Volta a Catalunya 2025, Groves e Del Grosso beffati nel finale: “L’attacco di Tibor non era nei piani”
Enorme beffa per la Alpecin-Deceuninck nella prima tappa della Volta a Catalunya 2025. Grande protagonista negli ultimi chilometri con un attacco in discesa di Tibor del Grosso, la formazione belga conclude la giornata inaugurale in Catalogna con un secondo ed un terzo posto che lasciano più amaro in bocca che soddisfazione. Entrambi i corridori piazzati sul podio, Kaden Groves (giunto secondo in volata) e proprio del Grosso, sono stati infatti anticipati da Matthew Brennan (Visma|Lease a Bike) che, nonostante la presenza dell’australiano a ruota, si è lanciato a tutta nell’inseguimento del giovane olandese, riuscendo a riprenderlo negli ultimi metri e contemporaneamente a staccare di ruota Groves, che sembrava favorito dato che non aveva dovuto tirare neanche un metro nel finale.
“Questo finale non faceva parte del piano di giornata, – spiega il nativo di Gympie ai nostri microfoni dopo la tappa – ma durante l’ultima discesa Tibor è stato in grado di guidare alla grande la bicicletta e abbiamo cercato di sfruttare questa cosa a nostro vantaggio. Nel finale gli sono mancate le energie e la stessa cosa è successa anche a me. Brennan è stato fortissimo e mi ha staccato da ruota. Io non ho una grandissima condizione ma questa non è una scusa, oggi sono stato battuto da un corridore più forte di me”.
Al capitano di giornata fa eco proprio Del Grosso, rammaricato per l’occasione persa soprattutto considerando che si era venuta a creare quasi casualmente e nonostante una condizione ancora lontana dai giorni migliori: “Ci sono andato davvero vicino e questo rende questo risultato un po’ amaro. Questo finale non era pianificato e io onestamente non mi sentivo molto bene. In realtà non mi sembrava neanche di andare così forte in discesa, ma ad un certo punto i ragazzi da dietro mi hanno urlato di partire e io ci ho provato. Entrando nell’ultimo chilometro avevo un bel vantaggio ma avevo anche delle pessime sensazioni nelle gambe, è stato uno dei chilometri più lunghi della mia vita. Purtroppo non avevo più energie, mi rimane il dubbio che forse se fossi andato davvero a tutta in discesa avrei potuto guadagnare quei due secondi in più che sarebbero stati sufficienti”.
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