UAE Team Emirates, Joxean Matxin: “Sono convinto che Pogačar abbia ancora margini di miglioramento. Tour-Vuelta è una possibilità per il 2025”
Sulla convivenza tra lo sloveno e Juan Ayuso, il manager spagnolo ha precisato: "Quello che si dice sul fatto che non corrono insieme è lontano dalla verità"
Joxean Matxin si gode la stagione da sogno della sua UAE Team Emirates. Da ormai diversi anni direttore sportivo della formazione emiratina, il 53enne spagnolo ha appena rinnovato il proprio contratto fino al 2028, cambiando però il proprio ruolo all’interno della squadra, della quale ora sarà team manager. Altri quattro anni nei quali cercare di confermare i grandi risultati ottenuti sin qui e provare magari a migliorarsi ulteriormente, sebbene potrebbe non essere semplice per una squadra che da due anni è ai vertici del ciclismo e che in questo 2024 è riuscita a conquistare ben 81 vittorie, 25 delle quali con il fenomeno Tadej Pogačar.
“Due anni di fila come migliore squadra del mondo, con il miglior ciclista del mondo, protagonisti in quasi tutte le gare a cui abbiamo partecipato, vittorie di tappa in 16 Grandi Giri consecutivi – ha commentato Matxin a AS – Non dico che mi sento parte delle vittorie, ma mi sento parte della struttura, del raggiungimento della vittoria con tante persone diverse, dei giovani che si integrano, dei più esperti che insegnano e imparano dai giovani, una sinergia”.
“Se Pogačar o qualcun altro vince è perché sono bravi corridori e io non mi aggregherei a loro, ma sono il coordinatore di tutto – ha proseguito il dirigente iberico – Voglio che il collettivo prevalga sull’individualismo, anche se abbiamo individualità indiscutibili come Tadej. Spesso parlo in modo chiaro e duro con i corridori. Devo unificare i criteri con tutti i direttori e far sì che corriamo in un modo, nel modo dell’UAE Team Emirates, non come ai vecchi tempi. Non abbiamo uno schema da seguire, ma siamo una squadra che lotta“.
La stagione della UAE è andata anche oltre le aspettative, con la squadra che ha sfiorato il record di 85 vittorie in un anno fissato dalla Columbia-HTC nel 2009: “Pensavo che avremmo potuto raggiungere le 70 vittorie, ma puntavamo a 60. Abbiamo cambiato il concetto di squadra. Abbiamo vinto solo una gara su 81 in volata. Nel record di 85 vittorie, il 90% erano sprint. Abbiamo una squadra totalmente diversa, con gare in cui abbiamo attaccato, da protagonisti, con 80 vittorie faticosamente conquistate, ottenute nei momenti giusti. In piccoli gruppi, sì, ma non in sprint di gruppo”.
Nonostante questo, per Matxin non si può comunque dare 10 come voto alla stagione della compagine mediorientale: “Sarebbe stata [da 10] vincendo i tre Grandi Giri e facendo il record di vittorie. Non si può mai dare quel voto perché c’è sempre un margine di miglioramento“.
Miglioramento che il 53enne ritiene che anche un campione come Pogačar possa ancora fare: “Non è che lo penso, è che ne sono convinto. Non ho dubbi al riguardo. Ovviamente non sarà un margine del 30%, ma non so se potrà essere del 5%, 2% o 1%. Sa come farlo e come riuscirci”. Per lo sloveno resta importante trovare nuovi stimoli: “Bisogna continuare a lottare con obiettivi importanti. Fin dall’inizio ne ho parlato con lui in modo molto aperto. Cosa ti porta vincere tre UAE Tour di fila? Andiamo in Andalusia, a Jaen, per provare cose diverse. È un concetto di vita che capisco nel ciclismo e che entrambi condividiamo al 100%“.
Riguardo al programma del campione del mondo, Matxin non si sbilancia sulla sua partecipazione alla Vuelta a España nel 2025: “Ci piacerebbe, e ovviamente prima o poi la correrà. A volte è un problema di calendario. Per esempio, quando vuoi correre il Giro delle Fiandre, non puoi fare il Giro dei Paesi Baschi, perché è il giorno dopo. Proprio come la Strade Bianche con la Parigi-Nizza. Tour-Vuelta è un’idea possibile per il 2025, un ragionamento importante, ma stiamo ancora valutando diverse opzioni, non c’è nessuna decisione. Ne abbiamo discusso ad Abu Dhabi con lo staff e al ritiro di dicembre si deciderà tutto“.
In ogni caso, in squadra non c’è solo Pogačar ma diversi altri corridori importanti, che devono poter avere il loro spazio: “Bisogna elaborare un calendario molto chiaro e avere un approccio molto trasparente con i corridori, dove andranno per essere protagonisti e dove per aiutare Tadej, o essere dei co-leader. Quando le cose sono chiare fin dall’inizio, non ci sono problemi. Ognuno avrà il suo momento“.
Spazio che avrà anche un giovane talentuoso come Juan Ayuso: “Juan avrà un ruolo di primo piano e per lui sarà un anno importante, ho una fiducia cieca in lui. Parteciperà ad alcune gare con Tadej, ovviamente per dare una mano, ma avrà anche delle opportunità per se stesso”. Il 53enne ha smentito che il 22enne spagnolo non possa convivere con Pogacar: “Quello che si dice sul fatto che non corrono insieme è lontano dalla verità. Se portiamo Tadej in una gara che può vincere, cerchiamo di portare Juan in un’altra gara per avere un altro leader. Come squadra cerchiamo di ottenere il maggior numero di vittorie possibile”.
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