Valkenburg 2018, Van Der Poel: “Non sono stato alla mia altezza, mentalmente è stata dura”
Domenica di disillusione per Mathieu van der Poel. Quella che doveva essere apoteosi e culmine di una stagione straordinaria, si è presto trasformata in una cocente sconfitta, di quelle che per lungo tempo possono continuare a tormentarti. Arrivato come l’uomo da battere al Mondiale di Valkenburg 2018 dopo un inverno da dominatore, l’enfant prodige era dato vincitore praticamente da tutti, con una grande pressione addosso. Partito bene, subito in testa per cercare di staccare tutti, il campione europeo non è riuscito nel suo intento, facendosi poi superare e distanziare sin dalla seconda tornata dal grande rivale Wout van Aert.
“Era un circuito complesso, ma non cerco scuse – commenta fieramente dopo il traguardo, con al collo una medaglia di un metallo diverso da quello che sperava – Al livello in cui sono, devo saper vincere su ogni tipo di percorso e oggi, chiaramente, non ne sono stato capace. Non sono stato alla mia altezza“. E la ragione lui stesso sembra vederla nelle troppe aspettative: “È vero che siamo partiti molto veloci sin da subito, ma non avevo l’impressione di superare il io limite. A dire la verità penso che il problema sia stata la pressione. Lo stress a cui sono stato sottoposto nell’arco dell’intera settimana è stato molto grande”.
Una dura sconfitta dunque per quello che era l’uomo da battere, che ha faticato mentalmente ad affrontare una corsa che rapidamente si è dimostrata diversa da quanto si era immaginato. “Mentalmente è stata dura per me – analizza – Sin dal secondo giro mi son reso conto che qualcosa non andava come volevo e accettarlo è stato difficile per me. Mi dispiace molto per il pubblico”. Proprio il tifo gli ha comunque permesso di reagire nel finale, quando sembrava ormai destinato a perdere anche il bronzo, ripreso e superato da Toon Aerts. “A quel punto ho dato davvero tutto quel che avevo perché non potevo permettere che tre belgi salissero sul podio di Valkenburg“. Una scossa improvvisa che lo ha portato a distanziare nuovamente il quarto, riavvicinandolo notevolmente anche al secondo posto, che tuttavia poi non è riuscito a raggiungere.
In ogni caso, troppo lontano sarebbe stato il suo grande rivale, del quale non fatica ad ammettere oggi la superiorità, rendendo in questo senso anche più facile e digeribile la sconfitta. “Posso vivere nell’essere battuto da qualcuno che mi è stato superiore – conclude – In fin dei conti, non è successo niente: semplicemente, è stato il migliore“.
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