Etoile de Bessèges 2025, l’organizzatore: “Ci sono cose che non possiamo controllare…”

Continuano le polemiche legate all’Etoile de Bessèges 2025. Dopo un primo incidente nel corso della seconda frazione, quando un’auto contromano ha rischiato di fare una strage andando quasi a schiantarsi contro il gruppo in arrivo a tutta velocità, la situazione si è ripetuta nuovamente anche nella terza tappa, quando i corridori si sono trovati nuovamente una vettura in carreggiata, dovendo fare lo slalom per evitarla prima di decidere poi di fermarsi in segno di protesta contro l’organizzazione e le condizioni di sicurezza evidentemente non rispettate. Il secondo incidente in altrettanti giorni di gara, però, è stato decisamente troppo per diversi corridori e diverse squadre, con una buona parte del gruppo che ha deciso di non riprendere il via dopo lo stop di ieri.

La pericolosità degli eventi avvenuti nella corsa francese ha spinto l’Unione Ciclistica Internazionale ad aprire un’indagine per cercare di capire di chi sono le responsabilità di quanto avvenuto, e nel frattempo anche gli organizzatori hanno espresso il loro punto di vista, tramite un’intervista del vicepresidente della corsa, Romain Le Roux, a L’Equipe: “Non ci aspettavamo questo. Facciamo sempre del nostro massimo anche per la sicurezza. Abbiamo anche rinforzato la nostra squadra. Vediamo che non è abbastanza, quindi ci facciamo molte domande sul futuro. Siamo ancora in grado oggi di organizzare a questo livello corse professionistiche su strade aperte dove è la sola gendarmeria a gestire la situazione? Nelle grandi corse la strada è completamente chiusa, noi ci chiediamo se si possa ancora fare in questo modo”.

Le Roux aggiunge poi che le difficoltà non sono legate ad una mancanza di personale, ma ad un sempre minore rispetto delle regole e all’impossibilità di tenere sotto controllo ogni singolo incrocio attraversato dal percorso: “Non è che ci mancano i volontari, ma ormai la gente rispetta sempre meno le cose e il gruppo va sempre più veloce. La sicurezza è un aspetto fondamentale, ed è giusto così, lo è anche per noi e io stesso da corridore non avrei accettato alcune cose, ma ci sono cose che non possiamo controllare. Quando si deve fare come facciamo noi è molto complicato da gestire. I volontari li abbiamo, ad ogni incrocio pericoloso ci sono volontari e forze dell’ordine, ma non possiamo metterli ovunque…“.

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