena, annunciando il ritiro a fine stagione, dopo l’ennesima annata trascorsa nella pancia del gruppo. Per il norvegese, gli ultimi anni sono trascorsi nella ricerca di una condizione che non è più tornata.

Per Strand Hagenes (Visma | Lease a Bike), 6,5: Al primo vero anno da pro’ non ripete i successi del 2023, ma si conferma corridore di spessore. Considerato che ha ancora 21 anni, il suo rendimento è stato costante, verso l’alto, come testimoniano il quinto posto al GP Québec, il terzo nella classifica finale del Renewi Tour e i vari piazzamenti ottenuti qua e là. Per la sua squadra rappresenta una grande speranza per le Classiche del Nord ed è probabile che il 2025 sia un anno chiave per il suo sviluppo in questo senso.

Jack Haig (Bahrain Victorious), 5: Non riesce a uscire dal processo involutivo che lo ha condizionato nelle ultime stagioni. Da uomo di classifica, capace anche di chiudere sul podio un Grande Giro, è mutato in corridore che prova a fare della regolarità il suo unico punto di forza. Alla fine, però, il piatto dei risultati rimane scarno, tanto che, in termini assoluti, il miglior piazzamento della sua annata è il decimo posto nella classifica finale del Tour Down Under. Porta a termine sia il Tour de France che la Vuelta a España, dimostrando comunque, una volta di più, dedizione alla causa. 

Marco Haller (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6: Instancabile pedalatore, lavora per i compagni e prova a togliersi qualche soddisfazione. Quest’anno la vittoria non arriva, ma il sesto posto nella prova in linea delle Olimpiadi di Parigi è risultato sicuramente ragguardevole. Meno presente del solito, però, nelle Classiche del Nord.

Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), 5: Già nel 2023 non era stato particolarmente brillante, ma in questa stagione non è riuscito a invertire la tendenza, al ribasso, del suo rendimento. Vince il titolo nazionale britannico in linea, ma questo rimane l’unico successo del suo anno. Per il resto, inanella qualche piazzamento (secondo in una tappa del Giro di Norvegia), ma manca sempre gli appuntamenti che i percorsi delle varie corse affrontate gli hanno messo a disposizione. Fra 2021 e 2022 aveva vinto 15 volte, nell’ultimo biennio si è invece fermato a 3: qualcosa si deve essere rotto, tanto che il londinese ha deciso di cambiare squadra, facendo rotta verso la Soudal-QuickStep.

Ben Healy (EF Education-EasyPost), 6: Il talento non si discute, così come la voglia di andare sempre all’attacco. Rischia però di finire prigioniero del “personaggio”, dato che ormai gli altri corridori lo conoscono e tendono a sfruttarne il lavoro. I risultati buoni, comunque, non mancano, anche se sono probabilmente sotto le attese: quarto all’Algarve e dodicesimo alla Strade Bianche, si mette in mostra al Mondiale di Zurigo, che chiude al settimo posto, e anche alla prova in linea di Parigi 2024, dove alla fine è decimo. Vince una tappa al Giro di Slovenia e poi va al Tour de France, che però chiude sì con tantissimi chilometri all’attacco, ma con un livello generale di “raccolto” decisamente non adeguato agli sforzi messi in atto.

Ben Hermans (Cofidis), 5,5: Dopo tanti problemi fisici e con un documento d’identità ormai stagionato, il belga aveva cercato di ridare linfa alla sua carriera, unendosi a una squadra in cui avrebbe avuto le sue occasioni. Alla fine, qualche piazzamento è anche arrivato, ma troppo poco per poter considerare la mossa un successo. 

Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), 6,5: Stagione di buon livello per il belga, che porta a casa un successo di tappa pesante al Giro dei Paesi Baschi e poi si attesta come uno dei corridori più continui della squadra. Al Giro d’Italia è spesso in lotta per buoni piazzamenti (chiude terzo la tappa di Fano) e fa lo stesso anche alla Vuelta, dove solo Eddie Dunbar gli sta davanti al termine di una fuga da lontano. Annata solida, in cui si registrano anche i sesti posti a Freccia del Brabante e Dwars door het Hageland.

Rune Herregodts (Intermarché-Wanty), 6,5: Passista vecchio stampo, vive il momento migliore della sua annata allo ZLM Tour, dove vince la cronometro di apertura e poi riesce a difendere il primato fino alla fine della corsa a tappe neerlandese, raccogliendo un successo prezioso. Va spesso all’attacco, si conferma un interessante specialista delle prove contro il tempo e, evidentemente, ha qualità che convincono nientemeno che la UAE a puntare su di lui.

Sergio Higuita (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5,5: Prosegue la fase in calando del colombiano, che nel 2024 ha vissuto pochi momenti brillanti in sella. Nell’arco della stagione si è registrato qualche piazzamento, ma il terzo posto finale allo Czech Tour e il nono al Sibiu Tour non possono bastare per un corridore di tale livello. Non coglie poi le occasioni di riscatto che il calendario, sotto forma di classiche autunnali, gli aveva messo a disposizione.

Jai Hindley (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5,5: L’impressione, che speriamo possa essere smentita in futuro, è quella che il Giro d’Italia vinto nel 2022 sia stato un picco di carriera non più replicabile. L’australiano chiude la stagione in maniera abbastanza anonima: al Tour de France partiva a sostegno di Primož Roglič, ma una volta che lo sloveno è uscito di scena, non gli è riuscito di prendersi in spalla le sorti della squadra. In generale, è rimasto sempre un passo dietro rispetto ai migliori delle varie corse affrontate, fatta eccezione per quelle di inizio stagione: il terzo posto alla Tirreno-Adriatico e il quinto alla Volta Catalunya riescono, solo in parte, a dare una raddrizzata al suo bilancio stagionale.

Marc Hirschi (UAE Team Emirates), 8,5: Stagione maestosa per lo svizzero, che vince a raffica e chiude l’anno con una percentuale di successi, rapportati ai giorni di corsa, assolutamente rimarchevole. Il primo successo arriva a febbraio, alla Faun Drôme Classic, mentre l’ultimo matura a ottobre, alla Coppa Agostoni: in mezzo ce ne sono altri sette, fra cui quelli messi tutti in fila durante l’estate, fra Clasica San Sebastián, Bretagne Classic, GP Larciano, Coppa Sabatini e Memorial Pantani. Protagonista anche nelle prove in linea di Mondiali (sesto all’arrivo) e Olimpiadi, si era messo in mostra anche nelle Classiche di Primavera, con il secondo posto alla Amstel Gold Race e il terzo alla Milano-Torino. Insomma, un corridore di livello assoluto mondiale, che sceglie però di lasciare la squadra migliore al mondo per andare a ricoprire un ruolo primario alla Tudor. Sarà una delle grandi scommesse del 2025.

Jan Hirt (Soudal-QuickStep), 6,5: Come già avvenuto in passato, il suo picco stagionale è il Giro d’Italia, dove si ritrova a combattere per un posto di rilievo nella classifica generale. L’obiettivo è centrato, tanto che, dopo il sesto posto nel 2022, arriva l’ottavo in quello del 2024. Sale sul podio finale del Tour of Oman, secondo, e porta a termine anche il Tour de France, in quel caso a supporto di capitan Evenepoel: scalatore vecchio stile, fa quel che gli si chiede.

Álvaro José Hodeg (UAE Team Emirates), 5,5: L’incidente che ne ha quasi chiuso la carriera nel 2022 ne condiziona, evidentemente, il rendimento attuale. La squadra gli ha dato fiducia fino alla fine di questa stagione, ma per il colombiano il percorso verso il ritorno all’eccellenza sembra ancora troppo accidentato.

Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), 6,5: Dopo due stagioni in ombra, torna nella “squadra di casa” e si rilancia. Nel suo 2024 ci sono due successi, una tappa al Giro di Vallonia e il Tour of Leuven, e una serie di buone prestazioni che lo rilanciano, almeno nel panorama delle corse di medio-alto profilo. A 30 anni è dura pensare a una nuova progressione in termini di qualità, ma già un suo consolidamento a questi livello sarà importante, per lui e per la squadra.

Hugo Hofstetter (Israel-Premier Tech), 6: Sulle pietre e sui percorsi del Nord si conferma corridore di spessore, mettendo in fila un’apprezzabile serie di piazzamenti. Porta a termine il Giro d’Italia raccogliendo anche un quinto posto e, al netto, di un finale di stagione in calando, rimane uno degli atleti più redditizi della sua squadra, almeno per quel che riguarda le corse di un giorno.

Mikkel Frølich Honoré (EF Education-EasyPost), 5: Un’altra stagione abbastanza anonima per il danese, che, sul piano dei risultati, non va oltre il nono posto nella generale del Giro di Polonia. Al Giro d’Italia è spesso protagonista di attacchi da lontano, ma l’esito non è quello sperato.

Daan Hoole (Lidl-Trek), 6: Tanto lavoro per i compagni di squadra, sia nelle Classiche che in preparazione delle volate nelle grandi corse a tappe, soprattutto al Giro d’Italia, in funzione di Jonathan Milan. Si conferma quindi corridore di sicuro affidamento e nelle cronometro si toglie qualche sfizio, sfiorando il podio agli Europei e vincendo il titolo nazionale neerlandese di specialità, ovvero il primo successo della sua carriera da professionista.

LETTERA I

Gorka Izagirre (Cofidis), 5: L’ultima stagione dell’esperto corridore basco si conclude senza particolari spunti. Prova qualche fuga ma non riesce mai a essere incisivo, non venendo neanche convocato dalla sua squadra per correre un ultimo Grande Giro.

Ion Izagirre (Cofidis), 6,5: Dopo una prima metà di stagione non particolarmente positiva (ma nella quale trova comunque dei piazzamenti sulle strade di casa, 4° al GP Indurain e 9° al Giro dei Paesi Baschi) e dopo un Tour de France che lo vede ritirarsi, il 35enne riesce a cogliere tre top-10 alla Vuelta al termine di altrettante fughe, un 5° posto al GP de Montréal e, soprattutto, il 4° a Il Lombardia, piazzamenti che valgono anche punti preziosi per la squadra.

Fabio Jakobsen (Team dsm-firmenich PostNL), 5: Prima annata con la formazione neerlandese decisamente da dimenticare per il velocista 28enne, che riesce ad alzare le braccia al cielo solo nella prima tappa del Giro di Turchia. Per il resto, pochissimi piazzamenti, in particolare sul podio, e ritiri sia al Giro d’Italia (dove non entra mai nei primi 20) che al Tour de France (dove almeno coglie due top-10). In vista del prossimo anno ci saranno da aggiustare molte cose.

Emilien Jeanniere (TotalEnergies), 7: Il 2024 è sicuramente stato l’anno migliore del 26enne, che è risultato anche il miglior corridore della sua squadra. Ben 34 i piazzamenti in top-10 ottenuti dal transalpino, anche se quasi tutti in corse non di primissimo piano, e cinque le vittorie conquistate, le prime della sua carriera. Ora dovrà confermarsi a livelli più alti, ma nel frattempo ha sicuramente portato tanti punti importanti per il suo team.

Jordan Jegat (TotalEnergies), 6: È mancata una vittoria, sfiorata più volte, ma la stagione del 25enne è stata comunque positiva e l’ha visto protagonista nelle giornate movimentate, sia in corse di un giorno (da segnalare il 3° posto al Giro della Toscana) che in gare a tappe, riuscendo a cogliere diversi piazzamenti.

Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), 5,5: Annata non particolarmente memorabile quella del 25enne norvegese, che a parte un sesto posto nella tappa finale dell’AlUla Tour non riesce mai a entrare nei dieci, mettendosi in evidenza solo con qualche fuga da lontano.

Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), 6,5: Rispetto allo scorso anno non sono arrivati successi, ma il vincitore del Tour de l’Avenir 2021 ci ha provato più volte e ci è andato vicino in qualche occasione, ottenendo comunque diversi buoni risultati (su tutti, il 6° posto alla Freccia Vallone). La sensazione, però, è che manchi ancora qualcosa per il salto di qualità definitivo, che possa portarlo a competere stabilmente con i più forti.

Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), 7,5: Nella travagliata annata della compagine giallo-nera, lo statunitense spicca per costanza  e qualità dei risultati e riesce a mettere in mostra le doti già intraviste lo scorso anno. Il 25enne si dimostra in grado di dire la sua sia nelle corse di un giorno, dove vince la Dwars door Vlaanderen ed è 5° alla E3 Saxo Classic, sia nelle gare a tappe, dove conquista la Parigi-Nizza davanti a Remco Evenepoel e sfiora il colpaccio anche al Giro del Delfinato, chiudendo a soli 8″ da Primoz Roglic. Notevole, poi, il suo Tour de France, che lo vede chiudere 8° e andare vicino a un successo di tappa nonostante il lavoro svolto al servizio di Vingegaard, dimostrando di poter avere un futuro anche nei Grandi Giri.

Bob Jungels (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: A eccezione di un 2022 di ottimo livello, sono ormai diversi anni che il lussemburghese fatica a essere protagonista, non solo in prima persona ma anche in supporto ai compagni di squadra. Questa stagione, la seconda e ultima con la formazione tedesca, non ha fatto eccezione.

LETTERA K

Lennard Kämna (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6: Di stima e di incoraggiamento. La sua stagione dura solo un mese, in cui peraltro riesce a raccogliere un buon piazzamento alla Tirreno-Adriatico (ottavo). Poi, un incidente in allenamento lo mette fuori causa e per alcune ore ne fa temere anche per la vita. Il percorso di recupero è stato molto lungo, ma dovrebbe essere pronto per ripartire nel 2025, con la nuova maglia della Lidl-Trek addosso.

Max Kanter (Astana Qazaqstan), 6,5: Alla sesta stagione da professionista, riesce finalmente ad esultare, portando a casa una vittoria di tappa al Giro di Turchia. Per il resto, è uno dei corridori più redditizi della squadra kazaka, sia nelle gare di un giorno che nelle brevi corse a tappe. Tanti piazzamenti, fra cui tre secondi posti e un rendimento comunque costante e apprezzabile nel corso dell’anno.

Wilco Kelderman (Visma|Lease a Bike),6,5: Quella vittoria che attende dall’ormai lontanissimo 2013 non è ancora arrivata. Il neerlandese però è uno dei corridori più continui della squadra giallonera, dividendosi fra compiti di supporto e obiettivi da regolarista. Alla fine, chiude fra i primi 10 il Giro di Polonia (terzo), la Parigi-Nizza e il Giro di Svizzera, risultando poi brillante nell’ultima settimana del Tour de France e portando a termine una delle stagioni più produttive, dal punto di vista dei punti UCI, della carriera. Certo, agguantare una vittoria darebbe ben altre soddisfazioni…

Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), sv: Doveva essere la stagione della passerella, l’ultima di una carriera lunghissima, spesa quasi integralmente al servizio dei capitani. Invece, un problema alla schiena lo ha fermato già a gennaio e non gli ha più permesso di tornare a sella, costringendolo di fatto a chiudere anticipatamente il suo percorso agonistico.

Patrick Konrad (Lidl-Trek), 5,5: Nel percorso di crescita collettiva tracciato, la squadra statunitense contava anche su di lui per fare un passo avanti nel campo delle salite. L’austriaco, però, non è riuscito a spiccare, ritirandosi a metà Vuelta e trovando raramente il modo di mettersi in luce. Il settimo posto alla Clasica San Sebastián rimane il punto più alto della sua stagione.

Olav Kooij (Visma|Lease a Bike), 7,5: Si issa ormai fra i velocisti migliori al mondo, raccogliendo successi in diverse occasioni. Esordisce in una corsa di tre settimane, il Giro d’Italia, e porta subito a casa il primo sigillo; poi, rimanendo solo su scala WorldTour, si impone a UAE Tour, Parigi-Nizza (due volte), Giro di Polonia e Classica di Amburgo. Prova a cimentarsi anche nelle Classiche del Nord, chiudendo fra i migliori la Gent-Wevelgem e la Milano-Sanremo. Il secondo posto all’Europeo, superato solo da Tim Merlier, ingentilisce infine ancora di più i toni del quadro stagionale.

Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), 5: Corridore che alterna grandi stagioni ad annate anonime, come quella appena conclusa. Si mette in mostra al Giro di Danimarca e in qualche altra rara occasione, anche con attacchi da lontano, non trovando però mai il modo di lasciare il suo marchio sulle corse.

Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), 7,5: Il tempo passa ma lui non sembra accorgersene. Nella stagione in cui scavalla il 37esimo compleanno, il norvegese porta a casa 8 vittorie, imponendosi in volata in brevi corse a tappe e su traguardi molto ambiti dai velocisti, come nel caso della Antwerp Port Epic. Si presenta al Tour e combatte ad armi pari con gli altri grandi del settore, conquistando per due volte il terzo gradino del podio di giornata. Il tempo passa, ma passano anche i numeri sul contatore delle vittorie: il vichingo inizierà il 2025 a quota 96 e l’obiettivo della tripla cifra è ormai più che dichiarato.

Stefan Kruijswijk (Visma | Lease a Bike), 5,5: Diversamente dal corridore appena citato, nel caso del neerlandese l’età che avanza (e i tanti infortuni patiti) sembra iniziare a pesare. Lo scalatore giallonero non ha più particolari ambizioni individuali e si dedica integralmente alle strategie di squadra, risultando però meno efficace rispetto alle stagioni precedenti. Porta a termine la Vuelta a España, inserendosi comunque al 19esimo posto della generale.

Stefan Küng (Groupama-FDJ), 7: Lo svizzero si conferma uno dei “pezzi grossi” del gruppo. Inizia la stagione gettandosi nelle Classiche del Nord e uscendone, una volta di più, con buoni piazzamenti, come il terzo alla Dwars door Vlaanderen e il quinto alla Parigi-Roubaix. Il Tour de France è il punto più buio della sua stagione, sacrificato probabilmente per questioni di preparazione ai Giochi olimpici di Parigi 2024, immediatamente successivi: da lì esce con due piazzamenti nei primi 10, forse sotto le sue stesse aspettative, ma con una condizione in crescendo, che gli permette anche di vincere l’ultima tappa, a cronometro, alla Vuelta, spezzando così il sortilegio che vedeva lui, e la squadra, a digiuno di successi nei Grandi Giri. Secondo all’Europeo nella prova contro il tempo, chiude imponendosi alla Chrono des Nations, aggiungendo così altri trofei a una bacheca già discretamente nutrita.

Sepp Kuss (Visma|Lease a Bike), 5: Uno dei grandi “assenti” della stagione. Lo statunitense ripartiva dalla vittoria alla Vuelta a España, ma per vari motivi è rimasto sempre lontano dal suo livello migliore. Proprio alla Vuelta, partiva come riferimento della squadra, ma è finito presto fuori classifica, almeno per quel che riguarda le primissime posizioni, non riuscendo neppure a trovare le luci della ribalta con qualche tentativo da lontano. Il resto della stagione è stato abbastanza anonimo, fatta eccezione per qualche piazzamento nelle corse a tappe di inizio stagione e per il successo finale alla Vuelta a Burgos. Poco, per un corridore che in salita, negli anni precedenti, aveva fatto faville.

Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), 5,5: Diversi inciampi nel percorso di preparazione hanno portato il polacco a vivere un’annata abbastanza anonima, come tanti altri corridori di spicco della squadra britannica. Due piazzamenti fra i primi 10 durante le gare spagnole di inizio stagione sono rimasti a lungo i momenti più importanti del suo 2024. Al Tour de France, poi, ha provato a cercare gloria con attacchi da lontano, dovendosi però accontentare di un terzo posto. Dopo la presenza ai Giochi di Parigi, non si è più visto.

LETTERA L

Victor Lafay (Decathlon AG2R La Mondiale), 6: Dei tanti nomi nuovi della squadra francese, il suo è quello che probabilmente è rimbalzato di meno nelle cronache, per via di un problema al ginocchio che si è trascinato dalla scorsa stagione e che lo ha tenuto fuori gara fino a luglio. Una volta tornato in azione, ha raccolto qualche discreto piazzamento, totalizzando punti pesanti al Tour of Guangxi. Prima, si era anche cimentato nella Vuelta a España, accumulando chilometri finalizzati soprattutto a ritrovare la condizione in chiave futura. 

Yves Lampaert (Soudal-QuickStep), 5,5: Il passista belga, una delle colonne dello storico Wolfpack, sembra aver imboccato una strada discendente, almeno per quel che riguarda il rendimento nei grandi appuntamenti. Nelle Classiche del Nord a lui tanto care rimane tagliato fuori dalle azioni più importanti e, complessivamente, non riesce a trovare il modo di lasciare il segno nell’arco dell’intera stagione, fatta eccezione per la vittoria riportata nella mini-cronometro di apertura del Giro di Svizzera.

Luke Lamperti (Soudal-QuickStep), 7: Neoprofessionista d’assalto, lo statunitense parte alla grande, cogliendo quattro podi nell’arco dei primi 10 giorni di corsa stagionali. Mostra buone cose anche sul pavé del nord e accumula altri piazzamenti di qualità, soprattutto al Giro di Germania e nelle semiclassiche autunnali, fra Canada e Belgio. Non riesce invece mai a farsi vedere al Giro d’Italia, dove però era anche chiuso da Merlier nelle volate e da Alaphilippe nelle tappe per attaccanti.

Mikel Landa (Soudal-QuickStep), 7: Il cambio di maglia ha funzionato, soprattutto per quanto visto al Tour de France, chiuso al quinto posto, dovendo comunque affiancare un compagno “pesante” come Evenepoel, e, in precedenza alla Volta Catalunya, dove meglio di lui ha fatto solo Tadej Pogačar. Avrebbe l’opportunità di giocarsi qualcosa di grande alla Vuelta, ma cede sul più bello, incassando un divario pesante nel corso della quart’ultima tappa e dovendo così accontentarsi dell’ottavo posto finale. A quasi 35 anni, comunque, sembra avere ancora parecchio da dare ad alto livello.

Victor Langellotti (Burgos-BH), 6: Non si ripete, in quanto a vittorie, ma prova a consolidarsi come corridore di fondo, solleticando l’interesse nientemeno che della Ineos, della quale farà parte nel 2025. Il suo 2024, è comunque appena discreto, con un podio alla Classic Grand Besançon Doubs come picco e con un buon numero di punti UCI raggranellati qua e là.

Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale), 7,5: Una delle grandi sorprese positive della stagione, è l’emblema dello sfavillante inizio di stagione della rinnovata squadra francese. Raccoglie vittorie, fra cui quella pesante al Giro dei Paesi Baschi, e piazzamenti di spessore in apertura, per poi risultare fra i migliori sia alla Amstel (quinto) che alla Liegi (undicesimo). Si impone poi anche al Campionato nazionale in linea, sempre molto combattuto in Francia, e porta a casa anche la Polynormande, chiudendo infine su una nota alta alla Coppa Agostoni, terzo. La nota per certi versi negativa è il Tour de France, chiuso senza particolari acuti.

Christophe Laporte (Visma | Lease a Bike), 7: Come per tanti compagni di squadra, la sua è stata una stagione altalenante. Parte fortissimo, risultando protagonista nel fine settimana di apertura delle Classiche del Nord e chiudendo decimo la Strade Bianche. Poi, un problema fisico lo mette di fatto fuori causa per il resto della primavera. Torna in gara al Giro d’Italia, che deve però lasciare per via di una caduta; ci riprova al Tour de France, ma i risultati sono ben lontani da quelli cui aveva abituato nel recente passato. Con il passare delle settimane, però, la condizione torna a crescere e il francese va a prendersi una pesantissima medaglia olimpica, il bronzo, nella prova in linea di Parigi 2024. Da quel momento si rivede il gran corridore degli anni passati, con una progressione che culmina con lo splendido successo ottenuto alla Parigi-Tours.

Pierre Latour (TotalEnergies), 5,5: Tanti problemi nell’affrontare le discese lo hanno costretto a riporre da parte le ambizioni di primo livello. Si dedica quindi con grande determinazione alle cronometro, riuscendo a ottenere qualche risultato significativo. Per quanto ancora ci provi, i giorni da attaccante di razza sono ormai lontani, ancor di più da uomo per la classifica, ormai preclusa.

Axel Laurance (Alpecin-Deceuninck), 6,5: Inizio d’anno brillantissimo, con una Volta Catalunya corsa alla grande (un successo e due quinti posti). Poi, sigillo il successo nella generale al Giro di Norvegia, dimostrandosi più di un semplice cacciatore di successi parziali. Al Tour de France prova a ritagliarsi i suoi spazi, con risultati non eccezionali e chiude poi l’anno, oltre che l’esperienza con la squadra belga, con un paio di discreti piazzamenti nelle Classiche italiane di fine stagione.

Oier Lazkano (Movistar), 6,5: Il 2023 lo aveva proiettato in una dimensione più importante, il cui lo spagnolo ha dimostrato di trovarsi abbastanza bene. Nel 2024 è mancato il successo pesante (vittoria solo alla Clásica Jaén), ma il rendimento è stato comunque apprezzabile, soprattutto fra primavera ed estate, quando sono arrivati il terzo posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e un Giro del Delfinato corso, in maniera anche sorprendente, da assoluto protagonista. Buone cose anche al Tour de France, mentre la Vuelta a España l’ha chiusa senza particolari sussulti, con la testa probabilmente già proiettata al prossimo trasferimento di CicloMercato, verso la Red Bull-Bora-hansgrohe. 

William Junior Lecerf (Soudal-QuickStep), 6,5: Uno dei tanti giovani del rinnovato Wolfpack fa subito vedere gli artigli. Affronta la Vuelta a España con determinazione, a suon di attacchi, ma già in precedenza fa vedere ottime cose lottando per la vittoria all’AlUla Tour (sarà poi secondo, alle spalle del solo Simon Yates) e al Tour du Rwanda, competizione con una concorrenza sicuramente meno qualificata, ma decisamente selettiva. Determinazione e qualità ci sono, ora bisognerà vedere quale direzione, in tema di specializzazione, il belga vorrà prendere. 

Iúri Leitão (Caja Rural-Seguros RGA), 7: La sua stagione era praticamente del tutto votata ai Giochi Olimpici di Parigi. Lì, sulla pista di Saint-Quentin-en-Yvelines, il portoghese ha fatto la storia ciclistica della sua nazione portando a casa l’oro nella Madison, insieme a Rui Oliveira, e l’argento nell’Omnium. Per forza di cose, il lusitano è stato meno presente su strada rispetto al 2023, riuscendo comunque a portare a casa un successo. Di sicuro, nel 2025, la sua squadra lo designerà per un numero ben più elevato di corse date le sue qualità, in costante crescendo.

Andreas Leknessund (Uno-X Mobility), 5,5: Lui e la squadra si attendevano probabilmente di più. Il norvegese era “tornato a casa”, indossando i colori dell’ammiraglia nazionale, con la speranza di allungare la serie di bei risultati maturati con altre maglie. Invece, il suo picco stagionale è stato al Sibiu Tour (una vittoria di tappa e il secondo posto nella generale), mentre gli appuntamenti più importanti del suo calendario sono corsi via senza particolari sussulti.

Bart Lemmen (Visma | Lease a Bike), 7: Una delle note più liete della tribolata stagione della squadra neerlandese. L’ex aviere dimostra di essere prontissimo per difendere i colori di una delle migliori squadre al mondo, risultando utile sia in chiave individuale che come uomo di supporto. Chiude con il quinto posto al Tour Down Under, il decimo all’UAE Tour, il secondo al Giro di Norvegia e con una partecipazione al Tour de France, ovviamente il primo della carriera, più che meritevole. E chissà che non ci sia qualche altro spazio di miglioramento da percorrere prima di arrivare al limite.

Emīls Liepiņš (Team dsm-firmenich PostNL), 5,5: Un podio di giornata alla Volta Catalunya, qualche buon piazzamento in semiclassiche e la vittoria di un titolo nazionale lettone, dove la concorrenza non è inevitabilmente di quelle irresistibili. La sua dimensione pare essere questa, fra lavori per i capitani veloci e qualche giornata di libertà.

Florian Lipowitz (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7: Era una promessa e alla fine è sbocciato. Il tedesco, classe 2000, cresce di gara in gara e si ritrova al settimo posto nella classifica generale della Vuelta a España, pur avendo anche dovuto spendere del lavoro in funzione di capitan Primož Roglič, poi vittorioso. Brillante al Giro di Romandia, chiuso sul terzo gradino del podio, si è confermato scalatore di alto livello pure nei primi chilometri del Giro d’Italia, da cui però ha dovuto ritirarsi precocemente. Nel suo 2024 c’è anche il successo nella generale del Sibiu Tour, che vale sia in termini di bacheca che per quel che riguarda la spinta morale in vista del futuro.

Arjen Lyvins (Lotto Dstny), 5,5: Un paio di discreti piazzamenti alla Vuelta e qualche altro sporadico inserimento nei primi 10 di gare di medio livello per il belga, spesso “sacrificato” per via della presenza in gara di compagni più quotati.

Giovanni Lonardi (Polti-Kometa), 7: La miglior stagione, fin qui, della carriera. Ritrova, al Giro di Turchia (corsa di livello .Pro), quel successo che gli mancava dal 2020 ed è molto spesso protagonisti dei finali di gara, dimostrando capacità di tenuta e uno spunto veloce sempre più apprezzabile. Porta a termine il Giro d’Italia cogliendo anche un terzo posto e, in quanto a singoli piazzamenti, è uno dei corridori più produttivi della squadra.

Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), 5,5: Uno degli uomini più importanti della squadra e uno di quelli che, date le potenzialità, ha reso meno. In definitiva vive una discreta primavera, vincendo il Giro d’Abruzzo nonostante l’agguerrita concorrenza UAE e piazzandosi bene fra Milano-Torino e, soprattutto, Liegi-Bastogne-Liegi. Per il resto, però, il 2024 del kazako è riassumibile in una serie di prestazioni sotto le attese e di ritiri: pesanti soprattutto quelli sia al Giro d’Italia che al Tour de France, appuntamenti sui quali lui e la squadra puntavano molto, almeno in termini di soddisfazioni parziali. Cambierà squadra, per la prima volta in carriera, con l’intento di ritrovare il miglior colpo di pedale.

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