Israel-Premier Tech, si va verso il cambio di nome e nazionalità dopo che il produttore di bici Factor ha minacciato di interrompere la partnership

Il prossimo anno potrebbe non vedersi più in gruppo il nome Israel-Premier Tech. Secondo quanto riportato da Cyclingnews, il proprietario Sylvain Adams starebbe riflettendo su un cambio di nominativo e di nazionalità della formazione israeliana, finita nel mirino delle proteste pro-Palestina nel corso degli ultimi mesi e, in particolare, dell’ultima Vuelta a España. A spingere il miliardario israelo-canadese verso questa decisione sarebbe stato l’incontro avvenuto tra lui e Rob Gitelis, fondatore di Factor Bikes, il marchio di bici che fornisce i mezzi sui quali pedalano i corridori del team.

Secondo il sito di lingua inglese, Gitelis avrebbe prospettato la possibilità di interrompere la partnership con la squadra se quest’ultima non avesse cambiato nome e bandiera. Adams sarebbe stato d’accordo con la modifica della denominazione, ma era intenzionato a mantenere la nazionalità israeliana, tuttavia alla fine sarebbe stato concordato il cambio di entrambi, anche se i dettagli devono ancora essere definiti (ma si ipotizza che il nuovo nome potrebbe essere Factor-Premier Tech o Premier Tech-Factor). A riguardo, la Israel-Premier Tech ha commentato a Cyclingnews di essere “attualmente in fase di pianificazione del marchio del team per il 2026 e che comunicherà eventuali modifiche a tempo debito”.

Ho detto alla squadra: senza un cambio di nome, senza un cambio di bandiera, non continueremo – ha dichiarato Gitelis – Non è più una questione di giusto o sbagliato. È diventato troppo controverso per il nostro marchio, e la mia responsabilità è nei confronti dei miei dipendenti e dei miei azionisti, per dare loro il massimo spazio per far crescere questa azienda e renderla redditizia. Aggiungere un ulteriore livello di conflitto o complessità, è qualcosa che non possiamo più accettare. Non è più una questione personale di sostenere questo o quello. C’è solamente un certo livello di controversia che non possiamo permetterci intorno al marchio”.

Penso che tutti capiscano che, dopo la Vuelta, la questione è diventata molto più urgente e seria – ha proseguito il fondatore di Factor Bikes – Queste cose richiedono tempo, registrare le squadre, collaborare con l’UCI, ma penso che sia necessario agire immediatamente. Stiamo parlando di un completo rebranding della squadra, se avrà luogo. Si tratta di un’impresa molto significativa, così come trasferire i contratti dei corridori in un altro Paese”.

Negli scorsi mesi era stato annunciato il rinnovo a tempo indeterminato della partnership tra Factor Bike e la Israel-Premier Tech, tuttavia Gitelis ha specificato che si trattava solo di un accordo verbale: “Non abbiamo un contratto firmato per il 2026 e oltre. Avevamo un impegno verbale a continuare, ma da allora la situazione si è aggravata al punto che non possiamo più rispettare tale impegno verbale“.

Il collegamento con la compagine israeliana ha reso anche l’azienda più cauta sui propri profili social, tanto da decidere di non postare le vittorie della squadra: “Non è qualcosa che è iniziato una settimana fa, 10 giorni fa, un mese fa. È una situazione che va avanti da quasi due anni. Negli ultimi due anni abbiamo avuto difficoltà a utilizzare e sfruttare la squadra al livello che vorremmo. Abbiamo agito con cautela sul piano politico, poiché è un momento difficile. Non direi che stiamo cercando di dissociarci, ma è sempre stato difficile ottenere il massimo coinvolgimento della squadra che vorremmo. È difficile festeggiare la vittoria della squadra, quindi abbiamo festeggiato la vittoria dell’atleta. Quando Stevie Williams ha vinto la Freccia Vallone l’anno scorso, abbiamo festeggiato Stevie Williams, non abbiamo festeggiato Israel-Premier Tech. Non siamo stati in grado di coinvolgerla al livello che vorremmo”.

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