Mondiali Kigali 2025, il presidente UCI Lappartient conferma: “Non c’è alcun piano B. Questo evento è in Africa, ma anche per l’Africa”

David Lappartient sicuro che i Mondiali 2025 si correranno in Rwanda. Presente in quel di Kigali per seguire la partenza del Tour du Rwanda 2025 (e, probabilmente, per valutare di persona la situazione), il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale si è mostrato fiducioso riguardo al fatto che il prossimo settembre la rassegna iridata si svolgerà regolarmente nella capitale del paese, ribadendo che al momento non ci sono piani per spostare la manifestazione in altre località. Lappartient, che durante la sua presidenza si è speso molto per portare il primo Mondiale di ciclismo nel continente africano con la speranza che possa rappresentare un volano per tutto il movimento, ha quindi confermato la posizione dell’UCI dopo le preoccupazioni sulla sicurezza emerse nelle scorse settimane per via degli scontri armati in corso nell’est della Repubblica Democratica del Congo, proprio al confine con il Rwanda, a sua volta attore interessato (soprattutto economicamente) in questo conflitto.

Non c’è alcun piano B – ha dichiarato il 51enne francese a Cyclingnews – I Mondiali di quest’anno a Kigali sono incredibilmente speciali per noi perché sarà un momento unico, in cui l’UCI celebra il suo 125° compleanno, quindi abbiamo deciso di andare in Africa. Questo era il mio sogno, il mio obiettivo, quando sono stato eletto Presidente dell’UCI e sono orgoglioso di dire: eccoci qua“.

Il presidente UCI ha poi affrontato anche la questione costi, che ha già portato diverse federazioni a rinunciare alla trasferta con le categorie giovanili: “Poiché sappiamo che è più costoso venire in Africa centrale, stiamo lavorando con il governo ruandese per far arrivare altri voli RwandAir e persino per organizzare alcuni charter, in modo da poter portare un maggior numero di atleti e quindi ridurre l’eventuale costo per loro. Sappiamo che molte federazioni nazionali di tutto il mondo parteciperanno ai Mondiali. Inoltre, vogliamo assicurarci che tutte le 54 nazioni africane portino alcuni atleti. Certo, alcuni di loro non saranno ai massimi livelli, ma la loro presenza è un forte messaggio che questi mondiali sono in Africa, ma anche per l’Africa“.

Lappartient auspica che questi Mondiali siano una spinta per un ulteriore sviluppo del ciclismo africano: “Il ciclismo in Africa è in piena espansione, sta crescendo e ci sono corridori di eccezionale talento in Africa e questo continuerà. Continuerà perché ora abbiamo federazioni nazionali meglio strutturate e abbiamo anche una visione chiara di ciò che vogliamo fare per aiutarle. È per questo che il Centro Mondiale del Ciclismo sta lavorando duramente con queste Federazioni, con il CAC (Federazione africana di ciclismo, ndr), con i diversi centri satellite che abbiamo ora, e credo che potremo davvero far emergere più corridori in futuro“.

Dobbiamo solo aiutare gli atleti africani a correre di più – ha proseguito il dirigente transalpino – Il ciclismo su strada non si può imparare da un libro. Certo, se fai il Chilometro da fermo puoi allenarti da solo tutto l’anno e andare ai Mondiali, ma su strada non sarà mai così. Bisogna gareggiare, sapere come posizionarsi nel gruppo con il vento, sentire lo sprint. Se vogliamo che gli atleti africani passino al livello successivo, devono andare in Europa perché le gare più importanti sono in Europa. Vogliamo almeno avere più gare in Africa per aiutare questi atleti ad aumentare le loro capacità, altrimenti dovranno sempre andare in Europa. In questo caso, il numero di atleti sarà sempre limitato, quindi se avremo più gare, avremo più atleti, e la crescita continuerà in Africa, per la quale vedo davvero un futuro brillante”.

Il talento più cristallino uscito dal continente africano negli ultimi anni è sicuramente Biniam Girmay: “Ha vinto tappe al Giro d’Italia e al Tour de France. Potenzialmente può anche diventare il primo campione del mondo africano, forse non quest’anno, perché è troppo collinare per lui, ma perché non nel 2026 a Montréal o forse nel 2028 ad Abu Dhabi? Sarebbe un grande risultato e anche un messaggio per tutta l’Africa e per il mondo intero“, il pensiero del presidente UCI.

Al momento, il calcio resta lo sport più seguito in Africa, ma Lappartient crede che “il ciclismo potrebbe davvero diventare lo sport numero due e questi Mondiali contribuiranno. Prevediamo di avere un milione di persone il sabato e un milione di persone la domenica per le gare élite, quindi sarà qualcosa di veramente straordinario. Non ci sono molti altri sport in grado di fare questo, di portare così tante persone ai bordi delle strade, e sono sicuro che questa passione, questo entusiasmo, sarà condiviso in tutta l’Africa. Spero che nei giovani nasca il desiderio di andare in bicicletta, la nostra missione sarà quella di aiutarli a trovare una bicicletta, ad andare in bicicletta, a iniziare a gareggiare e così via. Ci sono molte opportunità, ma abbiamo anche uno strumento solido, il Centro Mondiale del Ciclismo, e continueremo a investire molto in Africa“, ha concluso il 51enne.

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