Parigi 2024, Peter Sagan svela il suo calendario verso i Giochi: “Nato in MTB, voglio ‘morire’ in MTB”
Prende forma il 2024 di Peter Sagan. Il campione slovacco ha detto addio al professionismo su strada, ma ha ancora un grande obiettivo nella sua carriera in bici e nel suo ultimo anno spera di conquistarsi un posto ai Giochi di Parigi in MTB. Un obiettivo concreto, per quanto difficile, che vedrà il tre volte iridato su strada impegnato anche in qualche evento su strada per affinare la forma, ma che ovviamente necessita soprattutto di partecipazione agli eventi della specialità per riuscire a strappare la convocazione a suon di risultati (dimostrando di meritarsi la WildCard necessaria). Dieci gli eventi previsti infatti nel corso di questi mesi prima dell’estate, oltre ad alcune corse in patria su strada.
“Il mio obiettivo principale per il 2024 è quello di partecipare alle Olimpiadi di Parigi – conferma intervistato dal giornalista Lukáš Ronald Lukács – Una volta iniziata la stagione, potrò valutare il mio livello e sapere come attuare i miei piani. Spero di essere competitivo e, soprattutto, di divertirmi ancora”.
Il fenomeno di Zilina rivela dunque il suo programma di gare. Si partirà dunque l’11 febbraio ad Abu Dhabi, dopo un ritiro in Sudafrica. Seguiranno le gare di MTB a Chelva, in Spagna (17-18 febbraio), Banyoles (24-25 febbraio) e Marsiglia (16-17 marzo). A quel punto si prevede una incursione su strada, anche se sono possibili modifiche. Con la maglia della RRK Group-Pierre Baguette-Benzinol, la squadra in cui lavora suo fratello Juraj come direttore sportivo, correrà infatti alcuni eventi 1.2 in Slovacchia.
A seguire si torna in MTB per partecipare alle sei manche di Coppa del Mondo che precedono la gara olimpica di cross country di Parigi. Il 33enne sarà dunque a Mairiporã (12-14 aprile), Araxá (19-21 aprile), Nové Město na Moravě (24-26 maggio), Val di Sole (14-16 giugno), Crans-Montana (21-23 giugno) e Alta Savoia (28-30 giugno).
“Ho sempre detto che sono nato in MTB e che volevo ‘morire’ in MTB – spiega – In realtà, non ero neanche sicuro di voler diventare un corridore professionista quando ero juniores […] Mi sono divertito molto su strada, ma negli ultimi anni ho smesso di divertirmi. Ho sempre avuto il desiderio di tornare a quello che mi piaceva di più”.
Dopo alcune esperienze sporadiche, ora dunque massima concentrazione su questo obiettivo: “Niente può essere improvvisato. Non è stato facile, ma mi ha aiutato a capire di cosa ho bisogno per tornare in pista. Le metodologie di allenamento sono cambiate, la tecnica è andata avanti e i giovani sono sempre più forti. Per poter essere preparato al meglio devo fare una buona base. Queste fondamenta sono sempre importanti, specialmente in iverno, ma ho dovuto comunque aggiungere qualità, anche se senza esagerare”.
In particolare sarà importante anche ritrovare la tecnica, per la quale si è impiegato molto al fianco dell’amico ed ex corridore Michael Kolar, da qualche anno impegnato nell’Enduro. “Mi ha spiegato molte corse e mi ha fatto capire cosa sbagliavo”, ammette preparandosi ad un nuovo ritiro per allenarsi assiema a lui e ad altri bikers a Finale Ligure.
Importante sarà anche ritrovare il feeling con la bici, che ovviamente sono molto cambiate rispetto a quando correva lui nella specialità “Sono stato molto sorpreso dall’evoluzione – sottolinea – Il livello raggiuto ora è assudo, ma anche le geometrie sono diverse […] Mi ci è voluto un po’ per abituarmi, ma ora sento di avere più controllo”.
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