Giro d’Italia 2024, pit stop ‘alla Dumoulin’ per Luke Plapp: “Peccato per i problemi di stomaco, le gambe stavano bene e penso che sarei stato facilmente davanti”

Luke Plapp non ha vissuto una giornata semplice durante la diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2024. Abile a inserirsi nella fuga giusta, l’australiano del Team Jayco AlUla ha dovuto fare i conti con diversi problemi di stomaco nel corso della frazione, vedendosi costretto a fermarsi in alcune occasioni per espletare dei bisogni fisiologici. Pit stop che ovviamente gli sono costati diverso tempo ed energie per rientrare sugli altri fuggitivi, ritrovandosi spesso a inseguire nei vari saliscendi verso il traguardo di Sappada, ma nonostante questo è riuscito comunque a concludere al quinto posto, risultato che soddisfa lo stesso il 23enne.

“Sono state quattro ore molto molto scomode, ma sono contento della gara – ha dichiarato Plapp ai nostri microfoni dopo l’arrivo – Le gambe stavano davvero molto bene, avevo solo molti problemi di stomaco che mi mettevano in una posizione davvero scomoda e dovevo fermarmi e continuare a rientrare, ed è stato un peccato. Ma sono davvero contento delle gambe”.

Penso che la prima volta che mi sono dovuto fermare sia quella che mi è costata – ha proseguito il 23enne – Ci ho messo molto tempo per rientrare e quando ci sono riuscito c’era una ripida salita di quattro chilometri a metà gara e davanti si erano già mossi. Quindi ci è voluto molto molto tempo e molte energie per tornare davanti, il che è un peccato perché penso che sarei stato facilmente davanti se fossi stato con loro. Però va bene, avevamo messo nel mirino questa tappa e sono davvero soddisfatto”.

Il corridore australiano, autore di buoni piazzamenti anche a Rapolano Terme e nelle due cronometro, ha comunque preso con filosofia quanto capitatogli: “Ho avuto problemi di stomaco due volte nella mia carriera, penso che sia semplicemente un peccato. È stato uno di quei giorni. Penso che dopo venti giorni di un Grande Giro il tuo stomaco sia solo un po’ cotto“.

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