Pagelle Il Lombardia 2022: Pogacar e Mas regalano spettacolo, Valverde e Nibali salutano, la Spagna conferma di aver già trovato il ricambio

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Voleva chiudere la sua stagione nel modo migliore e ci riesce, confermandosi re della Classica delle Foglie Morte con una corsa in cui ha saputo assumersi l’onore dei pronostici grazie al supporto di una squadra che non delude, sgretolando il gruppo fino al suo attacco. Non riesce a fare la differenza in salita, ma non appare neanche mai in difficoltà alle accelerazioni dell’unico che riesce a seguirlo, anticipandolo poi nettamente in una volata che dimostra ancora una volta i suoi nervi saldi. È sempre più il riferimento assoluto di questo ciclismo completo.

Enric Mas (Movistar), 10: Fa tutto quello che può e non deve avere rimpianti per un secondo posto che lo conferma ormai tra i migliori scalatori al mondo. In salita tenta più volte di staccare Pogacar, ma allo sprint non può nulla contro la miglior punta di velocità dello sloveno.

Mikel Landa (Bahrain-Victorious), 9: Arrivato in sordina, il basco fa una grandissima corsa su un percorso non sempre perfetto per le sue caratteristiche di scalatore più adatto alle grandi montagne che agli strappi. Si difende invece molto bene, correndo con intelligenza, senza chiedere troppo al proprio corpo. In volata difficilmente avrebbe poi potuto fare più del terzo posto, anche se fosse arrivato assieme agli altri due.

Sergio Higuita (Bora-hansgrohe), 7,5: Dopo aver chiesto ai suoi di fare la corsa, quando la corsa esplode è tra i pochi a non arrendersi da subito. Trova poi ancora le forze per rilanciare e andarsi a prendere un discreto quarto posto.

Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 7,5: Il campione nazionale spagnolo si conferma tra le rivelazioni di questa stagione. Il classe 2001 dimostra ancora una volta grande grinta e carattere: dopo essere stato distanziato dai corridori in lotta per il podio, infatti, l’iberico rilancia l’azione per andare all’inseguimento del quarto posto assieme a Sergio Higuita. Nella volata finale, poi, sarà superato dal colombiano.

Bauke Mollema (Trek-Segafredo), 7: Come il piazzamento ottenuto da lui oggi sul traguardo. Il vincitore dell’edizione 2019 della Classica delle Foglie Morte non riesce a seguire l’azione dei migliori quando se ne vanno sul Civiglio, ma rimane a galla nel gruppetto degli inseguitori. Alla fine per lui arriva l’ennesimo piazzamento di una stagione senza acuti, ma in cui è stato spesso protagonista con risultati di prestigio.

Rudy Molard (Groupama-FDJ), 7: Con il suo ottavo posto il transalpino salva la spedizione di una Groupama – FDJ priva dei suoi capitani. In pochi si erano segnati il suo nome, ma lui, forte dell’ottavo posto ottenuto al Giro dell’Emilia 2022, ha corso intelligentemente sulle ruote degli avversari, senza andare mai all’attacco, ma portando a casa un risultato prestigioso.

Romain Bardet (Team DSM), 6,5: Il transalpino sul Civiglio è uno dei più attivi all’inseguimento di Pogacar, Mas e Landa e per un momento sembra anche poter rientrare sui tre. Nel finale, poi, la sua azione si spenge, ma chiude comunque nono, riuscendo quindi a salvare una top 10 in una corsa prestigiosa.

Adam Yates (Ineos Grenadiers), 6,5: La sua squadra lavora tanto, ma il britannico non è mai veramente protagonista della corsa che l’anno scorso chiuse al terzo posto. Nel finale poi prova a giocare di squadra con il compagno Carlos Rodriguez. La sua prova si conclude comunque con un decimo posto di tutto rispetto.

Andrea Piccolo (EF Education – EasyPost), 6: Non riesce a restare con i primi inseguitori, ma si gestisce bene nel finale, andando così a raccogliere al traguardo un buon undicesimo posto, di ottimo auspicio per il futuro. Primo italiano al traguardo, avrà sicuramente modo nei prossimi anni di migliorare questo piazzamento.

Warren Barguil (Arkéa-Samsic), 6: Il transalpino chiude la corsa al dodicesimo posto. Dopo essere andato in difficoltà sul Civiglio, il bretone comunque non si dà per vinto e prova a tenere duro per il miglior risultato possibile. Alla fine giungerà sul traguardo con due minuti di ritardo dal vincitore, battuto in volata dal nostro Andrea Piccolo, con un piazzamento comunque prezioso.

Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 6: L’abruzzese era arrivato in sordina a questo appuntamento, ma non si fa cogliere impreparato. Sul Civiglio è tra i più pimpanti all’inseguimento del trio di attaccanti composto da Tadej Pogacar, Enric Mas e Mikel Landa. Nel finale poi si mette a disposizione del compagno Bauke Mollema prima di rialzarsi e chiudere la corsa ad oltre due minuti dal vincitore.

Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), 5: Era l’uomo più atteso per sfidare Tadej Pogacar, ma non è riuscito a impensierire lo sloveno. Il vincitore dell’ultimo Tour de France non è nella posizione migliore in gruppo sul Civiglio quando l’UAE Team Emirates allunga. Dopo lo scatto del grande rivale prova a riportarsi sotto, ma le gambe non sono quelle che gli hanno permesso di conquistare la Maglia Gialla. Nel finale poi la sua azione si spegne.

Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 5: La sua squadra lavora al meglio per il terzo classificato alle edizione 2020 della Classica delle Foglie Morte, ma al Lombardia non ci si può nascondere. I risultati non ottimi ottenuti nelle precedenti corse in Italia non facevano presagire niente di buono per la prova di oggi e il diciottesimo posto è la conferma del fatto che il russo non è arrivato al meglio della condizione al finale di stagione.

Rigoberto Uran (EF Education – EasyPost), 5: Inizia il Civiglio in ottima posizione, ma quando la UAE Team Emirates allunga in testa al gruppo il colombiano alza bandiera bianca e saluta la concorrenza. Nel finale si disinteressa della lotta per i piazzamenti chiudendo la corsa che nel 2016 lo ha visto salire sul podio fuori dai primi venti.

Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl), 5: L’ex campione del mondo chiude in maniera anonima una stagione per lui da dimenticare. Dopo i tanti problemi che lo hanno tormentato in questo 2022, il francese sperava di poter lasciare il segno nell’ultima corsa dell’anno, ma purtroppo per lui anche oggi le gambe non lo hanno sostenuto: mandandolo in difficoltà fin dal Ghisallo.

Miguel Angel Lopez (Astana Qazaqstan), 5: Partito come co-capitano con Vincenzo Nibali, il colombiano non è mai protagonista della corsa. Il classe 1994, infatti, lascia il gruppo dei migliori ben prima dell’italiano, chiudendo con un deludentissimo sessantacinquesimo posto ad oltre undici minuti dal vincitore.

Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), sv: Arriva in ottima forma, tanto da essere uno degli outsider più accreditati in una corsa che conosce molto bene, ma la sfortuna ancora una volta ci mette lo zampino.

Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa), sv: Dopo l’ottimo Giro dell’Emilia, voleva mettersi nuovamente alla prova nel confronto con i big. Una caduta lo priva tuttavia di questa possibilità.

Mikel Nieve (Caja Rural – RGA), sv: Non era certo così che l’esperto corridore basco voleva chiudere la sua carriera. Tra i migliori scalatori e gregari della sua generazione, corridore capace di vincere nei grandi giri oltre che di ottenere anche piazzamenti di prestigio, avrebbe meritato anche lui una passerella fino in fondo.

Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan), 10: La sua ultima corsa non è andata come sperava lui e come il pubblico sognava, ma anche senza il canto del cigno, oggi l’Italia perde un grande campione, di quelli che nascono davvero molto raramente. Il vuoto che lo Squalo dello Stretto lascia in gruppo è enorme per l’Italia, che si ritrova da domani molto più povera e senza il suo uomo simbolo e faro quasi solitario in un lunga notte da ormai un decennio. Se nelle classiche e nelle altre specialità il ricambio c’è, nei Grandi Giri sarà molto dura trovare un suo successore, o quantomeno qualcuno che possa riportare l’Italia in alto.

Alejandro Valverde (Movistar), 10: Oggi ottiene un bel sesto posto, che ne conferma ancora una volta la straordinaria longevità, la capacità di soffrire e divertirsi assieme che in questi anni ne ha reso un esempio, un riferimento e una speranza per molti. Professionista per 21 stagioni, se ne va oggi un mostro sacro del ciclismo, spagnolo ma non solo, un corridore che ha segnato un’epoca per la sua capacità di essere sempre presente su ogni terreno, aiutando, assieme Nibali, a riportare in auge questo modo di essere e interpretare il ciclismo.

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