UCI, confermato il trasferimento del programma antidoping dalla CADF alla International Testing Agency
Nel corso delle riunioni tenute nei giorni scorsi, il comitato di gestione dell’UCI ha confermato la decisione adottata nella riunione precedente del 31 gennaio 2020, di trasferire le attività operative del suo programma antidoping all’International Testing Agency (ITA) dal 1° gennaio 2021. Ciò significa che dal 1° gennaio 2021 l’ITA assumerà il mandato attualmente affidato alla Cycling Anti-Doping Foundation (CADF) dal 2008. Più specificamente, un’unità dedicata al ciclismo all’interno dell’ITA, composta principalmente da ex dipendenti CADF, si occuperà dell’attuazione del programma antidoping dell’UCI, con il supporto e l’esperienza di tutti i dipartimenti dell’ITA.
I contributi finanziari delle parti interessate del ciclismo continueranno a essere utilizzati esclusivamente per il programma antidoping dello sport e che l’uso dei fondi sarà oggetto di relazioni periodiche dell’attuale comitato di finanziamento, composto da rappresentanti del UCI, AIGCP, CPA e AIOCC.
Il CADF comunicherà prossimamente gli effetti della pandemia di coronavirus sulle attività dei test antidoping negli ultimi mesi e il piano per riprendere i test con il ritorno alle corse. La prossima riunione del comitato di gestione dell’UCI si svolgerà il 22-24 settembre 2020 a Montreux durante i campionati mondiali di ciclismo su strada Aigle-Martigny 2020.
Il professor Xavier Bigard, direttore medico dell’UCI, ha anche delineato i protocolli sanitari per la ripresa delle corse. Questi includono misure da attuare in tre situazioni, corrispondenti a tre diversi livelli di gravità della pandemia. Le misure devono essere messe in pratica dagli organizzatori e dalle squadre nel corso dei singoli eventi e durante il periodo precedente e quello successivo agli eventi. La pubblicazione di questi protocolli verrà comunicata la prossima settimana.
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