Pagelle Giro delle Fiandre 2025: Pogačar è irresistibile e Van der Poel stavolta deve arrendersi – Pedersen di granito, Van Aert di classe – Ballerini, Ganna e Trentin fra i protagonisti

Tadej Pogačar (UAE Emirates XRG), 10 e lode: Restituisce lo smacco della Sanremo, con gli interessi. Aveva sottolineato alla vigilia che la Ronde gli dava maggiori possibilità di attaccare e di mettere fatica nelle gambe degli altri e così è stato: attacca a ripetizione, accelerando una prima volta ai -55 dall’arrivo e continuando a farlo ogni qual volta ne ha la possibilità. Alla lunga riesce in quello che era l’obiettivo iniziale, ovvero sfiancare tutti i rivali e soprattutto quel Van der Poel che invece era riuscito a resistergli in Liguria. Gli aggettivi sono finiti da tempo, si può solo continuare a compilare la lista dei primati firmati da un corridore generazionale e continuare a godere dello spettacolo che sa offrire.
Mads Pedersen (Lidl-Trek), 9,5: È il terzo podio alla Ronde, con il secondo che gli permette di uguagliare il risultato ottenuto ormai sette anni fa. L’interrogativo su di lui ultimamente era diventato: è al livello degli altri fenomeni? Ormai sì, lo è eccome. Paga, com’è normale che sia, nei tratti di maggiore pendenza, ma riesce a gestirsi con intelligenza e conferma, una volta di più, di avere un serbatoio di energie quasi infinito in corse di questo tipo. Resistere a un Pogačar così è probabilmente impossibile, alla fine non ha nulla da rimproverarsi.
Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 8,5: C’erano tanti primati che lo aspettavano all’arrivo di Oudenaarde, ma all’appuntamento ci è andato Pogačar, al posto suo. Il neerlandese, caduto intorno a metà gara – ma è lui stesso a dire che l’incidente non ha pesato sul suo rendimento – si fa trovare leggermente impreparato in occasione del primo attacco e la sua rimonta lungo l’Oude Kwaremont rimarrà uno dei momenti più appassionanti di tutta la corsa. Gestisce gli attacchi del rivale e sembra poter ripetere quanto fatto alla Sanremo, ma a lungo andare lo sloveno lo manda fuori giri. Non deraglia, rimane con gli altri inseguitori e chiude con un terzo posto comunque importante.
Wout van Aert (Visma|Lease a Bike), 8,5: Di carattere, di voglia e di classe, anche se pure questa volta manca il risultato importante, rimanendo giù dal podio finale. Dimostra una volta di più di non avere (più?) le accelerazioni degli altri fenomeni, ma è indiscusso protagonista di una gara che si è dipanata a un livello mostruoso. Sorretto anche da una squadra molto presente, sfodera una prestazione che gli darà sicuramente una bella spinta emotiva, in vista della Roubaix di domenica prossima e dopo la delusione della Dwars dello scorso mercoledì.
Jasper Stuyven (Lidl-Trek), 8: Prova eccezionale per un corridore che nelle grandi gare tira sempre fuori il meglio. Rimane inizialmente tagliato fuori dal cuore dell’azione, quando scoppiano i primi petardi, ma riesce a rientrare con un gran numero. Da lì in poi è incredibilmente efficace e risulta molto importante anche per il compagno di colori Pedersen, riuscendo inoltre a entrare fra i primi 5 di un ordine d’arrivo principesco. Nel tratto finale, a muri finiti, prova a sacrificarsi nell’inseguimento alla testa della corsa, ma Pogačar ormai è irraggiungibile.
Tiesj Benoot (Visma|Lease a Bike), 8: Altra prestazione enorme, al servizio della squadra. Si muove presto, entrando nel contrattacco che ha origine a più di 100 chilometri dall’arrivo, con l’idea di mettersi al servizio dei compagni di squadra, quando arriveranno. Sui muri si muove con la consueta produttività e quando gli tocca lavorare per riportare sotto Van Aert e Jorgenson non si esime, riuscendo ad assorbire anche un salto di catena che lo rallenta in uno dei momenti chiave della gara. Chiude sesto, fra i meritati applausi.
Stefan Küng (Groupama-FDJ), 7,5: Di lui si dice sempre che debba provare ad anticipare i grandi favoriti, per avere speranze di grandi risultati. Lo fa, con coraggio e determinazione, da lontanissimo e con grande continuità. È lui a dare nuova linfa all’attacco che per certi versi scompagina i programmi delle squadre dei “grandi”, ma alla fine i suddetti grandi lo vengono a prendere e poi lo staccano anche. Chiude settimo, un nuovo piazzamento più che rispettabile. La grande vittoria, però, è ancora lontano.
Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 7,5: Si muove da lontanissimo, facendo una buona impressione e lasciando anche intendere che potesse essere un’altra giornata super. Quando, però, Pogačar accende le varie micce a disposizione lui non riesce a rispondere, perdendo anche contatto dal primo gruppo inseguitore. La prestazione rimane ragguardevole, considerate anche le energie ancora in corpo sull’ultimo rettilineo, quando va a vincere la volata di gruppo per l’ottavo posto. Forse, avrebbe potuto essere gestito in maniera diversa: è lui stesso a dire, nel dopo-gara, che questa volta non era la scelta numero uno della squadra.
Davide Ballerini (XDS Astana), 7,5: Guardare l’ordine d’arrivo e trovarlo nella prima pagina è già una nota più che positiva. Anche lui si muove quando manca ancora molto all’arrivo e conferma i segnali brillanti lanciati già da qualche corsa a questa parte. I “grandissimi” sono fuori scala per lui, ma continua a lottare fino alla fine e porta a casa un risultato pesante, per lui e per la squadra, anche in chiave punti UCI.
Matteo Trentin (Tudor), 7: Mezzo punto in meno, rispetto ai compagni di avventura appena citati, perché non riesce a nobilitare una bella prestazione con un piazzamento un po’ più felice rispetto al 22esimo posto fatto registrare. Si muove da lontano e dà tutto quello che può dare, restando a lungo nel cuore della corsa, così come ha fatto il compagno di colori Marco Haller (voto 7), fuggitivo della prima ora e capace di restare con i primi per un consistente settore di gara.
Mikkel Bjerg (UAE Emirates XRG), 7: Insieme ad António Morgado (voto 6,5), si ritrova a svolgere un lavoro fruttuoso e importante, nel momento in cui alcuni corridori prendono un vantaggio significativo, rispetto al gruppo dei grandi favoriti. Meno duraturo, ma comunque rilevante, il compito svolto da Florian Vermeersch (voto 6,5), che produce anche una specie di “lancio” preparatorio per il primo attacco di Pogačar.
Iván García Cortina (Movistar), 6,5: Sbuca quasi dal nulla per andare a confezionare il miglior risultato della squadra spagnola in questa campagna del Nord. Il nono posto non è una casella di quelle indimenticabili, ma il suo rimane comunque un guizzo non trascurabile, in una corsa così logorante.
Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), 6: È lì, dove deve essere, nei momenti che segnano la corsa. Di nuovo insieme a Van Aert e Benoot, come avvenuto qualche giorno fa, potrebbe sfruttare la forza del numero per combinare qualcosa di grande, ma non riesce a rispondere agli attacchi dei fenomeni. Nel finale, poi, gli si spegne la luce e finisce lontano dalla Top 10 di giornata: è lui stesso a dire, scherzando, che “alla fine ho forato le gambe”.
Michael Matthews (Jayco-AlUla), 6: Sperava probabilmente in qualcosa di meglio, rispetto al 14esimo posto finale, ma questa volta non riesce a trasformarsi, come spesso gli è capitato in occasione delle corse più importanti. Ormai, il livello dei migliori, in questi contesti, sembra essere fuori portata per lui.
Yevgeniy Fedorov (XDS Astana), 6: È il campione del mondo U23 di Wollongong 2022 e solo in questa primavera sta mostrando, finalmente, sprazzi di qualità ad altissimi livelli. Si muove bene e respira per qualche momento anche la stessa aria dei fenomeni, in alcuni momenti significativi di corsa. Gli manca ancora qualcosa, ma i recenti segnali fanno ben sperare. Menzione anche per il giovane compagno di squadra Alessandro Romele (voto 6), che è riuscito a entrare nell’attacco della prima ora.
Neilson Powless (Ef Education-EasyPost), 5,5: Il vincitore della Dwars door Vlaanderen stavolta deve fare i conti con un livello enormemente più alto. Per qualche attimo riesce a trovare le ruote dei migliori, dopo le prime accelerazioni, ma alla lunga finisce per staccarsi e per trovare posto nel gruppo inseguitore più nutrito.
Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), 5,5: Stando a quel che si dice nel dopo-gara, era lui la prima scelta della squadra britannica per l’occasione. Quando deflagrano i primi attacchi, sembra poter rispondere, ma finisce per scivolare progressivamente indietro, rimanendo poi tagliato fuori dalla lotta per le posizioni migliori.
Biniam Girmay (Intermarché-Wanty), 5,5: La Ronde è troppo dura per lui, ma probabilmente già si sapeva. Alla fine gli mancano anche le energie per andare a caccia di un piazzamento comunque importante nella volata del gruppo inseguitore. Più che probabile che la Roubaix possa essere un discorso diverso per lui.
Bahrain Victorious, 5: Un 21esimo (Matej Mohorič) e un 23esimo (Fred Wright) sono gli estremi positivi del bilancio conclusivo della giornata. Un po’ poco per una squadra che non è riuscita a essere protagonista in alcun momento della corsa.
Soudal Quick-Step, 5: Come sono lontani i tempi del WolfPack… Il migliore all’arrivo è Yves Lampaert, 32esimo. Il rampante Paul Magnier porta a termine la sua prima Monumento e questa è probabilmente l’unica nota positiva della giornata.
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