Percorso Giro d’Italia 2026: anticipazioni e indiscrezioni

La stagione 2025 volge alla conclusione e già si pensa a quello che potrà accadere nel prossimo anno ciclistico. C’è molta attesa in particolare per conoscere il percorso del Giro d’Italia 2026, che sarà presentato fra pochi giorni, lunedì 1 dicembre, a Roma. Sul possibile tracciato della Corsa Rosa, però, circolano da tempo già diverse indiscrezioni, oltre a una certezza ormai granitica. Quest’ultima è relativa a una nuova Grande Partenza all’estero, dopo quella avvenuta qualche mese fa in Albania. Di certo ci sono inoltre le date di svolgimento del Giro 2026, che inizierà, non più sabato 9 maggio, come inizialmente annunciato nel calendario UCI, ma venerdì 8 per concludersi domenica 31 maggio.

Grande Partenza Giro d’Italia 2026

La Grande Partenza sarà nuovamente su strade dell’Est Europa. Quanto annunciato da rappresentanti del Governo nazionale della Bulgaria nelle scorse settimane è stato poi confermato ufficialmente dal patron di RCS, Urbano Cairo: le prime tappe del Giro d’Italia 2026 si svolgeranno quindi nello Stato balcanico, per il quale si tratterà del primissimo contatto con il ciclismo internazionale di questo livello. Una “nuova prima volta”, quindi, dopo quella che ha visto protagonista l’Albania nel 2025, e anche in questo caso le frazioni “extra-italiane”, come avvenuto qualche mese fa, sarebbero tre. Una di queste coinvolgerebbe ovviamente la capitale bulgara, Sofia, mentre altre città in predicato di ospitare le tappe, fra partenze e arrivi, sono Burgas, città sulla costa del Mar Nero, Plovdiv e Veliko Tărnovo. 

Sia queste ultime due che la stessa capitale Sofia sono città poste nelle immediate vicinanze della catena montuosa dei Balcani, che taglia in senso latitudinale la Bulgaria e che potrebbe permettere ai “tracciatori” delle tappe di inserire qualche difficoltà altimetrica rilevante già nei primi giorni di svolgimento del Giro 2026. Dopo le tre tappe bulgare si sbarcherà in Italia, con il trasferimento che coinciderà quindi con il primo giorno di riposo, concesso all’UCI in deroga al suo regolamento.

Giro d’Italia 2026, anticipazioni e indiscrezioni

Dalla Bulgaria, il Giro 2026 dovrebbe trasferirsi in Calabria, dove la Corsa Rosa manca dal 2022. Inizialmente, secondo la testata ViboSport, sembrava che le tappe che possono svolgersi nella regione fossero addirittura tre, fra partenze e arrivi, e che una di queste avrebbe coinvolto la città di Vibo Valentia, che potrebbe essere sede del via o della conclusione (o entrambe) di frazione. Da quel che trapela negli ambienti locali, RCS Sport avrebbe rimandato proprio la presentazione generale del percorso – prevista per lunedì 1 dicembre – per permettere alla neo-eletta Giunta regionale calabrese (le elezioni ci sono state giusto qualche settimana fa) di prendere le misure per le coperture economiche necessarie. Col passare del tempo, però, il dettaglio del passaggio del Giro in Calabria ha ricevuto qualche levigatura in più, sul piano delle indiscrezioni. Le tappe sul suolo regionale, secondo quanto riporta il Quotidiano del Sud, dovrebbero essere due: la quarta, con partenza da Catanzaro e arrivo a Cosenza (dove la Corsa Rosa non fa tappa, come traguardo, dal 1989), e la quinta, con partenza da Praia a Mare (provincia di Cosenza) e arrivo a Potenza, sulla linea di quanto avvenuto nel 2022.

La risalita da sud verso nord passerebbe poi da un nuovo arrivo a Napoli, pronta a ospitare nuovamente una frazione del Giro, la cui partenza sarà presumibilmente da Capaccio Paestum, con il capoluogo campano pronto ad allungare così una serie di presenze sul tracciato del Giro che continua ininterrottamente dall’edizione 2022. Dalla Campania (ma la località è ancora da individuare con precisione) ci si sposterebbe quindi in Abruzzo per affrontare quello che, con buona probabilità, sarà il primo arrivo in salita di questa edizione della Corsa Rosa, il Blockhaus, scalato dal versante di Roccamorice. Con l’ottava frazione si resterebbe in Abruzzo, almeno per quanto riguarda la partenza: negli scorsi mesi ci sono state le candidature sia di Penne, cittadina in provincia di Pescara alle porte del Gran Sasso, che di Chieti, secondo quanto scritto su Il Pescara. Con il passare dei giorni è stato il capoluogo teatino a spuntarla; a rivelarlo è Chieti Today, che dà per fatta una partenza della frazione che dovrebbe concludersi nelle Marche, a Fermo.

Risalendo l’Italia, in queste settimane sono state espresse diverse candidature. Una è stata quella del comune di Bellaria Igea Marina (Rimini): la località balneare sull’Adriatico ha infatti espresso, tramite le parole del sindaco Filippo Giorgetti riportate dal Resto del Carlino,  la volontà di ospitare il Giro 2026. Il comune romagnolo si era fatto avanti sulla spinta di quanto avvenuto nel 2025, quando è stato teatro di una tappa della Corsa Rosa femminile. Candidatura ufficiale, almeno in termini istituzionali, anche per Spoleto: il sindaco del comune umbro, Andrea Sisti, ha infatti confermato, in una conferenza stampa riportata da Valle Umbra Sport, i passi fatti dal suo municipio per ottenere un arrivo di tappa, a due anni di distanza dalla partenza della tappa numero 8 del Giro 2024. Quest’ultima proposta, però, non sembra essere stata accolta da RCS Sport, con l’Umbria che non dovrebbe venir toccata dalla Corsa Rosa.

Maggiori, invece, le possibilità dell’Emilia-Romagna, anche se Bellaria Igea Marina dovrebbe rimanere fuori dal tracciato, almeno in termini di partenze e arrivi: nell’ultimo periodo è infatti emersa l’ipotesi del traguardo in quota del Corno alle Scale, nel territorio comunale di Lizzano in Belvedere (città metropolitana di Bologna), salita affrontata solo una volta nella storia del Giro, nel 2004. Per quanto riguarda la partenza di questa giornata, l’ultima della prima settimana, la località più gettonata sembra invece essere Faenza. Ad aprire la seconda settimana di gara, poi, sembrava dovesse esserci una frazione che appariva già “disegnata”, con partenza da Viareggio (Lucca) e arrivo a Chiavari (Genova). La tappa, secondo quanto riportava TeleNord, avrebbe dovuto misurare circa 150 chilometri e prevedere la scalata al Passo del Bracco prima della conclusione nella località marittima del Levante ligure. Con il passare dei giorni hanno preso però corpo delle voci che vorrebbero la partenza lucchese fissata nel comune di Porcari, sede di uno degli sponsor primari del Giro, mentre l’arrivo in Tigullio è invece confermato. Una tappa che sarebbe così preceduta da una giornata molto importante, con una cronometro di circa 40 chilometri tra Viareggio e Massa che potrebbe rivelarsi snodo cruciale della corsa, visto il percorso preannunciato per specialisti.

In Liguria si dovrebbe rimanere anche per la partenza del giorno successivo, con la provincia di Imperia probabilmente coinvolta, anche se la situazione è attualmente abbastanza criptica. Per quanto sosteneva IVG, la tappa avrebbe dovuto poi attraversare anche la provincia di Savona per poi concludersi nel Basso Piemonte, probabilmente a Novi Ligure, una ipotesi che sembrava aver perso consistenza con il passare dei giorni ma che successivamente è tornata in auge. Tramontata invece, definitivamente, l’ipotesi che il Giro potesse fare subito verso nord-est, passando magari per il Piacentino. Nelle scorse settimane la testata IlPiacenza aveva infatti fatto sapere che nella zona ci stava muovendo per portare una tappa in zone poco “battute” in passato, quelle della Val Nure e della Val Trebbia, andando magari alla scoperta, e sarebbe stato un inedito per la Corsa Rosa, della Sella dei Generali, salita molto dura che si conclude a 1218 metri, e del vicino Passo di Santa Barbara. Con il passare dei giorni, però questa possibilità si è affievolita ed è la stessa testata locale a riportare la voce che per il 2026 non se ne farà nulla: “Troppo importanti i i costi economici dell’operazione, ritenuti insostenibili per gli enti locali”.

Ben più probabile, quindi, che il Giro utilizzi il Piemonte per continuare la sua risalita prima delle grandi montagne in un’unica giornata. Ormai sostanzialmente confermata infatti una tappa tra Alessandria e Verbania, una giornata che potrebbe avere qualche difficoltà nel finale, ma che in ogni caso non dovrebbe essere troppo dura visto che a seguire ci sarà una tappa tra le più attese per recarsi sulle strade della Valle d’Aosta, dove una tappa ci sarà sicuramente, dati anche gli investimenti già certificati dalla Regione: secondo AostaSera, per il 2026 si è fatta avanti la municipalità di Valtournenche, che comprende la località di Breuil-Cervinia e che sarebbe stato un possibile arrivo di tappa. Uno scenario possibile, quindi, era quello del ritorno all’ombra del Cervino a distanza di 8 anni dall’ultima volta, quando la tappa di allora fu vinta da Mikel Nieve. Con il passare dei giorni, però, si è fatta strada anche l’ipotesi Pila, che sembra ora favorita per ricevere l’assegnazione dell’arrivo, stando a quanto riportato dal settimanale locale La Vallée. A questo punto, ci sarebbe una tappa interamente valdostana con partenza da Aosta, interessando anche Valpelline e la vallata del Gran San Bernardo, con salite nella Coumba Freide, ma c’è ancora in piedi anche l’ipotesi che si vada a ripercorrere il percorso disegnato nell’unico precedente arrivo a Pila, con il passaggio su Col de St. Pantaleon e Champremièr.

Spostandoci in Lombardia, bisogna poi inserire la volontà delle varie istituzioni di rivedere il Giro d’Italia sulle strade di Milano, magari nelle vicinanze temporali della frazione svizzera, considerando un eventuale trasferimento che sarebbe decisamente agevole e la possibilità di rimanere in zona anche per il possibile giorno di riposo successivo. Che a Milano si possa andare, comunque, è auspicato da diverse personalità importanti. Urbano Cairo ad Ansa ha parlato di una “tappa speciale, magari una cronometro” e il sindaco Beppe Sala si era espresso così in una conferenza stampa: “Stiamo cercando una soluzione e ne stiamo parlando con Cairo, il che non è semplicissimo – le parole di Sala riportate da MiTomorrow – Ma vogliamo trovare una bella data per far tornare il Giro d’Italia a Milano nel 2026″. Con il passare dei giorni, tuttavia, l’ipotesi cronometro ha perso sempre più vigore, ma la città meneghina ha ricevuto e dato comunque conferme della sua presenza nel percorso con una tappa che lì arrivera e che inevitabilmente strizzerà l’occhio ai velocisti.

Successivamente, in apertura quindi della terza e ultima settimana, la Corsa Rosa dovrebbe spostarsi nella vicina Svizzera. Sulle prime, si era parlato di una possibile tappa per velocisti con arrivo a Busto Arsizio, in provincia di Varese, e poi di una ripartenza, il giorno successivo, da Varese in direzione delle strade elvetiche. A prospettare questa frazione era stata sempre VCOAzzurraTv, che citava anche il Passo della Forcora come possibile asperità da percorrere prima dello sconfinamento in Svizzera. Con il passare dei giorni, tramontata la possibilità di un passaggio del Giro nelle zone del Luinese, si è fatta strada anche un’altra ipotesi, riportata da LaRegione, ovvero quella di una tappa interamente in territorio svizzero, con partenza a Bellinzona, doppia ascesa a Leontica, e arrivo a quel punto confermato a Carì, per una tappa che non si preannuncia dunque particolarmente dura.

Nella lista dei potenziali luoghi toccati dal Giro 2026 si era aggiunta anche Madonna di Campiglio (Trento), che, secondo quanto riportato da l’Adige, avrebbe potuto ospitare l’arrivo di una tappa “all’inizio della terza e ultima settimana di gara”. Tristemente nota per quanto successo a Marco Pantani nel 1999, la salita dolomitica sarebbe così dovuta essere per la quarta volta nel percorso della Corsa Rosa, al termine di una giornata che vedrà ovviamente il Trentino grande protagonista della ripartenza del Giro per le sue tappe conclusive. Data quasi per certa, questa frazione è tuttavia cambiata con il tempo e il traguardo sarà invece ad Andalo, con la Regione che ha deciso per un cambiamento strategico a livello di promozione turistica. La tappa dovrebbe comunque arrivare dalla Lombardia, con Cassano d’Adda come ipotesi più accreditata, superando la concorrenza di Bergamo. Il giorno successivo invece una frazione mossa interamente trentinacon partenza da Fai della Paganella e arrivo a Pieve di Soligo, come riporta SportTrentino. Si tratterebbe di una giornata abbastanza movimentata che nel finale prevederebbe l’ormai classico passaggio sul Muro di Ca’ del Poggio.

All’orizzonte del Giro ci sarebbero poi, a comporre le ultime due giornate impegnative, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Per quel che riguarda la seconda regione citata, da subito è emerso che il “governo locale” aveva già stanziato 8 milioni di euro, da destinare, secondo quanto riportato da FriuliOggi, agli “Enti di decentramento regionale di Pordenone (5,04 mln) e Udine (2,7 mln) per interventi sulla viabilità connessi al passaggio del Giro d’Italia nel 2026”. In Veneto, invece, già nei mesi scorsi il presidente di regione uscente, Luca Zaia, aveva sottolineato la volontà di ospitare diversi “capitoli” del Giro 2026, senza però entrare nei dettagli. Con il passare dei giorni si è fatta strada l’ipotesi di una tappa compresa nei confini della provincia di Belluno, con partenza da Feltre (o dalla vicina Fonzaso) e arrivo nella zona del Comelico. A quanto riporta il Corriere delle Alpi, il profilo altimetrico inizialmente studiato avrebbe previsto la scalata al Passo Sant’Antonio, salita compresa nel territorio di Auronzo di Cadore. Con il passare dei giorni, però, la rotta della tappa in questione si è spostata verso la zona di Alleghe, con lo striscione dell’arrivo che dovrebbe essere tirato ai Piani di Pezzè, stando a quanto prospettato da Il Gazzettino. Evitato quindi uno dei nodi che sarebbe stato da sciogliere in zona, ovvero quello della situazione viabilistica, dato che la Galleria del Comelico, via di accesso primaria a quella zona, è interessata da un maxi-cantiere di ristrutturazione.

Secondo quel che riporta inoltre Il Messaggero Veneto, nell’estremo Nord Est dovrebbe invece svolgersi la ventesima e penultima tappa, disegnata fra Gemona del Friuli e Piancavallo, nei luoghi del terribile terremoto che colpì la zona nel 1976. Da quel che filtra, la frazione dovrebbe proporre una “doppia scalata alla montagna sopra Aviano”. Da lì, trasferimento in aereo, visto che con il passare dei giorni è arrivata la certezza che l’ultima tappa si svolgerà, domenica 31 maggio, nuovamente sulle strade di Roma. In tal senso va ricordato che il Comune di Roma in passato si era mosso con RCS Sport per assicurarsi le conclusioni del Giro degli ultimi anni, prevedendo anche una opzione per l’edizione 2026 (ultimo anno di mandato dell’attuale sindaco Roberto Gualtieri). Uno scenario che è stato confermato in seguito anche dall’assessore allo sport capitolino, mettendo sostanzialmente la parola fine alla questione, anche considerando che la presentazione sarà proprio nell’Auditorium della Città Eterna.

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