Pagelle Il Lombardia 2025: Tadej Pogačar è ingiocabile, Remco Evenepoel svetta dietro di lui, Paul Seixas impressiona ogni volta di più, Oscar Onley affaticato, Primoz Roglic lontano dai fasti di un tempo
Tadej Pogačar (UAE Team Emirates XRG), 10 cum magna laude: Non è la vittoria più impressionante del suo straordinario portfolio, ma quanto son buone le ciliegine sulle torte… Lo sloveno chiude la stagione con una ennesima vittoria senza appello, figlia di uno scatto bruciante perfettamente apparecchiato dalla sua solita corazzata che gli consente di partire quando gli altri son già in debito di ossigeno. Una volta partito non si volta più e fa il vuoto conquistando due record assoluti che gli permettono di issarsi ancor di più nel pantheon del ciclismo, a conferma di una ennesima stagione straordinaria che incredibilmente lo vede far ancora meglio di quanto fatto lo scorso anno.
Remco Evenepoel (Soudal – QuickStep), 9: Terzo secondo posto consecutivo nei grandi appuntamenti di questo finale di stagione per il prodigio belga, che stavolta appare meno vicino al fenomeno sloveno, ma che comunque fa ampiamente il vuoto rispetto a tutti gli altri. Non appena parte il campione del mondo gli occhi di tutti gli altri (perlomeno quei pochi rimasti) son per lui e il 25enne fiammingo fa quel che deve per metterli a sua volta in difficoltà, tenendo un ritmo elevato che appesantisce sempre più le gambe dei rivali, fino a isolarsi e farsi il suo personale assolo, che solo un fenomeno assoluto di sempre riesce a oscurare.
Michael Storer (Tudor Pro Cycling), 8,5: Lo scalatore australiano conferma che quando ha la giornata giusta può dare del filo da torcere a tutti. In salita è l’ultimo a cedere ai due irraggiungibili, faticando poi in un finale decisamente non adatto a lui, anche se per un momento sembra potersela giocare. Alla fine arriva un comunque più che positivo terzo posto, suo miglior risultato di sempre in una Monumento, ribadendo qualità importanti, anche se dovrà trovare più costanza nel metterle in mostra.
Quinn Simmons (Lidl-Trek), 8,5: All’attacco sin dalla prime pedalata di gara, con il suo scatto che arriva praticamente nella scia della macchina del direttore di corsa che sta sbandierando per il via ufficiale, il campione americano si fa tutta la gara davanti, compresi 40 chilometri di fuga solitaria. Ripreso da Pogacar, prova a resistergli, ripreso da Evenepoel trova chissà dove le forze per andarlo a riprendere dopo che lo stacca, ritrovatosi poi a inseguire rischia di andare a riprendere Storer chiudendo con uno quarto posto impronosticabile alla vigilia.
Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG), 8: Non la sua giornata migliore, faticando nel finale a seguire le azioni di Remco Evenepoel. Ma già solo che si possa fare questa considerazione per un ragazzo del 2003 è sintomo delle sue enormi qualità, che peraltro comunque tira fuori sino in fondo per andare a cogliere un quinto posto che rappresenta comunque un ottimo risultato.
Paul Seixas (Decathlon Ag2r La Mondiale), 8: Altra prova impressionante del fresco 19enne transalpino che in questo finale di stagione mostra di avere delle qualità davvero impressionanti, tanto da essere il più giovane in Top10 di una Monumento da quasi 50 anni. Preso dalla foga del momento, forse chiede troppo a sé stesso cercando di seguire il ritmo forsennato della UAE al momento decisivo, riuscendo comunque poi a restare inizialmente con i primi inseguitori. Rimasto da solo, fa fatica, complice anche il superamento della soglia dei 200 chilometri che non è cosa da poco, ma nel finale è comunque presente per la volata che decide i piazzamenti e non si tira indietro.
Jay Vine (UAE Team Emirates XRG), 8: Gregario perfetto, prima è colui che manda praticamente tutti fuori giri al momento di lanciare in orbita il suo capitano attuale, poi nel finale ne ha ancora per aiutare capitan futuro Del Toro tenendo assieme il gruppetto degli inseguitori e preparando la volata che il messicano conquista. Al pari di Domen Novak (8) e Pavel Sivakov (8), è elemento fondamentale nel successo dei capitani, chiudendo comunque poi in Top10, risultato che chiaramente sarebbe potuto essere ben migliore correndo solo per sé stesso.
Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling), 7,5: Dopo l’esclusione all’ultimo minuto dello scorso anno, corre oggi per la prima volta Il Lombardia ottenendo un buon piazzamento, forse meno di quanto ci si poteva aspettare, ma anche il britannico ha avuto una lunghissima stagione in cui non si è mai tirato indietro, mettendosi sulle spalle la sua nuova squadra e trascinandola spesso e volentieri ai vertici, come fatto ancora una volta oggi.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7: Dove non arrivano le gambe arriva la testa e il cuore. Il colombiano continua la ricerca del suo livello migliore con una ennesima prova generosa, di grande volontà. Ultimo ad arrendersi quando il gruppetto dei migliori se ne va, è tra i più attivi dietro per andarsi a prendere l’ennesimo piazzamento di un finale di stagione condizionato ancora da problemi fisici.
Cian Uijtdebroeks (Visma|Lease a Bike), 7: Per quanto possa sembrare strano, quella di oggi è stata la prima monumento della sua carriera. Il decimo posto finale assume così un valore diverso, aggiuntivo al comunque già lodevole risultato di per sé, soprattutto pensando alle fatiche e difficoltà per ritrovarsi dopo l’ennesimo lungo stop che lo ha portato a mettersi seriamente in discussione come ciclista. L’anno prossimo cambia squadra per avere più spesso lo spazio che si è ritagliato oggi.
Lenny Martinez (Bahrain Victorious), 6: Nell’inseguimento è tra i pochi a spendersi e ne paga le conseguenze, vedendosi poi staccare da corridori che inizialmente era stato in grado di mettersi alle spalle. Forse deve ancora imparare a gestirsi e capirsi fino in fondo, ma conferma di avere comunque la mentalità giusta di colui che non vuole arrendersi, cercando di non subire la corsa.
Christian Scaroni (XDS Astana), 6: Miglior italiano al traguardo, e questo sarebbe comunque più che aneddotico, il bresciano lotta fino in fondo per andarsi a prendere quello che è il miglior risultato della carriera sinora in una Monumento, e probabilmente neanche la più adatta alle sue caratteristiche. Classe 1997, sta vivendo la migliore stagione della sua carriera non sempre fortunata e anche oggi conferma di star vivendo anche un cambiamento mentale.
Davide Piganzoli (Polti-VisitMalta), 6: Arriva sedicesimo, lottando fino al traguardo per un piazzamento che non lascia il segno negli annali, ma che rappresenta l’ennesima conferma di una crescita che ha convinto la Visma|Lease a Bike a ingaggiarlo. Mette anche in cascina punti preziosi per la sua squadra, che in questa stagione si è spesso appellata a lui e nel complesso non ha deluso.
Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), 5: Si vede poco e male. Se l’australiano non è un uomo da corse di un giorno, ha più volte mostrato in carriera che in queste corse dure può dire la sua. Stavolta tuttavia è lontano dalla bagarre, che lo travolge senza che possa fare nulla.
Oscar Onley (Team Picnic PostNL), 5: La stagione è stata lunga e in questo finale di stagione ne paga le conseguenze, chiudendo con un piazzamento che è ben lontano da quello che ha mostrato di saper fare.
Primoz Roglic (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: Ci mette l’esperienza, ma non basta. Quando la strada sale si muove bene; le gambe tuttavia non girano e progressivamente scivola indietro fino a chiudere fuori dai primi venti una corsa che comunque lo vedeva fra gli outsider più quotati.
Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), sv: Già relegato fra gli inseguitori di seconda fascia, cade in discesa e non ha la possibilità di esprimersi fino in fondo. Un piazzamento era alla sua portata e un fondista di esperienza come lui poteva ancora coglierlo.
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